Epatite C, un nuovo farmaco colpisce il virus

18 aprile 2012
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Epatite C, un nuovo farmaco colpisce il virus



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Punta dritto al virus il nuovo farmaco atteso in Italia nei prossimi mesi per il trattamento dell'epatite C. Si chiama Bioceprevir ed è il primo di una nuova classe di farmaci, agisce direttamente contro il virus e «aumenta significativamente» il tasso di guarigione nei pazienti con Hcv da genotipo 1, la forma più insidiosa di epatite C e che rappresenta il 60% delle infezioni globali. Le evidenze arrivano da due trial clinici di Fase III (che hanno riguardato pazienti mai trattati prima e pazienti che avevano fallito con la terapia duplice) hanno infatti dimostrato che l'aggiunta di questo nuovo farmaco alla terapia standard a base di peginterferone e ribavirina ha prodotto rispettivamente un tasso di guarigione del 66% e del 67% nei soggetti che avevano ricevuto il farmaco per 44 settimane.

«Si tratta di una svolta, perché è il primo farmaco che ha un'azione diretta contro il virus», afferma Savino Bruno, direttore della Struttura complessa di medicina interna a indirizzo epatologico dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano, e coinvolto nelle prime sperimentazioni del farmaco, sottolineando che il farmaco «è efficace, considerato che raddoppia il tasso di guarigione nei pazienti non trattati prima e lo triplica in quelli che erano stati trattati precedentemente con risultati fallimentari». Boceprevir è prodotto da Msd ed è ora in attesa del via libera dall'Aifa. «Tutti noi ci auguriamo che con l'avvento dei nuovi farmaci l'epatite C possa essere sconfitta definitivamente», ha commentato Ivan Gardini, presidente dell'Associazione EpaC, sottolineando però che «è necessario che siano stanziati i fondi per garantire le terapie per tutti i pazienti eleggibili alla cura, a prescindere dalla gravità della malattia». L'Italia è al primo posto in Europa per numero di persone positive al virus: «Circa il 3% della popolazione italiana è entrata in contatto con l'Hcv e 330mila hanno sviluppato una cirrosi epatica: ciò vuol dire che il numero di soggetti infetti cronicamente viremici supera il milione e mezzo», ha spiegato Antonio Gasbarrini, direttore dell'U.o.c. di medicina interna e gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma.



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