11 marzo 2014
Aggiornamenti e focus
Musica: piace a molti, ma non a tutti
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Altro che linguaggio universale. La musica non parla a tutti allo stesso modo, anzi, ad alcune persone la musica non parla affatto. Lo si legge dalla pagine della rivista Current biology dove sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta da Ernest Mas-Herrero di Barcellona, assieme a colleghi spagnoli e canadesi.
Lo studio ha preso spunto da ricerche precedenti e in particolare dalle risposte a un questionario che valutava le gratificazioni legate all'ascolto della musica: alcune persone infatti sembravano non trarre alcun piacere o gratificazione dalla musica, mentre rispondevano con interesse ad altri stimoli gratificanti come il cibo, le relazioni sociali o il sesso.
«Ci possono essere diverse spiegazioni a questi risultati» precisa l'autore «magari alcuni intervistati hanno problemi a percepire la musica per ragioni di tipo organico - in termini tecnici si parla di "amusia" - oppure, molto più semplicemente, hanno risposto in modo poco accurato al questionario».
Per chiarire questi dubbi, Mas-Herreroe colleghi hanno studiato in modo approfondito le reazioni di un gruppo di persone di fronte alle 7 note: «Abbiamo coinvolto 30 persone con diversa sensibilità al piacere musicale - bassa, media, alta - andando a misurare parametri fisiologici che cambiano quando si prova piacere: la conducibilità della pelle e la frequenza del battito cardiaco» spiega il ricercatore.
Due i compiti da svolgere per i partecipanti: ascoltare musica e definire il grado di piacere provato e partecipare a un gioco nel quale dovevano rispondere rapidamente a domande per vincere o non perdere denaro. Sembrano attività scollegate tra loro, ma in realtà in entrambi i casi vengono messi in moto i meccanismi del cervello legati alla ricompensa e le cellule cerebrali, i neuroni, producono dopamina.
I risultati lasciano poco spazio al dubbio: l'anedonia, ovvero l'incapacità di provare piacere, può essere limitata anche a un fattore specifico come la musica.
Ecco perché alcune persone perfettamente in grado di percepire i suoni, non provano alcun piacere dall'ascolto di brani musicali, mentre traggono normalmente piacere da altre fonti come il cibo o il sesso. «Questi dati ci possono aiutare a comprendere i meccanismi cerebrali della ricompensa e che sono legate anche a problemi di dipendenza e di tipo affettivo» conclude Josep Marco-Pallarés, uno degli autori «potrebbero esserci diverse vie di accesso a questo sistema della ricompensa e in ciascuna persona una via potrebbe essere più efficace di un'altra».
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