10 ottobre 2002
Aggiornamenti e focus
La giovane solitudine
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Nella società di oggi, sempre più esigente e frenetica, il bambino è diventato un evento non solo raro, ma anche unico e tardivo. Troppo spesso è lasciato solo, a causa del lavoro della mamma, degli impegni del papà, della giovinezza dei nonni che non tramonta intenti a godersi i loro ''anni d'argento''. E il bambino si trova, così, affidato a babysitter formato tv e videogiochi, costretto a gestire da solo la propria alimentazione. Questi i temi che dibattono i pediatri di famiglia riuniti oggi a Grado, in occasione del XXVI Congresso Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Obiettivo dell'assise è anche creare una ''Carta dei diritti del bambino assistito dal pediatra'', che va ad aggiungersi alla già nota Carta di Treviso per la tutela dei diritti del bambino rivolta ai giornalisti. Ecco come è articolata:
La Carta dei diritti del bambino italiano assistito dal pediatra di famiglia
A seguito di quanto affermato nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo di New York, recepita dal Governo italiano nel 1991 e volta a sostenere tutti i diritti dei bambini, compresi quelli inespressi, ogni pediatra di famiglia ha il compito di tutelare ogni piccolo paziente. Per tutela deve intendersi la necessità di ''garantire al bambino la protezione e le cure necessarie al suo benessere'', ponendosi come strumento per l'affermazione e la promozione dei seguenti diritti:
Diritto alla tutela della salute
Il bambino ha diritto a essere curato da un pediatra di famiglia che gestisca gli aspetti della fisiologia e della patologia con il massimo della competenza e dell'aggiornamento continuo, al fine di assicurare cure, consigli e indicazioni terapeutiche secondo le continue evoluzioni scientifiche. Il pediatra, inoltre, deve trattare le patologie evitando, dove possibile, il ricovero ospedaliero, incoraggiando il recupero del bambino nel proprio ambiente familiare e l'inserimento sociale e scolastico. Compito del pediatra, quindi, è anche quello di identificare per tempo eventuali segni di disagio, ponendo particolare attenzione al sospetto di eventuali abusi e maltrattamenti.
Diritto all'identità
Il bambino deve essere rispettato nelle sue caratteristiche individuali, lontano da ogni discriminazione per etnia, condizione sociale, religione, eventuali handicap, censo e sesso.
Diritto alla verità
Il bambino (e la sua famiglia) ha il diritto di conoscere eventuali patologie che lo riguardano; è quindi compito del pediatra metterlo a conoscenza di tutte le procedure diagnostiche e/o terapeutiche cui dovrà andare incontro, avendo la cura di usare un linguaggio semplice e comprensibile.
Diritto alla riservatezza
Tutti i dati del bambino devono essere gestiti e conservati con assoluta riservatezza.
Diritto alla libertà
Ogni bambino è libero di dare il proprio assenso/dissenso nei confronti di interventi terapeutici e sperimentali proposti (per definizione il consenso può essere espresso solo dall'adulto, il bambino può dare solo l'assenso). Sarà compito del pediatra, quindi, fornire tutte le informazioni scientifiche disponibili, tali da essere comprese sia dal bambino, sia dalla famiglia.
Le pagelle dei pediatri di famiglia
La FIMP ha però anche condotto un'indagine su tutto il territorio nazionale, attraverso i suoi iscritti, per valutare se nella condizione infantile esistano differenze tra Regioni e, ovviamente, per fare una media nazionale. Ogni Regione, in effetti, ha rivelato l'esistenza di alcuni difetti e abitudini sbagliate che possono costituire un danno per il bambino. Ecco, in sintesi, le impressioni della FIMP sulle ''piccole'' realtà locali del nostro Paese.
In Piemonte il bambino passa troppo tempo davanti alla tv e ai videogiochi, ed è soggetto a malattie allergiche e a disturbi psicologici legati ai numerosi impegni scolastici o ai problemi con i genitori, i quali risultano troppo apprensivi. Altro dato preoccupante, registratosi in Piemonte come in Trentino Alto Adige, è l'incidenza dei disturbi alimentari (soprattutto obesità e anoressia), per i quali si sta abbassando l'età di insorgenza del problema. Già a 12 anni, infatti, suonano i primi campanelli di allarme.
Stesso problema si registra in Liguria, dove ancora oggi i genitori credono nel vecchio detto ''un bambino grasso è un bambino sano''. Atteggiamento, questo, che, per reazione, porta soprattutto le ragazze a seguire diete squilibrate alla ricerca smaniosa di un peso piuma.
