30 novembre 2018
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Cisti mascellari: sintomi, diagnosi e cura
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È abbastanza frequente sentir parlare di cisti, ovvero di neoformazioni benigne a carico delle ossa mascellari. Spesso sono reperti casuali, ovvero, nel corso di un esame radiografico per valutare il complesso masticatorio del paziente si scorgono delle zone tondeggianti, radiotrasparenti (appaiono all'osservazione più scure), non di rado vicine all'apice dei denti. In effetti il termine cisti può essere usato in modo improprio perché solo l'esame istologico può dare spiegazione sulla vera natura di queste neoformazioni.
Essendo silenti possono rimanere per lungo tempo all'interno del comparto osseo dei mascellari; in casi molto rari, diventano talmente grandi che possono rompere la mandibola, ma sono eventi talmente rari che si riscontrano solamente nelle descrizioni dei testi.
Letteralmente la cisti è una cavità ripiena di liquido, circondata da epitelio e da tessuto fibroso; per dirla con un esempio singolare, può essere assimilabile a una immensa vescica. Le cisti possono infettarsi e generare delle reazioni ascessuali molto imponenti; avendo la cisti eroso molta della componente ossea, questi fenomeni settici trovano subito una via di drenaggio esterna e, pertanto, una volta fistolizzate, risultano innocue.
La terapia suggerita è sempre quella dell'enucleazione, ovvero dell'asportazione avendo aperto una breccia tra i tessuti duri residui e le vie mucose. Solitamente la guarigione, soprattutto se associata alla terapia del dente responsabile della cisti, è ottima e la percentuale di successo è molto vicina al 100%.
In alcuni casi la cisti è associata a denti che non sono usciti nella cavità orale; bisognerebbe sempre sospettare una situazione del genere quando il soggetto in questione ha la mancata eruzione di un elemento dentale dopo un paio d'anni dal periodo in cui fisiologicamente il dente sarebbe dovuto spuntare in arcata. Anche questi casi devono essere affrontati con interventi di chirurgia ambulatoriale perché una certa esperienza è necessaria per svolgere nel modo migliore questa tipologia di intervento.
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche
presso l'Università degli Studi di Milano
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I sintomi delle cisti mascellari
Essendo silenti possono rimanere per lungo tempo all'interno del comparto osseo dei mascellari; in casi molto rari, diventano talmente grandi che possono rompere la mandibola, ma sono eventi talmente rari che si riscontrano solamente nelle descrizioni dei testi.
Letteralmente la cisti è una cavità ripiena di liquido, circondata da epitelio e da tessuto fibroso; per dirla con un esempio singolare, può essere assimilabile a una immensa vescica. Le cisti possono infettarsi e generare delle reazioni ascessuali molto imponenti; avendo la cisti eroso molta della componente ossea, questi fenomeni settici trovano subito una via di drenaggio esterna e, pertanto, una volta fistolizzate, risultano innocue.
Curare le cisti mascellari
La terapia suggerita è sempre quella dell'enucleazione, ovvero dell'asportazione avendo aperto una breccia tra i tessuti duri residui e le vie mucose. Solitamente la guarigione, soprattutto se associata alla terapia del dente responsabile della cisti, è ottima e la percentuale di successo è molto vicina al 100%.
In alcuni casi la cisti è associata a denti che non sono usciti nella cavità orale; bisognerebbe sempre sospettare una situazione del genere quando il soggetto in questione ha la mancata eruzione di un elemento dentale dopo un paio d'anni dal periodo in cui fisiologicamente il dente sarebbe dovuto spuntare in arcata. Anche questi casi devono essere affrontati con interventi di chirurgia ambulatoriale perché una certa esperienza è necessaria per svolgere nel modo migliore questa tipologia di intervento.
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche
presso l'Università degli Studi di Milano
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