Miopia nei bambini: potrebbe dipendere dal computer

20 gennaio 2016
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Miopia nei bambini: potrebbe dipendere dal computer



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Si è parlato anche di miopia al Congresso annuale della Accademia americana di oftalmologia da poco conclusosi a Las Vegas e gli esperti hanno individuato tra le cause del difetto il tempo trascorso davanti a monitor di computer, tablet e smatphone.

«I dati ci fanno sospettare che l'aumento del numero di bambini affetti da miopia sia legato al crescente lavoro "da vicino" al quale sono sottoposti gli occhi dei più giovani» spiega Rohit Varma, direttore dell'Eye Institute dell'Università della California a Los Angeles, «con il termine "lavoro da vicino" si intende l'impiego dell'occhio in attività come guardare uno schermo posizionato a poca distanza dall'occhio stesso».

E, come fanno notare gli oftalmologi statunitensi, i ragazzi trascorrono oggi molte ore al giorno davanti a telefoni cellulari e tablet o computer, spesso in condizioni di luce non adatte perché di intensità troppo bassa. «La miopia può colpire chiunque, ma è più probabile che si manifesti in bambini che hanno genitori miopi ed è più comune nelle aree urbane che in quelle rurali» afferma David Epley, portavoce dell'Accademia Americana di Oftalmologia che assieme ai colleghi ha valutato la diffusione del disturbo visivo nei bambini che vivono negli Stati Uniti notando differenze che dipendono dalla genetica (i bambini di origine asiatica sono maggiormente predisposti alla miopia), ma anche dallo stile di vita e in particolare dalle ore trascorse davanti a uno schermo.

«L'occhio colpito da miopia riesce a mettere a fuoco in modo corretto le immagini e gli oggetti vicini, ma non quelli lontani» precisa David Hunter, oftalmologo al Children's Hospital di Boston, sottolineando che è possibile rallentare la progressione della miopia. «La soluzione c'è ed è piuttosto semplice: bisogna incoraggiare i bambini a trascorrere più tempo all'aperto e alla luce naturale» raccomandano gli esperti. «Non c'è un numero preciso di ore raccomandate per l'attività all'aperto, ma è certo che quando si è all'esterno gli occhi devono lavorare molto più su oggetti lontani che su oggetti vicini e inoltre hanno a disposizione la luce naturale e non la fievole luce artificiale di quando lavorano davanti a uno schermo».



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