12 marzo 2004
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Forse come sostengono gli osservatori più caustici presto si parlerà di una plastica della mutua, vale a dire che gli interventi di chirurgia estetica saranno passati dal Servizio sanitario nazionale. Il fenomeno degli interventi di chirurgia plastica si sta, infatti, diffondendo in maniera incontrollata, complici le trasmissioni televisive che rendono tutto più pericolosamente accessibile. Ma il fenomeno non è solo locale, pare che in paesi come l'Arabia Saudita o il Pakistan, prima immuni, la chirurgia estetica stia dilagando. Sono gli Stati Uniti, però, come sempre, a fare da battistrada e i dati appena pubblicati dall'American Society for Aesthetic Plastic Surgery lo confermano.
Le statistiche parlano chiaro. Gli americani che si sottopongono alla chirurgia plastica per eliminare difetti fisici sono aumentati del 20% nel 2003, circa 8,3 milioni di interventi. Dopo un blando rallentamento dell'anno precedente, di cui è facile trovare ragione nel post-11 settembre, ora la rincorsa all'aiuto chirurgico sembra in aumento inarrestabile. Un aumento che è del 12% dal 2002 per le procedure chirurgiche e del 22% per le non chirurgiche. Ma quali sono gli interventi più richiesti? Tra le procedure chirurgiche svettano la mastoplastica additiva (aumento del seno), in crescita del 17%, la blefaroplastica, in crescita del 17%, la rinoplastica, in aumento del 10% e la mastoplastica riduttiva, in crescita del 17%. Numeri del genere valgono anche alle nostre latitudini, dove secondo i più recenti dati Eurispes spiccano la blefaroplastica, l'eliminazione, cioè, delle borse sotto gli occhi (+22%) e la mastoplastica additiva (+42%), nonostante il seno "made in Italy" sia il riferimento per le donne europee che decidono di sottoporsi all'intervento. Ma è dato in crescita anche il fenomeno opposto, a conferma della gran confusione che regna in materia, visto che sono sempre più le donne che chiedono una riduzione del seno. E le procedure non chirurgiche?
Anche qui il catalogo è ben fornito. Spiccano l'iniezione di botox (+37%), la tossina botulinica purificata, che provoca un indebolimento temporaneo dei muscoli mimici del viso, attenuando così rughe e segni d'espressione, quindi la microdermoabrasione, peraltro in calo (-17%), trattamento levigante della pelle, in grado di correggere le cicatrici lasciate dall'acne. E ancora il peeling chimico (+46%) sempre per il trattamento della pelle, infine l'iniezione di collagene, in diminuzione del 21%. E per le procedure non chirurgiche i numeri sono destinati a lievitare ulteriormente nell'imminenza dell'arrivo sul mercato di nuovi filler, sostanze riempitive per il trattamento delle rughe, a base di acido ialuronico, già presente naturalmente nella pelle, che in dosaggi superiori dovrebbe donare volume e pienezza. A sottoporsi a questi interventi sono per la maggior parte persone che vogliono combattere i segni del tempo, con un'età compresa tra i 35 e i 50 anni, ma è in netto e preoccupante aumento il numero dei giovanissimi che si sottopongo a questi interventi, in numero addirittura superiore a quello degli over 50. Ed ancora più inquietante il numero di minorenni. Un dato che vale anche per l'Italia, dove le adolescenti rappresentano il 20% di chi si rivolge al chirurgo plastico (dati Eurispes). Segno dei tempi, l'operazione spesso rappresenta un regalo, come conferma l'impennata natalizia, il più delle volte delle mamme alle figlie. Un vero e proprio bene di consumo.
Le nuove frontiere
Quanto al sesso, sono ancora le donne a farla da padrone, più del doppio quelle che si sottopongono a un intervento. Ma il dato più rilevante riguarda la costante crescita degli uomini sottoposti a intervento, 1,1 milione circa, con un aumento del 31%. In Italia vale, come sempre, lo stesso con un 23% di italiani, raddoppiati in due anni, che si sottopongono a interventi. Ma quali? Vanno per la maggiore interventi come l'addominoplastica o ricostruzione addominale e il trapianto di capelli. Ma sono sempre sulla cresta dell'onda la rinoplastica, la liposuzione e il ringiovanimento facciale, che ha tra i suoi adepti anche il Presidente del Consiglio Berlusconi. Nell'ambito degli interventi femminili poi pare diffuso il cosiddetto effetto J-Lo, donne che chiedono un aumento dei glutei, per assomigliare alla celebre cantante Jennifer Lopez. Numeri e tipologie d'intervento che inducono sicuramente alla riflessione, ma al di là delle considerazioni sociologiche, come sottolinea il report statunitense, non bisogna sottovalutare questo tipo di interventi, che portano con sé rischi e complicanze. Non solo. La ciarlataneria in quest'area sanitaria la fa da padrona, tanto che secondo una recente denuncia di Niccolò Scuderi, direttore della cattedra di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica alla Sapienza di Roma, nell'80% dei casi i chirurghi estetici che appaiono in Tv non hanno una specializzazione precisa. E del resto manca a livello universitario una specializzazione ad hoc. È necessario perciò raccogliere tutte le informazioni sul chirurgo prima di sottoporsi a un ritocco estetico. Ne va della pelle.