In Lombardia si può, invece, affermare che i bambini stanno, in generale, abbastanza bene, ma va distinto il caso di chi risiede nelle aree più industrializzate (come Milano), dove, a causa del forte inquinamento, sono in continuo aumento le malattie respiratorie, con una netta prevalenza delle forme asmatiche.
In Veneto, a far calare la media di buona salute dei bambini è l'abitudine a rifugiarsi nel cibo e nella televisione. ''Dietro un'apparente ottima salute'' sottolinea Giampiero Chiamenti, Segretario regionale FIMP Veneto ''i bambini veneti nascondono una preoccupante forma di disagio: sono troppo autonomi, ansiosi di fuggire dai libri per trovare un lavoro e mettere in tasca i primi guadagni''.
Nel Friuli Venezia Giulia preoccupano soprattutto i comportamenti a rischio dei ragazzi (causa di un elevato numero di incidenti stradali) e la forte incidenza di malattie allergiche (come riniti, congiuntiviti e asma).
L'asma è un serio problema anche per l'Emilia Romagna, anche qui a causa soprattutto dell'inquinamento, del clima troppo umido e dell'assenza di vento, che fa ristagnare gli inquinanti. Da segnalare, inoltre, è l'aumento dell'abitudine al fumo e del consumo di droghe leggere.
In Toscana, come in Liguria e in Piemonte, uno dei problemi più seri è rappresentano dall'aumento dei disturbi alimentari, soprattutto la bulimia e, in misura minore, l'anoressia. A rischio obesità sono, invece, soprattutto i bambini dell'Umbria, a causa dei lunghi pomeriggi passati davanti alla tv poichè trascurati da genitori troppo presi dal lavoro.
Il problema ''troppa tv'' colpisce anche le Marche, dove, però, emerge più chiara la figura dei nonni, che rimediano un po' alle prolungate assenze dei genitori (anche se a volte rischiano di risultare troppo invadenti).
Nonni che viziano troppo sono diffusi anche nel Lazio, soprattutto in provincia. Essi, infatti, tendono a essere troppo apprensivi, a nutrire e a viziare troppo i nipoti, specie se si sostituiscono ai genitori. I bambini del Lazio, però, hanno il vantaggio di essere avviati all'attività sportiva molto presto: già a 5-6 anni vanno in piscina, a danza o praticano il calcio.
L'Abruzzo è la Regione dei bambini che vivono all'aperto, grazie alla vicinanza del mare e delle montagne. Iniziano, però, ad aumentare alcuni disturbi, come le allergie, le dermatiti atopiche, le intolleranze alimentari, l'asma e, soprattutto, la celiachia (malassorbimento intestinale di cibi con glutine), che colpisce un caso ogni 80-100 abitanti (mentre in passato colpiva 1 persona ogni 350). Altra preoccupazione è legata ai ritardi dell'apprendimento, ai deficit di attenzione e all'iperattività, con un'incidenza pari al 3-7%.
Molise e Campania sono accomunate sia dall'aumento dell'obesità, sia dall'andamento dei casi di morbillo. Alcuni mesi fa, infatti, si è verificata una brutta epidemia di morbillo e, anche se ora la paura sembra essere passata, resta l'esigenza di adeguati programmi di vaccinazione.
In Puglia le difficoltà riguardano soprattutto i bambini extracomunitari: spesso faticano a inserirsi e a volte presentano patologie infettive, come la tubercolosi, l'epatite A o la scabbia. Mentre in Basilicata un serio problema è la mancanza di pediatri nei piccoli comuni, ragion per cui le famiglie devono rivolgersi al medico di base.
Buona, in media, la salute del bambino calabro, anche se un po' in sovrappeso. Fa molto sport, ha un buon rapporto con il suo medico e può godere della presenza attiva dei nonni, anche se a volte sorgono contrasti perchè i nonni tendono a ipernutrire i nipoti e si preoccupano anche se per un giorno non hanno molto appetito. Anche bambini e adolescenti siciliani tendono a essere ipernutriti e manifestano un netto rifiuto all'uso del casco, considerato un oggetto che indica la debolezza di chi lo indossa e non la sua maturità.
Vantaggio della Sicilia, invece, è quello di essere una delle poche regioni in cui il morbillo è stato debellato, grazie a una capillare campagna vaccinale che ha portato a una copertura superiore all'80% (solo 4 anni fa non superava il 40%).
