20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
Sale la spesa in farmacia
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Come stanno gli italiani? Uno dei mezzi a disposizione del Ministero della salute per conoscere lo stato di salute e benessere dei cittadini è quello di analizzare i comportamenti sanitari della popolazione, non per ultimo il rapporto degli italiani con i farmaci. Va ricordato, però, che non sempre l'uso di farmaci sta a indicare maggiori problemi sanitari, anzi! Spesso il consumo di medicinali è sinonimo di un aumento della durata della vita media: con l'avanzare dell'età, infatti, aumenta anche il bisogno di cure, in particolare per le persone affette da malattie croniche. Inoltre, l'aumento dell'attenzione verso la prevenzione, aumentando il numero di diagnosi in fase preclinica di alcune malattie (come l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, ...), genera a sua volta un maggior ricorso alla terapia farmacologica (per esempio, le statine per chi ha il colesterolo alto). Altro fattore in grado di influenzare il consumo di farmaci, infine, è il mercato, attraverso cambiamenti nei prezzi, nelle formulazioni o nelle regole per la rimborsabilità.
Periodicamente l'OsMed (Osservatorio Nazionale sull'impiego dei Farmaci) raccoglie informazioni e realizza rapporti sull'uso dei farmaci in Italia. L'ultimo riguarda la Spesa per farmaci in Italia nel primo semestre 2001, che paragonato al precedente Rapporto Nazionale 2000 ha evidenziato un incremento della spesa farmaceutica territoriale a carico del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) del 36,5% (pari a 3.100 miliardi di lire) per la spesa netta e del 24% circa per la spesa lorda. In particolare, è aumentata la spesa per l'acquisto di farmaci di fascia A e B a carico, rispettivamente totale e parziale, del SSN, che dall'86% è passata al 94% (con conseguente riduzione dell'acquisto privato). L'acquisto di farmaci di fascia C (a totale carico dei cittadini) è, invece, diminuito dell'1% circa, con una riduzione del 6% circa nel numero delle confezioni vendute.
L'aumento di spesa a carico del SSN sembra dipendere, in gran parte, dall'aumento del numero delle prescrizioni (+19,4% rispetto al 1° semestre 2000) e, in misura minore, dall'aumento medio dei prezzi dei farmaci prescritti (incremento valore medio lordo per ricetta del 3,7% rispetto al 1° semestre 2000). A influenzare l'aumento del numero di ricette è, oltre all'abolizione del ticket e all'obbligo di prescrizione per nuove classi di medicinali, anche la riduzione da 6 a 3 del numero di confezioni prescrivibili su ciascun foglio per i soggetti affetti da patologie croniche (legge in vigore dal 20 settembre 2001).
Le differenze tra i vari paesi dell'Italia si fanno sentire anche riguardo al consumo di farmaci. Al primo posto troviamo il settentrione, con una spesa netta di 4.703.794.487.181 Lire, seguito dal Sud e dalle Isole (con 4.559.544.235.899 Lire) e infine, con un distacco maggiore, dall'Italia centrale (con 2.380.459.351.271 Lire). In particolare, il titolo di regione con il più alto consumo di medicinali spetta alla Lombardia, con una spesa netta di 1.207.460.717.961 Lire, seguita dalla Campania (1.302.187.801.080 Lire) e dal Lazio (1.254.039.386.422). Le regioni con il più basso indice di spesa netta sono, invece, la Valle d'Aosta (20.763.130.231 Lire) e il Molise (63.291.511.784). Per una valutazione più corretta, però, oltre alla spesa complessiva per l'acquisto di farmaci, bisognerebbe valutare anche il numero di abitanti per ogni regione e considerare, quindi, non più la spesa complessiva, ma la spesa farmaceutica netta per abitante. In questo caso il primo posto spetta alla Campania, con una spesa pro capite di 254.267 Lire, che rispetto al 2000 è aumentata del 32,2%. Al secondo posto è la Sicilia, con 247.486 Lire e un aumento rispetto all'anno precedente del 39,8%, seguita dal Lazio con una spesa pro capite di 239.494 Lire e un aumento dal 2000 del 40,6%. Agli ultimi posti, invece, troviamo Liguria (201.499) e Bolzano (150.965 Lire), con aumenti dal 2000 pari, rispettivamente, al 38% e al 39,3%.
Il maggior contributo all'incremento della spesa (pubblica e privata) per i farmaci di classe A e B è dato dai farmaci per il sistema cardiovascolare. Il 32,8% dell'aumento complessivo nel consumo di farmaci, infatti, è coperto dall'acquisto di medicinali per il cuore e per la circolazione in genere. Al secondo posto troviamo i farmaci per il sistema respiratorio, con un aumento complessivo del 18,2%, seguiti dai farmaci per il sistema nervoso centrale (17,5%) e dai farmaci per il sistema muscolo-scheletrico (14,8%).
