01 dicembre 2015
Aggiornamenti e focus
Europa, occhi puntati sulla Spagna
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Non è certo la prima volta che la Spagna viene portata alla ribalta nel panorama europeo quando si parla di equivalenti. Risale al 2000, cioè subito dopo il varo da parte del Governo spagnolo delle norme per la vendita dei generici, la campagna per convincere i cittadini che si trattasse di medicinali uguali per efficacia, qualità e sicurezza, a quelli di marca e far sì che fossero pronti ad accettare senza stupirsi la ricetta del medico che avrebbe prescritto un equivalente invece del farmaco originator.
Siamo ormai all'alba del 2016 e tutti gli sforzi sono andati nulli, tanto che per migliorare la situazione è scesa in campo anche l'Ega, European generic and biosimila medicines association. Insieme alla Aeseg, Spanish generic medicines association, ha annunciato a metà novembre l'impegno congiunto ad adottare nuove misure per incrementare l'accesso ai farmaci equivalenti ed eliminare barriere di mercato. La ragione? Oggi la Spagna è l'unico Paese nell'Unione Europea dove i farmaci originator hanno lo stesso prezzo degli equivalenti. Una politica, questa, che decisamente rema contro il mercato dei generici e la filosofia che accomuna in tutto il mondo questi farmaci, cioè ottenere in ogni Stato un contenimento delle uscite dalle casse del Servizio sanitario nazionale.
Nei prossimi mesi dunque, l'obiettivo sarà quello di mettere a punto un lavoro in tandem con le Autorità spagnole al fine di migliorare questa situazione e far sì che si attui anche un'apertura del mercato spagnolo alla produzione di nuovi generici con di conseguenza la creazione di nuovi posti di lavoro. L'impegno assunto da Ega insieme a Aeseg non arriva a caso. L'associazione europea prevede di arrivare per il 2020 a far sì che equivalenti e biosimilari rappresentino tra il 75 e l'80 percento dei farmaci utilizzati nell'Unione Europea.
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Siamo ormai all'alba del 2016 e tutti gli sforzi sono andati nulli, tanto che per migliorare la situazione è scesa in campo anche l'Ega, European generic and biosimila medicines association. Insieme alla Aeseg, Spanish generic medicines association, ha annunciato a metà novembre l'impegno congiunto ad adottare nuove misure per incrementare l'accesso ai farmaci equivalenti ed eliminare barriere di mercato. La ragione? Oggi la Spagna è l'unico Paese nell'Unione Europea dove i farmaci originator hanno lo stesso prezzo degli equivalenti. Una politica, questa, che decisamente rema contro il mercato dei generici e la filosofia che accomuna in tutto il mondo questi farmaci, cioè ottenere in ogni Stato un contenimento delle uscite dalle casse del Servizio sanitario nazionale.
Nei prossimi mesi dunque, l'obiettivo sarà quello di mettere a punto un lavoro in tandem con le Autorità spagnole al fine di migliorare questa situazione e far sì che si attui anche un'apertura del mercato spagnolo alla produzione di nuovi generici con di conseguenza la creazione di nuovi posti di lavoro. L'impegno assunto da Ega insieme a Aeseg non arriva a caso. L'associazione europea prevede di arrivare per il 2020 a far sì che equivalenti e biosimilari rappresentino tra il 75 e l'80 percento dei farmaci utilizzati nell'Unione Europea.
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