In Sardegna, infine, a preoccupare il pediatra è soprattutto l'alta incidenza dell'anemia mediterranea, malattia genetica che è una eredità storica per questa regione. In questo caso è fondamentale che si attui una corretta forma di prevenzione: se entrambi i genitori sono portatori, il rischio di avere un figlio malato è altissimo. I bambini sardi, inoltre, presentano un alto tasso di diabete infantile. A parte queste malattie, però, il bambino che vive in Sardegna gode di un ambiente e di un clima salubri, che riducono di molto il rischio di patologie respiratorie.
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
La Carta dei diritti del bambino italiano assistito dal pediatra di famiglia
A seguito di quanto affermato nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo di New York, recepita dal Governo italiano nel 1991 e volta a sostenere tutti i diritti dei bambini, compresi quelli inespressi, ogni pediatra di famiglia ha il compito di tutelare ogni piccolo paziente. Per tutela deve intendersi la necessità di ''garantire al bambino la protezione e le cure necessarie al suo benessere'', ponendosi come strumento per l'affermazione e la promozione dei seguenti diritti:
Diritto alla tutela della salute
Il bambino ha diritto a essere curato da un pediatra di famiglia che gestisca gli aspetti della fisiologia e della patologia con il massimo della competenza e dell'aggiornamento continuo, al fine di assicurare cure, consigli e indicazioni terapeutiche secondo le continue evoluzioni scientifiche. Il pediatra, inoltre, deve trattare le patologie evitando, dove possibile, il ricovero ospedaliero, incoraggiando il recupero del bambino nel proprio ambiente familiare e l'inserimento sociale e scolastico. Compito del pediatra, quindi, è anche quello di identificare per tempo eventuali segni di disagio, ponendo particolare attenzione al sospetto di eventuali abusi e maltrattamenti.
Diritto all'identità
Il bambino deve essere rispettato nelle sue caratteristiche individuali, lontano da ogni discriminazione per etnia, condizione sociale, religione, eventuali handicap, censo e sesso.
Diritto alla verità
Il bambino (e la sua famiglia) ha il diritto di conoscere eventuali patologie che lo riguardano; è quindi compito del pediatra metterlo a conoscenza di tutte le procedure diagnostiche e/o terapeutiche cui dovrà andare incontro, avendo la cura di usare un linguaggio semplice e comprensibile.
Diritto alla riservatezza
Tutti i dati del bambino devono essere gestiti e conservati con assoluta riservatezza.
Diritto alla libertà
Ogni bambino è libero di dare il proprio assenso/dissenso nei confronti di interventi terapeutici e sperimentali proposti (per definizione il consenso può essere espresso solo dall'adulto, il bambino può dare solo l'assenso). Sarà compito del pediatra, quindi, fornire tutte le informazioni scientifiche disponibili, tali da essere comprese sia dal bambino, sia dalla famiglia.
Le pagelle dei pediatri di famiglia
La FIMP ha però anche condotto un'indagine su tutto il territorio nazionale, attraverso i suoi iscritti, per valutare se nella condizione infantile esistano differenze tra Regioni e, ovviamente, per fare una media nazionale. Ogni Regione, in effetti, ha rivelato l'esistenza di alcuni difetti e abitudini sbagliate che possono costituire un danno per il bambino. Ecco, in sintesi, le impressioni della FIMP sulle ''piccole'' realtà locali del nostro Paese.
In Piemonte il bambino passa troppo tempo davanti alla tv e ai videogiochi, ed è soggetto a malattie allergiche e a disturbi psicologici legati ai numerosi impegni scolastici o ai problemi con i genitori, i quali risultano troppo apprensivi. Altro dato preoccupante, registratosi in Piemonte come in Trentino Alto Adige, è l'incidenza dei disturbi alimentari (soprattutto obesità e anoressia), per i quali si sta abbassando l'età di insorgenza del problema. Già a 12 anni, infatti, suonano i primi campanelli di allarme.
Stesso problema si registra in Liguria, dove ancora oggi i genitori credono nel vecchio detto ''un bambino grasso è un bambino sano''. Atteggiamento, questo, che, per reazione, porta soprattutto le ragazze a seguire diete squilibrate alla ricerca smaniosa di un peso piuma.
In Lombardia si può, invece, affermare che i bambini stanno, in generale, abbastanza bene, ma va distinto il caso di chi risiede nelle aree più industrializzate (come Milano), dove, a causa del forte inquinamento, sono in continuo aumento le malattie respiratorie, con una netta prevalenza delle forme asmatiche.
