Over 65: il 75% dichiara di sentirsi bene

11 novembre 2023
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Over 65: il 75% dichiara di sentirsi bene



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La gran parte della popolazione adulta italiana (75 persone su 100) giudica il proprio stato di salute positivo, dichiarando di sentirsi "bene" o "molto bene". Lo affermano i risultati delle sorveglianze Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) e Passi d'Argento (PdA), coordinati dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) e aggiornati al 2021-2022. Una piccola percentuale (meno del 3%) riferisce di sentirsi male o molto male; la restante parte degli intervistati dichiara di sentirsi "discretamente".

Per quanto riguarda gli ultra 65enni, il 91% della popolazione anziana giudica complessivamente positivo il proprio stato di salute ("discreto" il 45%, "bene" o "molto bene" il 46%). Il restante 9% invece ne dà un giudizio negativo, riferendo che la propria salute "va male" o "molto male".

Per quanto riguarda, invece, l'uso dei farmaci negli anziani, dice la nota, risulta che l'87% ne ha fatto uso nella settimana precedente l'intervista e quasi la metà di loro (il 39% del campione totale) riferisce di averne assunti di almeno 4 diverse tipologie. In queste circostanze è molto importante l'uso consapevole dei farmaci e la compliance del piano terapeutico. Il ruolo del medico di medicina generale è quindi cruciale per la scelta, per l'utilizzo efficiente dei farmaci e per il monitoraggio e l'adesione al piano terapeutico, soprattutto nei pazienti anziani.

L'uso di farmaci, e in particolare di 4 o più diversi medicinali, cresce con l'età (28% fra i 64-74enni, 45% fra i 74-84enni e 61% fra gli ultra 85enni), è più frequente fra le persone con difficoltà economiche (53% vs 33% di chi non ne ha) e fra le persone con più bassa istruzione (51% vs 32%), e non mostra una significativa differenza per genere. L'assunzione di almeno 4 farmaci diversi riguarda il 44% di coloro che riferiscono una patologia cronica e ben il 72% di coloro che hanno comorbidità come cardiopatie, ictus o ischemia cerebrale, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, malattie croniche del fegato e/o cirrosi, insufficienza renale.

Non emergono differenze significative tra le varie aree del Paese e l'analisi temporale non mostra variazioni nel numero di farmaci assunti dagli ultra 65enni tra il 2016 e il 2021. Per quanto riguarda invece il controllo del piano terapeutico con il proprio medico, si è registrato un calo significativo nel biennio 2020-2021 delle persone che hanno effettuato il controllo nei 30 giorni precedenti l'intervista, che passa dal 42% del 2018-2019 al 30% nel biennio pandemico e rimane stabile nel 2021-2022. Aumenta invece la quota di chi ha effettuato il controllo del proprio piano terapeutico in tempi più lunghi, oltre 3 o 6 mesi prima dell'intervista.

La sospensione delle attività presso gli ambulatori e gli studi medici durante il lockdown, ma anche il timore di contrarre il Covid, è possibile che abbiano indotto a rinunciare o rinviare e la situazione a oggi non è tornata ai livelli pre-pandemia. Nel biennio 2021-2022 la stima delle persone che ha rinunciato a una visita è scesa al 32% e le motivazioni più diffuse sono le file di attesa troppo lunghe e la difficoltà di accesso ai servizi.

Il problema delle cadute nell'anziano è particolarmente rilevante non solo per la frequenza e la gravità degli esiti nel caso di fratture, ma anche per le conseguenze sul benessere psico-fisico, perché anche la sola insicurezza legata alla paura di cadere può limitare notevolmente lo svolgimento delle attività della vita quotidiana.

Dai dati 2021-2022 sulle cadute negli ultra 65enni, emerge che l'8%% degli intervistati ha dichiarato di essere caduto nei 30 giorni precedenti l'intervista e, nel 13% dei casi, è stato necessario il ricovero ospedaliero di almeno un giorno. Le cadute avvengono per lo più all'interno della casa (64%) e meno frequentemente in strada (19%), in giardino (13%) o altrove (4%). Per approfondire consulta le pagine dedicate alle cadute per la sorveglianza PdA.

Le cadute sono più frequenti con l'avanzare dell'età (le riferiscono il 6% dei 65-74enni e l'11% degli ultra 85enni), fra le donne (9% vs 6% negli uomini) e fra le persone con molte difficoltà economiche (12% vs 6% di chi non ne ha).

Le cadute avvengono per lo più all'interno della casa (64%) e meno frequentemente in strada (19%), in giardino (13%) o altrove (4%). Tuttavia, la casa non è percepita dagli anziani come un luogo a rischio di cadute: solo 1 intervistato su 3 la reputa un luogo in cui la probabilità di avere un infortunio è alta o molto alta. Questa consapevolezza cresce con l'età (46% fra gli ultra 85enni), è maggiore fra le donne (37% vs 24% fra gli uomini) e fra le persone con molte difficoltà economiche (43%) o una bassa istruzione (37%).

Il 66% degli intervistati riferisce di adottare il tappetino come presidio anticaduta nell'uso della vasca da bagno o della doccia, mentre è minore il ricorso ai maniglioni (22%) o ai seggiolini (15%). Tuttavia, complessivamente, solo il 71% degli intervistati ricorre all'uso di almeno uno di questi presidi anticaduta in bagno, mentre il restante 29% non li utilizza. L'uso di questi presidi è più frequente al crescere dell'età (tra gli ultra 85enni raggiunge l'84%), tra le donne (75%), fra le persone con maggiori difficoltà economiche (76%), fra chi ha un basso livello di istruzione (77%).

L'uso dei presidi anticaduta disegna la stessa distribuzione delle cadute e questo lascia immaginare un uso di questi presidi dettato dall'esperienza vissuta e finalizzato a prevenirne altre piuttosto che a una scelta di prevenzione a priori.

Infine, sembra essere ancora troppo bassa l'attenzione degli operatori sanitari al problema delle cadute fra gli anziani: solo il 18% dichiara di aver ricevuto, nei 12 mesi precedenti l'intervista, il consiglio dal medico o da un operatore sanitario su come evitare.


Per saperne di più 


fonte: Doctor33




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