Biosimilari in reumatologia, in Emilia Romagna c’è il vademecum

07 luglio 2015
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Biosimilari in reumatologia, in Emilia Romagna c’è il vademecum



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È proprio il caso di ribadirlo: l'unione fa la forza. È accaduto in Emilia Romagna, dove 13 Centri di reumatologia insieme all'Amrer, l'associazione che nella Regione riunisce i malati reumatici, hanno messo a punto un vero e proprio vademecum per l'uso dei farmaci biosimilari nel trattamento delle malattie reumatiche. Queste formulazioni sono simili in termini di qualità, sicurezza ed efficacia al farmaco biologico di riferimento per il quale è scaduta la copertura brevettuale. Hanno inoltre il vantaggio di costare meno rispetto al farmaco di marca e questo è un vantaggio non indifferente in questo momento di restrizioni. Permettono infatti di allargarne la prescrizione a un numero maggiore di pazienti, il che non è poco. Solo in Emilia Romagna sono circa 32mila le persone con esenzione attiva per malattia reumatica e oltre 500 i casi pediatrici. Il fatto che non sia la copia esatta del prodotto originale, ha portato però con sé una serie di dubbi terapeutici, che sono stati sciolti proprio da questo vademecum, il primo del genere in Italia.

I punti chiave sono in sostanza quattro:

1. In Emilia Romagna il paziente in cura con il medicinale di marca mantiene il farmaco originale;
2. I biosimilari vengono prescritti al pazienti cosiddetti naive, cioè che iniziano per la prima volta questo tipo di terapie;
3. Il medico ha libertà di scelta tra biologico e biosimilare;
4. Il farmacista, alla presentazione della ricetta, non può sostituire il biologico di marca, se prescritto, con quello biosimilare.



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