In Veneto, a far calare la media di buona salute dei bambini è l'abitudine a rifugiarsi nel cibo e nella televisione. ''Dietro un'apparente ottima salute'' sottolinea Giampiero Chiamenti, Segretario regionale FIMP Veneto ''i bambini veneti nascondono una preoccupante forma di disagio: sono troppo autonomi, ansiosi di fuggire dai libri per trovare un lavoro e mettere in tasca i primi guadagni''.
Nel Friuli Venezia Giulia preoccupano soprattutto i comportamenti a rischio dei ragazzi (causa di un elevato numero di incidenti stradali) e la forte incidenza di malattie allergiche (come riniti, congiuntiviti e asma).
L'asma è un serio problema anche per l'Emilia Romagna, anche qui a causa soprattutto dell'inquinamento, del clima troppo umido e dell'assenza di vento, che fa ristagnare gli inquinanti. Da segnalare, inoltre, è l'aumento dell'abitudine al fumo e del consumo di droghe leggere.
In Toscana, come in Liguria e in Piemonte, uno dei problemi più seri è rappresentano dall'aumento dei disturbi alimentari, soprattutto la bulimia e, in misura minore, l'anoressia. A rischio obesità sono, invece, soprattutto i bambini dell'Umbria, a causa dei lunghi pomeriggi passati davanti alla tv poichè trascurati da genitori troppo presi dal lavoro.
Il problema ''troppa tv'' colpisce anche le Marche, dove, però, emerge più chiara la figura dei nonni, che rimediano un po' alle prolungate assenze dei genitori (anche se a volte rischiano di risultare troppo invadenti).
Nonni che viziano troppo sono diffusi anche nel Lazio, soprattutto in provincia. Essi, infatti, tendono a essere troppo apprensivi, a nutrire e a viziare troppo i nipoti, specie se si sostituiscono ai genitori. I bambini del Lazio, però, hanno il vantaggio di essere avviati all'attività sportiva molto presto: già a 5-6 anni vanno in piscina, a danza o praticano il calcio.
L'Abruzzo è la Regione dei bambini che vivono all'aperto, grazie alla vicinanza del mare e delle montagne. Iniziano, però, ad aumentare alcuni disturbi, come le allergie, le dermatiti atopiche, le intolleranze alimentari, l'asma e, soprattutto, la celiachia (malassorbimento intestinale di cibi con glutine), che colpisce un caso ogni 80-100 abitanti (mentre in passato colpiva 1 persona ogni 350). Altra preoccupazione è legata ai ritardi dell'apprendimento, ai deficit di attenzione e all'iperattività, con un'incidenza pari al 3-7%.
Molise e Campania sono accomunate sia dall'aumento dell'obesità, sia dall'andamento dei casi di morbillo. Alcuni mesi fa, infatti, si è verificata una brutta epidemia di morbillo e, anche se ora la paura sembra essere passata, resta l'esigenza di adeguati programmi di vaccinazione.
In Puglia le difficoltà riguardano soprattutto i bambini extracomunitari: spesso faticano a inserirsi e a volte presentano patologie infettive, come la tubercolosi, l'epatite A o la scabbia. Mentre in Basilicata un serio problema è la mancanza di pediatri nei piccoli comuni, ragion per cui le famiglie devono rivolgersi al medico di base.
Buona, in media, la salute del bambino calabro, anche se un po' in sovrappeso. Fa molto sport, ha un buon rapporto con il suo medico e può godere della presenza attiva dei nonni, anche se a volte sorgono contrasti perchè i nonni tendono a ipernutrire i nipoti e si preoccupano anche se per un giorno non hanno molto appetito. Anche bambini e adolescenti siciliani tendono a essere ipernutriti e manifestano un netto rifiuto all'uso del casco, considerato un oggetto che indica la debolezza di chi lo indossa e non la sua maturità.
Vantaggio della Sicilia, invece, è quello di essere una delle poche regioni in cui il morbillo è stato debellato, grazie a una capillare campagna vaccinale che ha portato a una copertura superiore all'80% (solo 4 anni fa non superava il 40%).
In Sardegna, infine, a preoccupare il pediatra è soprattutto l'alta incidenza dell'anemia mediterranea, malattia genetica che è una eredità storica per questa regione. In questo caso è fondamentale che si attui una corretta forma di prevenzione: se entrambi i genitori sono portatori, il rischio di avere un figlio malato è altissimo. I bambini sardi, inoltre, presentano un alto tasso di diabete infantile. A parte queste malattie, però, il bambino che vive in Sardegna gode di un ambiente e di un clima salubri, che riducono di molto il rischio di patologie respiratorie.
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