16 settembre 2013
Interviste
Analisi delle urine: nuove prospettive per la diagnosi di numerose malattie
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Il futuro della nostra salute è nella pipì. Non è una battuta, uno studio dei ricercatori dell'Università di Alberta in Canada, e pubblicato sulla rivista PlosOne, ha stabilito infatti che non meno di 3079 sostanze chimiche (metaboliti) possono essere rilevati nelle urine umane.
«Il che significa» spiega Vittorio Grazioli, direttore del Laboratorio del Centro diagnostico italiano di Milano (Cdi), «che si aprono nuove e interessantissime prospettive per la diagnosi di infinite malattie».
Qual è il significato "rivoluzionario" di questa ricerca?
«È una ricerca metabonomica. La metabonomica è una disciplina che studia i metaboliti, cioè il risultato delle reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo. Le urine sono il modo con cui noi eliminiamo le sostanze inutili, le scorie per intenderci, che sono il frutto di reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo».
Ma non ci sono già molti strumenti di analisi?
«La metabonomica è una scienza molto promettente. Va tenuto presente che la genomica, lo studio dei geni, non ha dato i risultati sperati: il numero di geni mappati non giustifica la varietà del nostro corpo. E anche la proteomica si è rivelata un campo molto difficile perché molte proteine non hanno correlazioni con le patologie. La metabonomica è invece molto promettente perché ci mostra veramente quello che succede nel nostro organismo. Ciò che fanno i geni e le proteine è studiato dalla metabonomica. Ma...»
C'è sempre un ma...
«Esatto, purtroppo siamo solo agli inizi. Per studiare i metaboliti occorrono delle strumentazioni molto all'avanguardia in grado di esaminare contemporaneamente migliaia di piccole sostanze, e in grado di metterle in correlazioni statisticamente con le diverse patologie».
Oggi a che punto siamo?
«Attualmente questa disciplina ci offre tantissimi risultati e molto variegati a livello scientifico. Se oggi un medico ricevesse un referto con 50.000 metaboliti rintracciati non saprebbe che cosa farsene... Quindi bisogna cercare di ottimizzare queste informazioni e capire quali metaboliti sono più attivi di altri e poi elaborare per algoritmi delle interpretazioni che ci diano dei risultati clinici veramente validi».
Ma per quali diagnosi sarà utile questa scoperta?
«Nessuno sa in questo momento in quali tipi di diagnosi potranno essere utilizzati questi metaboliti, la sensazione è che possano essere correlati con qualsiasi tipo di patologia dalle malattie neurologiche ai tumori alle malattie anche croniche a tutto ciò che influisce sul metabolismo...».
Quindi in futuro l'esame delle urine sarà più utile di quello del sangue?
«Teoricamente sì. In un futuro questo tipo di analisi potrebbe essere più preciso di quelle del sangue ma bisogna prima arrivare alla realizzazione pratica. Oggi sono soltanto promesse: bisogna vedere se la scienza sarà in grado di tradurre questa intuizione in strumentazione pratica».
Oggi quali sono le patologie diagnosticabili con l'esame delle urine?
«Le analisi delle urine continuano a mantenere un significato come analisi sentinella per patologie come il diabete, è nelle urine che si possono rintracciare tracce di glucosio in eccesso. Poi sono utili per individuare le proteine che non dovrebbero passare nelle urine: la presenza di albumina che manifesta un malfunzionamento renale. E poi le urine ci possono indicare la presenza di tumori delle vie urinarie. Quando troviamo tracce di sangue potrebbe essere un segnale di neoplasia o di infezione e quindi è meglio indagare».
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