Marco Malagutti
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Seno su seno giù
Le statistiche parlano chiaro. Gli americani che si sottopongono alla chirurgia plastica per eliminare difetti fisici sono aumentati del 20% nel 2003, circa 8,3 milioni di interventi. Dopo un blando rallentamento dell'anno precedente, di cui è facile trovare ragione nel post-11 settembre, ora la rincorsa all'aiuto chirurgico sembra in aumento inarrestabile. Un aumento che è del 12% dal 2002 per le procedure chirurgiche e del 22% per le non chirurgiche. Ma quali sono gli interventi più richiesti? Tra le procedure chirurgiche svettano la mastoplastica additiva (aumento del seno), in crescita del 17%, la blefaroplastica, in crescita del 17%, la rinoplastica, in aumento del 10% e la mastoplastica riduttiva, in crescita del 17%. Numeri del genere valgono anche alle nostre latitudini, dove secondo i più recenti dati Eurispes spiccano la blefaroplastica, l'eliminazione, cioè, delle borse sotto gli occhi (+22%) e la mastoplastica additiva (+42%), nonostante il seno "made in Italy" sia il riferimento per le donne europee che decidono di sottoporsi all'intervento. Ma è dato in crescita anche il fenomeno opposto, a conferma della gran confusione che regna in materia, visto che sono sempre più le donne che chiedono una riduzione del seno. E le procedure non chirurgiche?
In aumento i giovanissimi
Anche qui il catalogo è ben fornito. Spiccano l'iniezione di botox (+37%), la tossina botulinica purificata, che provoca un indebolimento temporaneo dei muscoli mimici del viso, attenuando così rughe e segni d'espressione, quindi la microdermoabrasione, peraltro in calo (-17%), trattamento levigante della pelle, in grado di correggere le cicatrici lasciate dall'acne. E ancora il peeling chimico (+46%) sempre per il trattamento della pelle, infine l'iniezione di collagene, in diminuzione del 21%. E per le procedure non chirurgiche i numeri sono destinati a lievitare ulteriormente nell'imminenza dell'arrivo sul mercato di nuovi filler, sostanze riempitive per il trattamento delle rughe, a base di acido ialuronico, già presente naturalmente nella pelle, che in dosaggi superiori dovrebbe donare volume e pienezza. A sottoporsi a questi interventi sono per la maggior parte persone che vogliono combattere i segni del tempo, con un'età compresa tra i 35 e i 50 anni, ma è in netto e preoccupante aumento il numero dei giovanissimi che si sottopongo a questi interventi, in numero addirittura superiore a quello degli over 50. Ed ancora più inquietante il numero di minorenni. Un dato che vale anche per l'Italia, dove le adolescenti rappresentano il 20% di chi si rivolge al chirurgo plastico (dati Eurispes). Segno dei tempi, l'operazione spesso rappresenta un regalo, come conferma l'impennata natalizia, il più delle volte delle mamme alle figlie. Un vero e proprio bene di consumo.
Le nuove frontiere
Quanto al sesso, sono ancora le donne a farla da padrone, più del doppio quelle che si sottopongono a un intervento. Ma il dato più rilevante riguarda la costante crescita degli uomini sottoposti a intervento, 1,1 milione circa, con un aumento del 31%. In Italia vale, come sempre, lo stesso con un 23% di italiani, raddoppiati in due anni, che si sottopongono a interventi. Ma quali? Vanno per la maggiore interventi come l'addominoplastica o ricostruzione addominale e il trapianto di capelli. Ma sono sempre sulla cresta dell'onda la rinoplastica, la liposuzione e il ringiovanimento facciale, che ha tra i suoi adepti anche il Presidente del Consiglio Berlusconi. Nell'ambito degli interventi femminili poi pare diffuso il cosiddetto effetto J-Lo, donne che chiedono un aumento dei glutei, per assomigliare alla celebre cantante Jennifer Lopez. Numeri e tipologie d'intervento che inducono sicuramente alla riflessione, ma al di là delle considerazioni sociologiche, come sottolinea il report statunitense, non bisogna sottovalutare questo tipo di interventi, che portano con sé rischi e complicanze. Non solo. La ciarlataneria in quest'area sanitaria la fa da padrona, tanto che secondo una recente denuncia di Niccolò Scuderi, direttore della cattedra di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica alla Sapienza di Roma, nell'80% dei casi i chirurghi estetici che appaiono in Tv non hanno una specializzazione precisa. E del resto manca a livello universitario una specializzazione ad hoc. È necessario perciò raccogliere tutte le informazioni sul chirurgo prima di sottoporsi a un ritocco estetico. Ne va della pelle.
Marco Malagutti
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