17 febbraio 2017
Aggiornamenti e focus
Il rapporto tra vita e fianchi può predire il rischio di diabete di tipo 2 e coronaropatia
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La predisposizione genetica a un più elevato rapporto vita- fianchi aggiustato per l'indice di massa corporea (Bmi) si associa a un aumento del rischio di diabete di tipo 2 e malattia coronarica (Chd), secondo uno studio pubblicato su Jama. L'obesità, tipicamente definita sulla base del Bmi, è tra le principali cause di diabete di tipo 2 e malattia coronarica, ma per un dato indice di massa corporea la distribuzione del grasso nelle diverse zone del corpo può variare in modo sostanziale: in alcune persone l'adipe si deposita in misura maggiore intorno agli organi viscerali (adiposità addominale), mentre in altri sulle cosce e sui fianchi. «In molti studi osservazionali l'adiposità addominale si associa a un aumentato rischio di diabete di tipo 2 e coronaropatia» esordisce Sekar Kathiresan del Massachusetts General Hospital e Harvard Medical School di Boston, che assieme ai colleghi ha esaminato se una predisposizione genetica a un maggiore rapporto vita- fianchi aggiustato per il Bmi fosse associata a livelli più elevati di lipidi, glicemia e pressione arteriosa sistolica, ma anche a un rischio aumentato di diabete di tipo 2 e malattia coronarica.
Le stime si basano sui dati derivati dalla sintesi dei risultati di 4 studi di associazione su scala genomica (Genome- Wide Association) condotti tra il 2007 e il 2015 per un totale di 322. 154 partecipanti, così come sui dati relativi a 111. 987 soggetti registrati nella UK Biobank, un archivio britannico che raccoglie tessuti biologici e informazioni sanitarie, oltre che dati sullo stile di vita e sulla storia medica familiare, di mezzo milione di persone. A conti fatti i ricercatori hanno scoperto che la predisposizione genetica a un maggiore rapporto vita- fianchi aggiustato per il Bmi, era associata a un aumento dei livelli di lipidi, insulina, glucosio e pressione sanguigna sistolica, così come a un rischio maggiore di diabete di tipo 2 e malattia coronarica. «Questi risultati non solo ben si accordano con precedenti osservazioni che associano adiposità addominale e malattie cardiometaboliche, ma suggeriscono che la distribuzione del grasso corporeo, oltre alla misurazione della Bmi, potrebbe spiegare una parte della variazione del rischio di diabete di tipo 2 e coronaropatia» concludono i ricercatori.
Jama 2017. doi: 10. 1001/jama.2016. 21042
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