15 gennaio 2025
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Anziani e pet: tanti i benefici per la salute
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In occasione del 69° Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), uno studio presentato da medici geriatri e veterinari riuniti nell'Associazione VETeris rivela che vivere con un cane o un gatto riduce del 15% le visite mediche, diminuendo pressione arteriosa e colesterolo, e migliorando la salute psicofisica. Il risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale è stimato intorno ai 4 miliardi di euro.
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Animali da compagnia come farmaci naturali
Gli animali da compagnia riducono del 15% le visite mediche che, insieme a una minor spesa farmacologica, possono portare a un risparmio stimato di 4 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale. Cani, gatti e conigli, non sono soltanto compagni in grado di colmare un senso di solitudine, soprattutto durante le festività natalizie, ma anche un distillato di benefici per la salute, specialmente per gli over 65. Il loro effetto, infatti, può essere paragonato a quello di un farmaco: antipertensivo, antidepressivo, antidolorifico. A passare in rassegna i benefici di cani, gatti e conigli sono gli specialisti dell'associazione VETeris, in occasione del 69° Congresso nazionale della Sigg che si è concluso a Firenze.
"Si individuano due livelli di benefici per la salute e il benessere degli anziani attraverso la relazione con gli animali. Quelli che derivano dall'introduzione di animali di compagnia per la cura di specifiche patologie, riconoscendo agli amici a quattro zampe il ruolo di co-terapisti nel trattamento, e quelli che derivano dalla presenza di un animale nel contesto casalingo che favorisce l'interazione sociale, aiuta a colmare il senso di solitudine e inutilità attraverso l'accudimento, donando benessere e gratificazione affettiva di grande valore, con benefici non solo psicologici ed emotivi, ma anche sulla salute fisica" afferma Andrea Ungar, presidente della SIGG, ordinario di Geriatria all'Università di Firenze e Presidente dell'Associazione VETeris. "Il dato che ora emerge, certificato dalla pratica clinica - continua il professore -, è che lo stimolo all'attività motoria derivato dal rapporto di accudimento dell'animale da parte dell'anziano, porta a vere e proprie modificazioni dei parametri fisici come l'abbassamento della pressione, il rallentamento del ritmo cardiaco e respiratorio, fino addirittura, alla riduzione del colesterolo e dei trigliceridi, con meno attacchi cardiaci e minore mortalità per malattie cardiovascolari".
Una ricerca pubblicata sulla rivista Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes ha evidenziato che avere un cane riduce del 33% il rischio di morte nei pazienti reduci da infarto che vivono soli.
"Tutto ciò - continua Ungar - si traduce in una necessità ridotta del 15% di visite mediche, per cui gli anziani trascorrono in media, all'anno, 21 giorni fuori casa, come dimostra un recente studio pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, senza contare un risparmio di circa 4 miliardi di euro per il Sistema Sanitario Nazionale".
"La capacità degli animali di sviluppare un complesso sistema comunicativo non verbale con gli esseri umani, che nulla ha a che fare con il linguaggio e la memoria, competenze spesso compromesse in presenza di demenza, è alla base del loro utilizzo come terapia complementare, soprattutto negli anziani con difficoltà cognitive, anche gravi, o con patologie psichiatriche" sottolinea Marco Melosi, Veterinario e Vicepresidente di VETeris. Infatti, "anche una semplice azione, come accarezzare l'animale, riesce a generare rilassamento e un calore che, attraverso la produzione di vari neurotrasmettitori, migliora rigidità e ipertrofia muscolare tipica delle patologie neurologiche, ravviva i meccanismi cerebrali dell'attenzione e stimola il coordinamento psicomotorio".
A dimostrarlo anche un recente studio pilota osservazionale condotto da VETeris insieme alla associazione Humanimal su anziani con demenza lieve residenti in una RSA di Firenze nella quale sono stati introdotti Interventi Assistiti con gli Animali condotti sotto controllo veterinario e con operatori specializzati nel settore e cani addestrati ad hoc. Sulla base dei dati ottenuti dalla valutazione geriatrica multidimensionale realizzata prima e dopo il ciclo di intervento assistito con l'animale, è stata osservata una riduzione dei disturbi psico-comportamentali associati alla demenza dell'83,3%, tra i quali anche il senso di smarrimento, un miglioramento della postura, un progressivo aumento delle interazioni e del contatto, sia con i cani che con gli operatori e gli altri pazienti.
"Essere soli a Natale può sicuramente aumentare l'ansia e la depressione anche nell'anziano senza specifiche patologie, soprattutto se ha da poco perso una persona cara - sottolinea Chiara Mussi, ordinaria di Geriatra all'Università di Modena e Reggio Emilia e Co-fondatrice di VETeris.
"In queste situazioni il contatto con un animale può essere un antidoto alla solitudine e colmare anche parzialmente la sensazione di 'vuoto'. Tanto che lo scorso anno è stato approvato in Senato un emendamento proposto dalla SIGG e da VETeris che ha introdotto il principio di promozione del mantenimento degli animali domestici per contrastare la solitudine, preservare l'indipendenza funzionale e mantenere una buona qualità di vita in età avanzata", conclude Maria Chiara Catalani, Medico Veterinario comportamentalista e co-fondatrice di VETeris.
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