03 ottobre 2017
Aggiornamenti e focus
Attività fisica: le buone abitudini resistono negli anni
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Chi è solito dedicare parte del proprio tempo all'attività fisica durante la mezza età sarà probabilmente attivo anche più in là negli anni secondo quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Bmj open . «Numerosi studi hanno dimostrato che essere attivi durante la cosiddetta la terza età porta benefici enormi alla salute, ma la strategia migliore è senza dubbio rimanere attivi per tutto il corso della vita» afferma Daniel Aggio, dello University college London, autore principale dello studio che poi aggiunge: «Ad oggi però sono disponibili pochi dati sul legame tra abitudini di attività fisica durante la mezza età e probabilità di mantenersi attivi anche in seguito».
Come sottolineano gli autori, il passaggio tra mezza età e terza età coincide con una serie di cambiamenti importanti a livello fisico e anche sociale e questo potrebbe influenzare notevolmente le abitudini quotidiane e la sedentarietà. Per studiare meglio questo delicato passaggio, Aggio e colleghi hanno coinvolto nella loro ricerca poco più di 3.400 uomini di età media pari a 48,6 anni all'inizio della ricerca e li hanno seguiti per due decenni, raccogliendo informazioni sull'attività fisica all'ingresso nello studio e dopo 12, 16 e 20 anni.
«I dati dimostrano che chi era fisicamente attivo all'inizio dello studio aveva una probabilità tripla di esserlo anche al termine dell'analisi» dice l'esperto, precisando che per chi praticava sport le probabilità erano ancora più elevate. Inoltre, dallo studio emerge che in molti cominciano a praticare attività fisica - in particolare la camminata - dopo la mezza età: all'inizio dello studio questa attività era praticata dal 27 per cento dei partecipanti, mentre dopo 20 anni la percentuale era salita a 62 per cento. Le ragioni alla base di tali risultati, validi per gli uomini di razza bianca coinvolti nella ricerca, possono essere molteplici, ma il messaggio lanciato dagli autori è che se si vuole raggiungere il traguardo di una popolazione anziana attiva, è importante lavorare alla promozione dell'esercizio sin dalle fasi precedenti della vita.
Fonte: BMJ Open. 2017 Sep 21;7(8):e017378. doi: 10.1136/bmjopen-2017-017378.
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Come sottolineano gli autori, il passaggio tra mezza età e terza età coincide con una serie di cambiamenti importanti a livello fisico e anche sociale e questo potrebbe influenzare notevolmente le abitudini quotidiane e la sedentarietà. Per studiare meglio questo delicato passaggio, Aggio e colleghi hanno coinvolto nella loro ricerca poco più di 3.400 uomini di età media pari a 48,6 anni all'inizio della ricerca e li hanno seguiti per due decenni, raccogliendo informazioni sull'attività fisica all'ingresso nello studio e dopo 12, 16 e 20 anni.
«I dati dimostrano che chi era fisicamente attivo all'inizio dello studio aveva una probabilità tripla di esserlo anche al termine dell'analisi» dice l'esperto, precisando che per chi praticava sport le probabilità erano ancora più elevate. Inoltre, dallo studio emerge che in molti cominciano a praticare attività fisica - in particolare la camminata - dopo la mezza età: all'inizio dello studio questa attività era praticata dal 27 per cento dei partecipanti, mentre dopo 20 anni la percentuale era salita a 62 per cento. Le ragioni alla base di tali risultati, validi per gli uomini di razza bianca coinvolti nella ricerca, possono essere molteplici, ma il messaggio lanciato dagli autori è che se si vuole raggiungere il traguardo di una popolazione anziana attiva, è importante lavorare alla promozione dell'esercizio sin dalle fasi precedenti della vita.
Fonte: BMJ Open. 2017 Sep 21;7(8):e017378. doi: 10.1136/bmjopen-2017-017378.
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