Epatite C: Italia in ritardo su autorizzazione nuovi farmaci

11 maggio 2012
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Epatite C: Italia in ritardo su autorizzazione nuovi farmaci



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C'è un «grave ritardo accumulato da parte dell'Agenzia italiana del farmaco» sull'approvazione all'immissione in commercio della nuova classe di farmaci inibitori della proteasi per la cura dei pazienti che soffrono di epatite C. Lo denuncia Alleanza contro l'epatite (Ace), l'associazione che riunisce medici e pazienti in Italia, con riferimento a telaprevir e boceprevir, considerati come «un cambio epocale» nella cura di questa patologia infettiva. I due farmaci sono stati autorizzati al commercio nel 2011 in diversi Paesi, tra i quali Usa, Canada, Germania, Francia, Spagna e Inghilterra, ma non ancora in Italia. «Desideriamo sottolineare che sono già trascorsi diversi mesi dall'approvazione delle nuove molecole da parte della Fda e di Ema» spiega Ivan Gardini, presidente dell'Associazione pazienti Epac onlus «ma l'Italia è uno dei pochi paesi occidentali in cui si è costretti a usare le terapie senza i nuovi inibitori della proteasi con tassi di risposta di circa il 40-50%». Mentre ci sono, come ricorda Antonio Gasbarrini, presidente Fire Onlus, Fondazione italiana per la ricerca in epatologia, «chiare evidenze scientifiche di efficacia e di costo-efficacia di questi farmaci». Per questi motivi, Ace ritiene «non accettabile il fatto che l'Aifa non abbia ancora terminato il processo valutativo degli stessi e non abbia quindi ancora concesso la rimborsabilità».



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