Una questione di età
La percentuale dei soggetti che assumono farmaci, come si può ben immaginare, tende a crescere all'aumentare dell'età. Secondo indagini Istat del 1997, infatti, se fino ai 14 anni prendono farmaci il 16,9% dei giovanissimi, il consumo sale a oltre il 40% se consideriamo gli adulti dai 55 ai 64 anni d'età, sino a raggiungere la quota del 79% negli ultra settantacinquenni. In particolare, sono le donne ad assumere farmaci in percentuale maggiore (36,7%) rispetto agli uomini (28,7%) e quasi 9 volte su 10 chi fa uso di farmaci lo fa su prescrizione del proprio medico di famiglia (solo il 9,6%, infatti, assume medicinali di propria iniziativa).
Successive ricerche del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) nell'anno 1998 hanno registrato in Italia un totale di 18.643.000 soggetti che, nei due giorni precedenti l'intervista, avevano consumato dei farmaci.
Quando per acquistare basta un "click"
Ai dati statistici dell'acquisto di farmaci in Italia, da alcuni anni va aggiungendosi anche una buona percentuale di farmaci acquistati direttamente online. Nel nostro Paese la vendita di farmaci via Internet è illegale (fonte: Federazione nazionale ordini farmacisti italiani), ma essendo legale in altri Paesi, è possibile acquistare medicinali dall'Italia all'estero semplicemente con un "click" e una carta di credito. Negli Stati Uniti, in particolare, la vendita di farmaci online è diventata una vera e propria moda: in media, su 100 navigatori 18 vanno in Internet per ricorrere a siti specializzati nella vendita di farmaci online.
Ma se i farmaci prescritti dal medico quasi sempre presentano effetti collaterali, quelli comprati in rete sono ancora più rischiosi. E anche in questo caso i dati parlano chiaro: negli USA - avverte l'Ordine dei farmacisti - ogni ora muoiono 11 americani a causa di un utilizzo scorretto dei farmaci. In Italia, secondo dati della Health on the Net Foundation (che ha realizzato un codice di condotta per i siti che trattano di salute) circa 8 italiani su 100 avrebbero acquistato almeno un farmaco su Internet. Esagerato? Forse, ma resta il fatto che l'acquisto e il consumo di farmaci in rete (e quindi senza ricetta) nascondono molti rischi, che l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha così sintetizzato nella relazione "Farmaci e Internet, guida per la ricerca di informazioni attendibili":
Annapaola Medina
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Periodicamente l'OsMed (Osservatorio Nazionale sull'impiego dei Farmaci) raccoglie informazioni e realizza rapporti sull'uso dei farmaci in Italia. L'ultimo riguarda la Spesa per farmaci in Italia nel primo semestre 2001, che paragonato al precedente Rapporto Nazionale 2000 ha evidenziato un incremento della spesa farmaceutica territoriale a carico del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) del 36,5% (pari a 3.100 miliardi di lire) per la spesa netta e del 24% circa per la spesa lorda. In particolare, è aumentata la spesa per l'acquisto di farmaci di fascia A e B a carico, rispettivamente totale e parziale, del SSN, che dall'86% è passata al 94% (con conseguente riduzione dell'acquisto privato). L'acquisto di farmaci di fascia C (a totale carico dei cittadini) è, invece, diminuito dell'1% circa, con una riduzione del 6% circa nel numero delle confezioni vendute.
L'aumento di spesa a carico del SSN sembra dipendere, in gran parte, dall'aumento del numero delle prescrizioni (+19,4% rispetto al 1° semestre 2000) e, in misura minore, dall'aumento medio dei prezzi dei farmaci prescritti (incremento valore medio lordo per ricetta del 3,7% rispetto al 1° semestre 2000). A influenzare l'aumento del numero di ricette è, oltre all'abolizione del ticket e all'obbligo di prescrizione per nuove classi di medicinali, anche la riduzione da 6 a 3 del numero di confezioni prescrivibili su ciascun foglio per i soggetti affetti da patologie croniche (legge in vigore dal 20 settembre 2001).
