27 novembre 2018
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana
Impianti dentali: indicazioni, limiti ed efficacia
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Non si fa altro che parlare di impianti quasi che l'unica soluzione per tornare a masticare passi attraverso queste viti in titanio che sostituirebbero i denti; è vero, per contro, che l'uso degli impianti ha risolto in modo significativo numerose situazioni cliniche, soprattutto quelle più complicate.
Un punto che è bene affrontare sin dall'inizio è quello di considerare l'implantologia come una disciplina dell'odontoiatria che si occupa di inserire dei supporti in titanio nell'osso in zone ove i denti se ne sono già andati. Troppo spesso si sente parlare di estrazioni e di posizionamento contestuale di impianti; sebbene questa metodica sia assolutamente indicata, spesso non sono indicate le circostanze ove questa soluzione viene prospettata. Bisogna diffidare del facile posizionamento di impianti, infatti, chi vorrebbe sostituire un proprio dito con un dito artificiale?
Ci si dimentica spesso che la tecnica implantologica non sia priva di rischi, soprattutto se effettuata in condizioni cliniche non altamente protette, con misure di controllo delle infezioni peculiari per un intervento chirurgico in piena regola. Esiste poi la possibilità che l'impianto, nel breve o nel lungo periodo, non si integri nell'osso (il cosiddetto rigetto, che altro non è che una reazione settica determinata dai batteri che hanno contaminato la superficie dell'impianto); questa evenienza è comune nel 15% dei casi circa e spesso è dipendente dall'abilità dell'operatore e dalla tipologia dell'impianto.
L’efficacia degli impianti dentali
Detto questo, l'implantologia rimane una straordinaria opportunità per ridare efficienza masticatoria ai pazienti che hanno perso tutti i denti; le protesi inferiori ancorate anche solo su due impianti, cambiano la vita dei pazienti. Le sistematiche che con due o quattro impianti possono ridare potere masticatorio rilevante a colui che ha perso ogni dente, una vera rivoluzione, in atto già da più di vent'anni. In definitiva l'impiego degli impianti deve essere considerato come un presidio di grande efficacia del quale è bene non abusare; rivalutare le cure sui denti presenti è un obbligo per il professionista ma è anche un obbligo condividere con i pazienti le motivazioni e le scelte che portano agli impianti. Se convincenti e ben articolate, sicuramente porteranno ai risultati sperati ma una maggior attenzione a certi usi un poco disinvolti degli stessi dovrebbe far suonare un campanello d'allarme.
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche
presso l'Università degli Studi di Milano
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Indicazioni sugli impianti dentali
Un punto che è bene affrontare sin dall'inizio è quello di considerare l'implantologia come una disciplina dell'odontoiatria che si occupa di inserire dei supporti in titanio nell'osso in zone ove i denti se ne sono già andati. Troppo spesso si sente parlare di estrazioni e di posizionamento contestuale di impianti; sebbene questa metodica sia assolutamente indicata, spesso non sono indicate le circostanze ove questa soluzione viene prospettata. Bisogna diffidare del facile posizionamento di impianti, infatti, chi vorrebbe sostituire un proprio dito con un dito artificiale?
I limiti degli impianti dentali
Ci si dimentica spesso che la tecnica implantologica non sia priva di rischi, soprattutto se effettuata in condizioni cliniche non altamente protette, con misure di controllo delle infezioni peculiari per un intervento chirurgico in piena regola. Esiste poi la possibilità che l'impianto, nel breve o nel lungo periodo, non si integri nell'osso (il cosiddetto rigetto, che altro non è che una reazione settica determinata dai batteri che hanno contaminato la superficie dell'impianto); questa evenienza è comune nel 15% dei casi circa e spesso è dipendente dall'abilità dell'operatore e dalla tipologia dell'impianto.
L’efficacia degli impianti dentali
Detto questo, l'implantologia rimane una straordinaria opportunità per ridare efficienza masticatoria ai pazienti che hanno perso tutti i denti; le protesi inferiori ancorate anche solo su due impianti, cambiano la vita dei pazienti. Le sistematiche che con due o quattro impianti possono ridare potere masticatorio rilevante a colui che ha perso ogni dente, una vera rivoluzione, in atto già da più di vent'anni. In definitiva l'impiego degli impianti deve essere considerato come un presidio di grande efficacia del quale è bene non abusare; rivalutare le cure sui denti presenti è un obbligo per il professionista ma è anche un obbligo condividere con i pazienti le motivazioni e le scelte che portano agli impianti. Se convincenti e ben articolate, sicuramente porteranno ai risultati sperati ma una maggior attenzione a certi usi un poco disinvolti degli stessi dovrebbe far suonare un campanello d'allarme.
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche
presso l'Università degli Studi di Milano
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