Il giusto ritmo per il cuore

12 settembre 2010
Aggiornamenti e focus

Il giusto ritmo per il cuore



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Aritmie ventricolari, fibrillazione atriale, malattie importanti che rientrano nel capitolo della ritmologia, alla cui evoluzione ha molto contribuito l'attività di ricerca del Cardiologico Monzino.

Una parte importante dellattività del cardiologo si rivolge ai disturbi del ritmo cardiaco, tanto che esiste una specializzazione di secondo livello: laritmologia. Anche se meno noti al pubblico, quelli del ritmo sono comunque disturbi piuttosto frequenti (dopo i 60 anni, dal 2 al 10% della popolazione presenta fibrillazione atriale) oppure di notevole gravità, come nel caso delle aritmie ventricolari.

In seno alle attività dellIRCCS Cardiologico Monzino, laritmologia ha un posto di rilievo. ''La nostra Unità operativa conta su 18 letti monitorizzati in continuo e, ovviamente, su medici e personale specializzati'' spiega il responsabile dottor Paolo Della Bella. ''I pazienti che giungono in ospedale per anomalie del ritmo sono quelli il cui disturbo è resistente al trattamento farmacologico, oppure presentano anomalie così importanti da poter provocare la morte''. Questi pazienti, al Monzino ne vengono valutati 30-35 alla settimana, possono essere trattati o con limpianto di un pacemaker o di un defibrillatore, o con un intervento chirurgico, definito di ablazione, con il quale si distruggono le microaree del tessuto muscolare del cuore (miocardio) dalle quali partono i segnali elettrici ''errati'', che sono allorigine delle aritmie.
Prima di procedere allablazione è ovviamente necessario individuare i punti del miocardio sui quali intervenire e, in questo campo, le attività di ricerca condotte al Cardiologico Monzino hanno dato un contributo significativo. ''Un tempo lelettrofisiologo entrava in sala operatoria e la mappatura dellattività elettrica del miocardio veniva fatta in quella sede. Oggi invece si procede ''a torace chiuso'': grazie allabbinamento di metodiche di imaging, in particolare la TAC, e di ricostruzione elettrica è possibile ottenere su un modello tridimensionale dellattività elettrica del cuore del paziente'' dice Della Bella e il tutto con interventi percutanei, attraverso cateteri, analogamente a quanto si fa per ricanalizzare le coronarie occluse.
''Anche lintervento di ablazione'' spiega il dottor Della Bella ''si esegue attraverso cateteri, applicando una carica di energia lesiva ma molto selettiva, così da non ledere il tessuto circostante''.

Gli aspetti in cui lattività dellUO di Aritmologia eccelle sono diversi. ''Due, però, sono le nostre specialità. La prima è il trattamento delle aritmie ventricolari, al quale il Monzino ha dato un importante contributo sia nella valutazione elettrofisiologica sia nel trattamento chirurgico. In questo campo, infatti, stanno aumentando i casi in cui anche limpianto del defibrillatore non è risolutivo ma, anzi, può dar luogo a una patologia da eccessiva correzione: lapparecchio interviene anche più volte al giorno e, in questi casi, è necessario lintervento ablativo. Qui al Monzino abbiamo allestito una Ventricular Care Unit, cioè una struttura con percorsi diagnostici e terapeutici dedicati a questi casi particolari. Lanno scorso abbiamo trattato circa 50 di queste emergenze''.
Laltro aspetto rilevante è la fibrillazione atriale che, ''fino a qualche anno fa poteva essere trattata soltanto farmacologicamente, con esiti alterni. Oggi, invece, la terapia ablativa permette di trattare in modo soddisfacente un numero molto maggiore di pazienti''. Rispetto agli altri disturbi del ritmo, la fibrillazione atriale presenta alcune caratteristiche che rendono meno semplice lintervento. ''Una volta che si è instaurata, la fibrillazione atriale, non ha un sito di interdizione preferenziale, cioè un punto del miocardio più colpevole di altri dellinsorgenza del disturbo. In questi casi si può giungere allidentificazione di alcuni punti che hanno la funzione di trigger (grilletti), che di solito sono localizzati in alcune aree standard. Lalternativa è modificare il tessuto atriale con grosse linee di lesione, così da impedire la propagazione dei segnali elettrici anomali''. Nel trattamento di questa condizione, lèquipe del dottor Della Bella ha raggiunto risultati a lungo termine di assoluto valore, riuscendo anche a determinare quali pazienti traggono i maggiori vantaggi dai diversi interventi: ''un nostro studio, per esempio, ha mostrato come la disconnessione delle vene polmonari offra un maggiore beneficio a chi soffre di fibrillazione atriale parossistica rispetto a chi soffre della forma persistente''. E individuare quali pazienti sono i candidati ideali per una certa procedura è il primo passo per ottenere la guarigione. ''Molto spesso lablazione risulta curativa, anche se non per la fibrillazione atriale. Ma anche in questo caso, a uno - due anni dallintervento soltanto il 40% dei pazienti deve assumere ancora farmaci antiaritmici e, comunque, in modo meno massiccio''.



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