One Health, Comuni italiani per la salute globale

31 maggio 2024
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One Health, Comuni italiani per la salute globale



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A Bologna il meeting nazionale della "Rete Città Sane Oms", che vede impegnati i Comuni italiani a promuovere un approccio One Health alla salute collettiva

«La Rete Città Sane OMS intende valorizzare, attraverso la condivisione di risorse e strumenti operativi, l'impegno e l'esperienza degli amministratori dei Comuni di piccole, medie e grandi dimensioni, riconoscendo il fondamentale ruolo di ciascuno. È per tale motivo che invitiamo i sindaci e i presidenti delle Regioni di tutta Italia a unirsi alla Rete per costruire una risposta collettiva e multidisciplinare per promuovere il benessere e la qualità di vita delle cittadine e dei cittadini. Unirsi alla rete vuol dire avere occasioni di crescita, confronto e formazione per la componente comunale politica e amministrativa. La rete è collettore di proposte e istanze dei Comuni che, insieme, assumono forza e trovano rappresentanza nei luoghi di confronto con stakeholders e altre istituzioni a tutti i livelli. Nell'attuale contesto storico, caratterizzato da congiunture geopolitiche, ambientali, sanitarie ed economiche sfavorevoli, riconosciute come "policrisi", sosteniamo l'approccio One Health quale riferimento per tutte le politiche, a garanzia della tutela del Pianeta e di tutti i suoi abitanti.».

Al termine del XXI Meeting nazionale, a Bologna, della Rete Città Sane Oms - "filiale" italiana di un progetto avviato dall'Organizzazione mondiale della sanità, di cui oggi fanno parte oltre 70 Comuni della penisola - una dichiarazione di intenti e, allo stesso tempo, un appello a che la rete diventi sempre più ampia. All'insegna dello slogan "One World, One Health, One Medicine".


Sanità e salute


Quella che emerge dai lavori del meeting condotto da Francesco Caroli, coordinatore della Rete Nazionale, e dalla tavola rotonda sul "Ruolo delle città per il benessere comune" è la necessità di sottolineare la funzione cruciale delle amministrazioni locali nel creare condizioni di vita salutari per il cittadino. E qui non si parla certo di assistenza sanitaria in senso stretto, le cui competenze spettano alle Regioni. Si tratta semmai - come fa notare l'assessore a Welfare e salute del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo - di assumere «un ruolo di coprogrammazione dei servizi sanitari». Partendo dal presupposto - convalidato ormai da numerosissimi studi - che «gli esiti di salute dipendono molto dalle condizioni socio-economiche degli individui». Una sperimentazione avviata a Bologna è quella delle "microaree della salute", centri aperti al pubblico che vedono la presenza di infermieri di comunità e assistenti sociali. Nel nome di quella "prossimità" ai cittadini che, dopo la pandemia, è diventata parola d'ordine quando si parla di salute collettiva.




Diverso ma con intenti analoghi è il progetto "FVG In Movimento. 10mila passi di salute" promosso Regione Friuli Venezia Giulia e realizzato da Federsanità ANCI FVG, il cui presidente, Giuseppe Napoli, è tra i relatori. L'obiettivo - in linea con i dettami dell'Oms - è quello di promuovere l'attività fisica quotidiana offrendo un'ampia gamma di percorsi regionali. Cento a oggi i Comuni della regione che hanno aderito all'iniziativa, nei quali vive il 60% della popolazione.

Ricorda Daniela Bianco (The European House Ambrosetti) che si dovrebbe parlare, a tutti i livelli, compreso quello di chi ha responsabilità istituzionali, di «ecosistema salute»: una visione complessiva che comprenda sanità, scuola, lavoro e ambiente.

Del resto presso il ministero della Salute opera il Dipartimento della salute umana, della salute animale e dell'ecosistema (One Health), e dei rapporti internazionali, rappresentato a Bologna da Ranieri Poli, che parla del Piano nazionale prevenzione 2020-25 e della necessità di «potenziare la risposta dei cittadini a determinate condizioni esterne».

All'interno dell'Istituto superiore di sanità è attivo invece il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute, di cui fa parte Valentina Possenti. Se la salute personale parte dagli stili di vita, il quadro che delinea non è tra i più confortanti, a livello nazionale, per le nuove generazioni: alti tassi, soprattutto al sud, di bambini sovrappeso o obesi; abuso dei device come nuova frontiera delle dipendenze; calo dell'abitudine al fumo, sostituita però da quella alle sigarette elettroniche, non certo salutari. Più in generale, fa notare Possenti, la sedentarietà è male diffuso nella popolazione italiana, indipendentemente dall'età.

Le testimonianze dal mondo delle imprese di Federica Alberti (Wellness Foundation) ed Ezio Lattanzio (Silver Economy Network) mettono in luce come l'approccio One Health debba accomunare pubbliche amministrazioni, settore privato e mondi no profit.

La chiusura spetta a Lamberto Bertolé, assessore a Welfare e salute del Comune e presidente della Rete Italiana Città Sane Oms: «Al di là di ogni altra considerazione è proprio il concetto di rete che abbiamo valorizzato e promosso. I Comuni hanno bisogno di avere strumenti e risorse adeguati per poter sviluppare al meglio il proprio potenziale. Le città hanno una funzione primaria nel promuovere salute per i propri cittadini attraverso l'azione sui determinanti di salute, veri e propri fattori che incidono nella vita delle persone: aree verdi, modelli di urbanizzazione, politiche di mobilità ma non solo. Abbiamo visto quanto siano importanti anche i determinanti sociali che possono tradursi, anche, in vere e proprie disuguaglianze di salute. A questo si aggiunge l'ulteriore sfida del progressivo invecchiamento della popolazione che comporta una trasformazione della domanda socio-sanitaria a cui dobbiamo rispondere con un ripensamento adeguato dei servizi a tutti i livelli, in cui ciascun attore e ciascuna Istituzione faccia la propria parte, a partire da quelle pubbliche, che tengano al centro i bisogni reali dei cittadini».




I Comuni premiati


A vincere l'Oscar per il 2024, nella sezione riservata alle grandi città, è Udine, con il progetto "GIOCHIamo - La relazione attraverso il gioco", mentre Ponte di Piave si aggiudica il premio come miglior progetto tra i piccoli Comuni (sotto i 15.000 abitanti) con "Più sport per tutti".

Assegnate anche alcune menzioni speciali: per Originalità e innovazione delle tematiche al Comune di Cremona, con il progetto "Alimentiamo il contagio positivo della conoscenza"'; per Rilevanza delle attività, per l'incidenza nel contesto locale e l'attualità della tematica, al Comune di Milano, con il progetto "Accoglimi"; per Coinvolgimento e partecipazione al Comune di Bologna, con il progetto "Microarea della salute Pescarola"; per Trasferibilità, per la facilità di attuazione del progetto in altro contesto, al Comune di Cisternino, con il progetto "Giornata mondiale della salute mentale". Proprio su quest'ultimo tema la Rete ha lanciato il progetto che si svolgerà a ottobre 2024 e che coinvolgerà numerosi Comuni: "Everyone4Mentalhealth".


Giuseppe Tandoi




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