Vaiolo delle scimmie - Mpox: la trasmissione a cani e gatti

09 settembre 2024
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Vaiolo delle scimmie - Mpox: la trasmissione a cani e gatti



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Cani, gatti e altri animali domestici possono essere infettati dal vaiolo delle scimmie (Mpox)?

Mpox negli animali


Oggi ci sono ancora delle incertezze sulle specie animali serbatoio del virus e su come venga mantenuta la sua circolazione in natura, sebbene si sospetti un ruolo determinate dei roditori. Sulla base delle attuali conoscenze, il quadro epidemiologico in natura risulta complesso, descrivibile come un'infezione a potenziale zoonotico, endemica in vaste aree dell'Africa Centrale e Occidentale, che coinvolge una rete di potenziali specie animali ospiti di mantenimento e altre specie suscettibili in grado di trasmettere il virus all'uomo.

Finora solo in poche occasioni il virus è stato isolato in natura negli animali:

· il primo isolamento risale al 1985 da uno scoiattolo con lesioni cutanee, rinvenuto nella Repubblica Democratica del Congo. Durante lo studio, è stata anche rilevata la sieropositività per l'Orthopoxvirus sia tra primati non umani che tra piccoli mammiferi, come scoiattoli, ratti e toporagni, mentre animali domestici, quali pecore, capre e gatti, sono risultati negativi.

· il secondo isolamento risale al 2012, nell'ambito di un programma di sorveglianza della fauna in Costa D'Avorio, dove una scimmia è stata trovata morta con lesioni cutanee crostose. Il programma ha evidenziato che nello scimpanzè l'infezione, oltre che nella forma cutanea, può manifestarsi in una forma respiratoria lieve o grave senza un diffuso rash cutaneo.

In condizioni sperimentali, roditori come conigli, scoiattoli, cani della prateria, ratti, criceti e cavie mostrano livelli variabili di suscettibilità a seconda della via di infezione e dell'età dell'animale. Ulteriori informazioni derivano da focolai in animali da laboratorio e negli zoo.

Tra i focolai descritti in animali selvatici detenuti come animali da compagnia, un esempio di diffusione del virus tra specie animali si è verificato durante il primo focolaio negli Stati Uniti del 2003, in cui furono riportati anche 47 casi umani. L'infezione fu attribuita al contatto con cani della prateria che avevano a loro volta contratto l'infezione, all'interno di un negozio di animali, da roditori selvatici importati dal Ghana.


Trasmissione da animali


Per i Cdc americani (Centers for Disease Control and Prevention) diverse specie di piccoli mammiferi, come scoiattoli, ratti e ghiri, possono essere portatori del virus in alcune parti dell'Africa occidentale e centrale.

Le persone possono contrarre il virus attraverso il contatto diretto con animali infetti, ad esempio durante la caccia, la cattura e la lavorazione di carcasse infette o delle loro parti del corpo o dei loro fluidi, comprese le secrezioni respiratorie e deiezioni solide e liquide.

I piccoli mammiferi, inoltre, possono esserne portatori senza sintomi, mentre i primati non umani come le scimmie possono ammalarsi di Mpox e presentare segni di malattia come gli esseri umani.


Trasmissione agli animali

Sempre i Cdc riportano che il virus del vaiolo delle scimmie può infettare un'ampia gamma di specie di mammiferi, tra cui scimmie, formichieri, ricci, cani della prateria, scoiattoli e toporagni.

"Stiamo ancora imparando quali specie di animali possono essere infettate dal virus. Non sappiamo con certezza se gli animali domestici come cani e gatti possano essere infettati, ma potrebbe essere possibile. Sebbene non sappiamo se rettili, anfibi o uccelli possano contrarre l'Mpox, è improbabile poiché non è stato riscontrato che questi animali siano infettati da altri orthopoxvirus".

In base alle indicazioni dei Cdc americani, "le persone affette da Mpox potrebbero trasmettere il virus agli animali domestici attraverso il contatto ravvicinato, ovvero carezze, abbracci, baci, leccate, condivisione della zona notte e condivisione del cibo". Quindi se si è stati contagiati, bisogna evitare il contatto non solo con gli altri esseri umani ma anche con gli animali domestici, che potrebbero mostrare sintomi diversi da quelli umani.

"I possibili sintomi negli animali domestici includono eruzione cutanea, letargia, mancanza di appetito, tosse, gonfiore, secrezioni o croste nasali e oculari, febbre, piaghe cutanee che inizialmente possono assomigliare a un brufolo o a una vescica".


fonte: Veterinaria33




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