Dolore cervicale, consigli utili. Il ruolo del fisioterapista

03 ottobre 2016
Interviste

Dolore cervicale, consigli utili. Il ruolo del fisioterapista



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Quando si soffre di un disturbo fisico non è sempre semplice capire a chi rivolgersi per un consulto. L'Associazione italiana fisioterapisti, in occasione della recente giornata mondiale della fisioterapia, ha pensato per questo motivo di avviare una campagna informativa, per spiegare come scegliere il fisioterapista e quando, per dare consigli utili al cittadino che spesso non sa che può andare dal fisioterapista anche se soffre di incontinenza, per dare suggerimenti su come prevenire e combattere il dolore cervicale, e infine, per sottolineare il ruolo che un professionista competente e preparato può avere nell'aiutare chi non soffre di alcun problema particolare a prevenirne la comparsa, con utili misure di prevenzione. Dica33 ne ha parlato con Mauro Tavarnelli, presidente dell'associazione.

Dottor Tavarnelli, in quali circostanze è utile rivolgersi al fisioterapista?
«La fisioterapia è la disciplina che si occupa della prevenzione, cura, valutazione, abilitazione e riabilitazione delle disfunzioni di vari sistemi. È pregiudizio comune che il fisioterapista vada consultato solo dopo traumi sportivi o determinati interventi chirurgici. In realtà la sua funzione può essere anche preventiva e riguarda tutte le fasce d'età: evolutiva, adolescenziale, adulta, terza età e la categoria dello sportivo.
Tra le principali patologie di cui si occupa la fisioterapia si possono citare quelle neuromuscoloscheletriche (per esempio il mal di schiena causato da un trauma, o il mal di testa di origine cervicale), del sistema nervoso centrale e periferico (come gli esiti da ictus, e le paralisi periferiche), cardio-circolatorie (per esempio le conseguenze di infarto, insufficienza venosa o arteriosa), dell'apparato respiratorio (insufficienze respiratorie per esempio per edema polmonare, o Bpco) e dell'apparato genito-urinario (con in cima l'incontinenza urinaria), oltre ovviamente alle conseguenze di interventi chirurgici (come i disturbi legati a cicatrici, protesi articolari eccetera)».

Quali sono i criteri che devono guidare la scelta di un fisioterapista?
«Bisogna partire dal presupposto che il fisioterapista è il professionista sanitario laureato e che solo lui può praticare la fisioterapia. Il Parlamento non ha ancora approvato il disegno di legge che istituisce l'albo dei fisioterapisti perché i cittadini vi possano riconoscere quelli veri. Aifi, l'Associazione Italiana Nazionale dei Fisioterapisti (l'unica Associazione di categoria rappresentativa in Italia, riconosciuta dal ministero della Salute) presente su tutto il territorio nazionale, da sempre, fra i suoi compiti, ha quello di fare chiarezza sulla figura del fisioterapista. Offre inoltre al cittadino la possibilità di poter individuare i fisioterapisti più vicini, che facendo parte dell'Associazione hanno tutte le carte in regola per esercitare questa professione. Infatti, chi si associa ad Aifi ha l'obbligo di fornire la documentazione che accerti i requisiti essenziali, in primis il titolo universitario abilitante. Diversamente chi decide di rivolgersi a un fisioterapista non iscritto ad Aifi, non deve fare altro che accertarsi del suo titolo di studio.

Occorre fare attenzione ai falsi fisioterapisti. Un vero fisioterapista è anche colui che informa il cittadino su quando consultarlo, su cosa si dovrà aspettare dalla fisioterapia e per quanto avrà bisogno del suo aiuto per raggiungere gli obiettivi proposti».

