14 febbraio 2010
Aggiornamenti e focus
L’esperto: «Grazie a Pandora, ora tocca a noi medici di famiglia»
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Medici di famiglia per individuare e prevenire il rischio cardiovascolare degli italiani. E come ricorda Giacomo Milillo, segretario generale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), «con lo studio Pandora confermiamo l'efficacia della medicina d'iniziativa da parte della medicina generale che, partecipando attivamente a ricerche cliniche internazionali, può dare un contributo importante anche alla razionalizzazione delle risorse in Sanità», sottolinea.«Sappiamo di dover passare da una medicina tutta centrata sull'attesa dell'evento a una medicina che vada a ricercare attivamente un elemento predittivo, come può essere un alterato indice pressorio caviglia/braccio (Abi), che insieme ad altri elementi di indagine può farci correre ai ripari prima che un grave evento cardiovascolare si verifichi. La capacità di medicina d'iniziativa può essere potenziata dall'utilizzo di tecnologie di facile impiego come il doppler che viene impiegato per rilevare l'Abi.Certo, oltre all'impegno dei medici di famiglia è importante che si accompagni un cambiamento a livello dell'organizzazione sanitaria nel nostro Paese: non si può pensare che i medici sostengano con le proprie sole forze il peso di un simile cambiamento. È necessario che i medici siano messi in condizione di praticare sempre di più la medicina d'iniziativa e che, quindi, non vengano lasciati soli ma che si possa creare una nuova organizzazione del servizio, che veda al fianco del medico di famiglia altro personale, sia di segreteria sia infermieristico o socio-sanitario per la gestione ottimale dei pazienti».
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