La regione fa la differenza
Le differenze tra i vari paesi dell'Italia si fanno sentire anche riguardo al consumo di farmaci. Al primo posto troviamo il settentrione, con una spesa netta di 4.703.794.487.181 Lire, seguito dal Sud e dalle Isole (con 4.559.544.235.899 Lire) e infine, con un distacco maggiore, dall'Italia centrale (con 2.380.459.351.271 Lire). In particolare, il titolo di regione con il più alto consumo di medicinali spetta alla Lombardia, con una spesa netta di 1.207.460.717.961 Lire, seguita dalla Campania (1.302.187.801.080 Lire) e dal Lazio (1.254.039.386.422). Le regioni con il più basso indice di spesa netta sono, invece, la Valle d'Aosta (20.763.130.231 Lire) e il Molise (63.291.511.784). Per una valutazione più corretta, però, oltre alla spesa complessiva per l'acquisto di farmaci, bisognerebbe valutare anche il numero di abitanti per ogni regione e considerare, quindi, non più la spesa complessiva, ma la spesa farmaceutica netta per abitante. In questo caso il primo posto spetta alla Campania, con una spesa pro capite di 254.267 Lire, che rispetto al 2000 è aumentata del 32,2%. Al secondo posto è la Sicilia, con 247.486 Lire e un aumento rispetto all'anno precedente del 39,8%, seguita dal Lazio con una spesa pro capite di 239.494 Lire e un aumento dal 2000 del 40,6%. Agli ultimi posti, invece, troviamo Liguria (201.499) e Bolzano (150.965 Lire), con aumenti dal 2000 pari, rispettivamente, al 38% e al 39,3%.
I numeri per patologie
Il maggior contributo all'incremento della spesa (pubblica e privata) per i farmaci di classe A e B è dato dai farmaci per il sistema cardiovascolare. Il 32,8% dell'aumento complessivo nel consumo di farmaci, infatti, è coperto dall'acquisto di medicinali per il cuore e per la circolazione in genere. Al secondo posto troviamo i farmaci per il sistema respiratorio, con un aumento complessivo del 18,2%, seguiti dai farmaci per il sistema nervoso centrale (17,5%) e dai farmaci per il sistema muscolo-scheletrico (14,8%).
Una questione di età
La percentuale dei soggetti che assumono farmaci, come si può ben immaginare, tende a crescere all'aumentare dell'età. Secondo indagini Istat del 1997, infatti, se fino ai 14 anni prendono farmaci il 16,9% dei giovanissimi, il consumo sale a oltre il 40% se consideriamo gli adulti dai 55 ai 64 anni d'età, sino a raggiungere la quota del 79% negli ultra settantacinquenni. In particolare, sono le donne ad assumere farmaci in percentuale maggiore (36,7%) rispetto agli uomini (28,7%) e quasi 9 volte su 10 chi fa uso di farmaci lo fa su prescrizione del proprio medico di famiglia (solo il 9,6%, infatti, assume medicinali di propria iniziativa).
Successive ricerche del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) nell'anno 1998 hanno registrato in Italia un totale di 18.643.000 soggetti che, nei due giorni precedenti l'intervista, avevano consumato dei farmaci.
Quando per acquistare basta un "click"
Ai dati statistici dell'acquisto di farmaci in Italia, da alcuni anni va aggiungendosi anche una buona percentuale di farmaci acquistati direttamente online. Nel nostro Paese la vendita di farmaci via Internet è illegale (fonte: Federazione nazionale ordini farmacisti italiani), ma essendo legale in altri Paesi, è possibile acquistare medicinali dall'Italia all'estero semplicemente con un "click" e una carta di credito. Negli Stati Uniti, in particolare, la vendita di farmaci online è diventata una vera e propria moda: in media, su 100 navigatori 18 vanno in Internet per ricorrere a siti specializzati nella vendita di farmaci online.
Ma se i farmaci prescritti dal medico quasi sempre presentano effetti collaterali, quelli comprati in rete sono ancora più rischiosi. E anche in questo caso i dati parlano chiaro: negli USA - avverte l'Ordine dei farmacisti - ogni ora muoiono 11 americani a causa di un utilizzo scorretto dei farmaci. In Italia, secondo dati della Health on the Net Foundation (che ha realizzato un codice di condotta per i siti che trattano di salute) circa 8 italiani su 100 avrebbero acquistato almeno un farmaco su Internet. Esagerato? Forse, ma resta il fatto che l'acquisto e il consumo di farmaci in rete (e quindi senza ricetta) nascondono molti rischi, che l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha così sintetizzato nella relazione "Farmaci e Internet, guida per la ricerca di informazioni attendibili":
- non ci sono garanzie di sicurezza, qualità ed efficacia dei farmaci venduti;
- possono essere venduti farmaci per cui la sperimentazione sugli esseri umani è ancora in corso;
- non sempre è riportato il foglietto illustrativo integralmente: possono mancare informazioni sul dosaggio ed eventuali precauzioni. Oppure il foglietto può non essere aggiornato o scritto in una lingua che non si conosce;
- i farmaci venduti in rete potrebbero non essere rimborsati dalle assicurazioni sanitarie italiane;
- quelli non autorizzati in Italia potrebbero essere bloccati alla frontiera e, in caso di pagamento anticipato, potrebbero non rimborsarvi la spesa sostenuta;
- a seconda dei Paesi, farmaci con lo stesso nome potrebbero contenere principi diversi, mettendo a rischio la salute dell'utente;
- i dati personali rilasciati in un sito potrebbero non essere coperti da garanzie di riservatezza.
Annapaola Medina
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