Ci sono dei campanelli di allarme che aiutano a individuare chi si spaccia per esperto in questo campo?
«Sì, e per questo è bene prestare attenzione al comportamento. Nessun fisioterapista metterà le mani sul paziente senza chiedergli la documentazione clinica, anche per escludere che vi siano controindicazioni al trattamento. Se necessario, inoltre, sarà ben lieto di mettersi in contatto con il medico curante, per stabilire come gestire in equipe il problema. Il fisioterapista valutaaccuratamente il pazienteper capire quali siano le cause dei problemi e le eventuali diagnosi differenziali. Inoltre il vero professionista definisce bene la prognosi di trattamento ed ipotizza quindi un percorso riabilitativo con tempi e numero di sedute. Soprattutto, il certificato di laurea conta. Verificare il titolo di studio che abilita alla professione, cioè la laurea in Fisioterapia rilasciata in Italia oppure un titolo equipollente o equivalente. Bando all'imbarazzo: i veri professionisti saranno ben contenti della domanda».

Che cosa può consigliare per prevenire e combattere il dolore cervicale?
«Il dolore cervicale può dipendere da molte patologie e disfunzioni. Questo però non deve far paura perché la maggior parte dei dolori vertebrali sono privi di una causa patologica seria e quindi possono essere curati facilmente o prevenuti seguendo alcune regole ergonomiche personalizzate.

Regola numero 1: nessun tratto cervicale è uguale ad un altro, quindi ognuno ha bisogno di accorgimenti personalizzati per ottenere i migliori risultati. Tutti gli esercizi e consigli che si trovano in riviste, siti o forum sono generici e quindi devono essere seguiti con le dovute precauzioni. Andare da un fisioterapista per farsi spiegare degli esercizi personalizzati per la propria colonna cervicale non è quindi una cattiva idea.

Regola numero 2: la colonna cervicale permette il passaggio di strutture importanti come vasi sanguigni, midollo spinale e nervi. Non si devono ignorare disturbi e/o dolori periferici come mal di testa, formicolii sulle braccia, sulle mani o sul dorso. Prima che il problema diventi cronico è meglio chiedere una valutazione posturale a un fisioterapista competente per capire se i disturbi percepiti derivano da un problema cervicale e come fermare questo processo se degenerativo.

Regola numero 3: le vertebre non sono indistruttibili, le ossa, i legamenti o le articolazioni possono degenerarsi più velocemente dei normali tempi fisiologici. Se in passato si è "abusato" del tratto cervicale, per sport agonistici, incidenti stradali, lavori usuranti, si dovrà prendere atto che il proprio corpo richiede una cura maggiore e specialistica per cui un check-up periodico dal fisioterapista può migliorare la qualità di vita oltre che prevenire i dolori cronici.

Regola numero 4: il corpo è fatto per muoversi. Gli stili di vita che prediligono posture sedentarie o sedute con il capo abbassato non aiutano certo a mantenere un benessere del tratto cervicale. Se per 8 ore al giorno si sta seduti di fronte ad un computer o per ore si resta distesi su di un divano in modo asimmetrico è molto probabile che le strutture muscolo scheletriche cervicali "reclamino vendetta". Una sana attività fisica (almeno 150 minuti la settimana secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, Oms) aiuta il corpo a restare attivo e mobile, quindi a non richiedere l'aiuto del fisioterapista per rimettersi in movimento dopo un periodo di inattività o di malattia.

Regola numero 5: Il fisioterapista da solo forse non potrà risolvere il disturbo. Alla fine di un ciclo di sedute, quindi, è molto probabile che il fisioterapista consigli degli esercizi o un'attività da fare in autonomia per mantenere i risultati ottenuti. La maggior parte dei pazienti esegue regolarmente queste indicazioni fino a che il dolore è ancora presente nella loro memoria per poi abbandonare e dimenticare tutto fino al successivo episodio. Oggi grazie all'aiuto della tecnologia si può sfruttare una videocamera per registrare i vari esercizi o le indicazioni del fisioterapista e inserire una scadenza nell'agenda in modo da non dimenticarsi né cosa fare né quando farlo.



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