09 giugno 2005
Aggiornamenti e focus
Tre per due in farmacia
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Un tentativo era già stato fatto dall'ex ministro della sanità Veronesi, ma non aveva trovato l'accordo con Federfarma (l'associazione dei farmacisti titolari), cosa che invece è riuscito a fare il neo ministro Storace. A palazzo Chigi è stato infatti approvato il decreto legge che regola il prezzo di farmaci non rimborsabili dal servizio sanitario nazionale, cioè quelli di fascia C a carico dei cittadini, con o senza obbligo di prescrizione.L'obiettivo prefissato dal ministro è la riduzione dei costi dei farmaci con un risparmio per il cittadino calcolato tra il 10 e il 18%; il prossimo passo della manovra "taglia euro" per le medicine interesserà il prezzo del latte in polvere.
Il provvedimento prevede il blocco del prezzo dei farmaci di fascia C per due anni (fino al gennaio 2007) e la possibilità da parte delle aziende di fissare il prezzo ogni gennaio degli anni dispari. La novità sostanziale riguarda i farmaci da banco (OTC) e quelli senza obbligo di prescrizione (SOP), per questi è stata data l'autorizzazione ai farmacisti di applicare sconti fino al 20%, in pratica saranno assoggettati al regime di concorrenzaLa reazione di Federfarma è stata duplice. Se da una parte le misure prese valorizzano la professionalità del farmacista e consentono una riduzione dell'impatto degli aumenti dei medicinali di fascia C, dall'altra non essendoci più un prezzo fisso e unico, si enfatizzerà l'aspetto commerciale dell'attività della farmacia assimilando sempre più i farmaci senza ricetta a prodotti di largo consumo.Di maggior scetticismo la posizione delle associazione consumatori che mostrano parecchi dubbi sulla reale possibilità di risparmio per i cittadini in virtù della libera concorrenza di mercato. Uno dei timori è la possibilità, allo scadere dei due anni di blocco, di aumenti senza limitazioni, con una gara al rialzo per recuperare gli sconti concessi. Inoltre, sono in molti a dire che in realtà la concorrenza potrebbe essere solo apparente con differenze e disomogeneità territoriali soprattutto tra grandi e piccoli centri. Nei centri rurali o nei piccoli comuni dove, magari, c'è solo una farmacia sarà difficile garantire che il farmacista pratichi gli sconti dal momento che questi sfuggono tranquillamente ai meccanismi della concorrenza, per il semplice motivo che concorrenti non ce ne sono. E anche se fossero più di una, per gli orari notturni ce ne potrebbe essere solo una di turno, con lo stesso tipo di problema. Nelle grandi città il problema sarebbe opposto: sono talmente tante le farmacie che sarà problematico avere informazioni su quelle che applicano i prezzi più bassi; inoltre significherebbe spostamenti da un quartiere all'altro per ottenere uno sconto aggiuntivo. Si prospetta anche la paradossale situazione di vedere nell'arco della giornata variazioni dei prezzi su uno stesso prodotto e nella stessa farmacia; o un dilagare di sconti promozionali per incentivare i consumi con conseguenze sui rischi per la salute.
In questo quadro si staglia anche la richiesta di molte associazioni di consumatori che, per incrementare il risparmio dei cittadini, suggeriscono di estendere la vendita dei farmaci di fascia C alla grande distribuzione. Trovare i farmaci al di fuori delle farmacie avviene già in alcuni paesi europei, in Inghilterra tutti i medicinali da banco, di automedicazione possono essere venduti nei negozi e nei supermercati, negli Stati Uniti i farmaci senza prescrizione possono essere venduti praticamente ovunque. Le obiezioni a questa soluzione sono associate al controllo sui farmaci e sugli acquisti normalmente affidato ai farmacisti. Si tratta di prodotti particolari che per loro natura richiedono attenzione, per esempio nello stoccaggio: il trattamento sarà diverso rispetto alle scatole di biscotti. E sempre a differenza di una scatola di biscotti, se il cliente ne compra 10 pacchi è un conto, ma se sono 10 scatole di aspirina non c'è un farmacista ad allertarlo sui possibili effetti collaterali, perché il cassiere fa un altro lavoro.
Simona Zazzetta
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...e inoltre su Dica33:
Obiettivi di una legge
Il provvedimento prevede il blocco del prezzo dei farmaci di fascia C per due anni (fino al gennaio 2007) e la possibilità da parte delle aziende di fissare il prezzo ogni gennaio degli anni dispari. La novità sostanziale riguarda i farmaci da banco (OTC) e quelli senza obbligo di prescrizione (SOP), per questi è stata data l'autorizzazione ai farmacisti di applicare sconti fino al 20%, in pratica saranno assoggettati al regime di concorrenzaLa reazione di Federfarma è stata duplice. Se da una parte le misure prese valorizzano la professionalità del farmacista e consentono una riduzione dell'impatto degli aumenti dei medicinali di fascia C, dall'altra non essendoci più un prezzo fisso e unico, si enfatizzerà l'aspetto commerciale dell'attività della farmacia assimilando sempre più i farmaci senza ricetta a prodotti di largo consumo.Di maggior scetticismo la posizione delle associazione consumatori che mostrano parecchi dubbi sulla reale possibilità di risparmio per i cittadini in virtù della libera concorrenza di mercato. Uno dei timori è la possibilità, allo scadere dei due anni di blocco, di aumenti senza limitazioni, con una gara al rialzo per recuperare gli sconti concessi. Inoltre, sono in molti a dire che in realtà la concorrenza potrebbe essere solo apparente con differenze e disomogeneità territoriali soprattutto tra grandi e piccoli centri. Nei centri rurali o nei piccoli comuni dove, magari, c'è solo una farmacia sarà difficile garantire che il farmacista pratichi gli sconti dal momento che questi sfuggono tranquillamente ai meccanismi della concorrenza, per il semplice motivo che concorrenti non ce ne sono. E anche se fossero più di una, per gli orari notturni ce ne potrebbe essere solo una di turno, con lo stesso tipo di problema. Nelle grandi città il problema sarebbe opposto: sono talmente tante le farmacie che sarà problematico avere informazioni su quelle che applicano i prezzi più bassi; inoltre significherebbe spostamenti da un quartiere all'altro per ottenere uno sconto aggiuntivo. Si prospetta anche la paradossale situazione di vedere nell'arco della giornata variazioni dei prezzi su uno stesso prodotto e nella stessa farmacia; o un dilagare di sconti promozionali per incentivare i consumi con conseguenze sui rischi per la salute.
L'aspirina all'iper?
In questo quadro si staglia anche la richiesta di molte associazioni di consumatori che, per incrementare il risparmio dei cittadini, suggeriscono di estendere la vendita dei farmaci di fascia C alla grande distribuzione. Trovare i farmaci al di fuori delle farmacie avviene già in alcuni paesi europei, in Inghilterra tutti i medicinali da banco, di automedicazione possono essere venduti nei negozi e nei supermercati, negli Stati Uniti i farmaci senza prescrizione possono essere venduti praticamente ovunque. Le obiezioni a questa soluzione sono associate al controllo sui farmaci e sugli acquisti normalmente affidato ai farmacisti. Si tratta di prodotti particolari che per loro natura richiedono attenzione, per esempio nello stoccaggio: il trattamento sarà diverso rispetto alle scatole di biscotti. E sempre a differenza di una scatola di biscotti, se il cliente ne compra 10 pacchi è un conto, ma se sono 10 scatole di aspirina non c'è un farmacista ad allertarlo sui possibili effetti collaterali, perché il cassiere fa un altro lavoro.
Simona Zazzetta
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