11 luglio 2007
Aggiornamenti e focus
Ma la misura non conta
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Il problema delle confezioni ottimali, cioè di dosi calibrate sulla terapia con la quantità di prodotto necessaria alla cura, si ripropone periodicamente. Il vantaggio principale è quello di ridurre lo spreco, visto che secondo una recente indagine il 92 per cento delle famiglie interpellate conservava in casa farmaci. E di queste il 9 per cento ha più di 20 confezioni come scorta. Ma oltre allo spreco c'è il problema dell'abuso. Secondo uno studio britannico ridurre le confezioni riduce il rischio di overdose e di suicidio. Ma è veramente così? Uno studio canadese pubblicato su BMC Public Health, smentisce queste conclusioni.
Lo studio si sofferma sul paracetamolo, un farmaco molto diffuso e comunemente implicato nei casi di insufficienza epatica acuta. In Canada, per esempio, dove si è svolto lo studio, se ne vendono un miliardo e mezzo di compresse ogni anno. E nel 50 per cento dei casi la causa dei problemi epatici è proprio il principio attivo. Un overdose, peraltro, con una buona prognosi. Ma al di là dei danni per la salute le overdose da paracetamolo sono anche un costo, stimato attorno agli 87 milioni di dollari annuali negli Stati Uniti. In considerazione delle importanti implicazioni per la salute pubblica, continuano gli autori dello studio nella loro premessa, molta letteratura scientifica si è soffermata sull'epidemiologia dell'overdose da paracetamolo. E molta di questa letteratura si è sviluppata in Gran Bretagna, dove una legge del 1998 ha limitato la taglia delle confezioni di paracetamolo a 16 compresse da 500 mg. Una legislazione che avrebbe dato risultati positivi. Una review sistematica ha preso in esame l'impatto di queste restrizioni, riportando una riduzione nei ricoveri ospedalieri e nei trapianti di fegato per overdose da farmaco. Ma i risultati non sono univoci, come conferma lo studio canadese.
I dati canadesi, infatti, parlano di una riduzione delle overdose da paracetamolo di oltre il 40% nel decennio che ha preceduto il 2004. E il tutto senza cambiare le confezioni dei farmaci. Ma come si è arrivati a questo risultato? Lo studio ha preso in esame dai database amministrativi i dati di oltre 1500 pazienti ospedalizzati per overdose da paracetamolo nel periodo compreso tra il 1995 e il 2004. A partire dal 1995 si è passati dai 19,6 ricoveri per 100000 abitanti ai 12,1 del 2004. Andando nel dettaglio dei dati il team canadese ha riscontrato sotto i 50 anni una diminuzione del 46% dei ricoveri, ma passati i 50, invece, la percentuale aumentava del 50 per cento addirittura. E le donne stanno peggio degli uomini il 46 per cento contro il 29. La maggior parte delle overdose (85 per cento) sono state intenzionali, il resto è fatto di casi accidentali (13 per cento) e il 2 per cento di omicidi o di eventi non meglio spiegati. Del resto i prodotti da banco disponibili a base di paracetamolo sono oltre 100. C'è l'imbarazzo della scelta. E, aggiungono gli autori, spesso è la mancata consapevolezza di medici e pazienti che peggiora le cose, favorendo le overdose accidentali. Ma le miniconfezioni non svolgono alcun ruolo. E lo dice chiaramente il fatto che le overdose canadesi siano un quinto di quelle britanniche, nonostante la mancata restrizione del packaging.
Marco Malagutti
Fonte:
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...e inoltre su Dica33:
Drogati di paracetamolo
Lo studio si sofferma sul paracetamolo, un farmaco molto diffuso e comunemente implicato nei casi di insufficienza epatica acuta. In Canada, per esempio, dove si è svolto lo studio, se ne vendono un miliardo e mezzo di compresse ogni anno. E nel 50 per cento dei casi la causa dei problemi epatici è proprio il principio attivo. Un overdose, peraltro, con una buona prognosi. Ma al di là dei danni per la salute le overdose da paracetamolo sono anche un costo, stimato attorno agli 87 milioni di dollari annuali negli Stati Uniti. In considerazione delle importanti implicazioni per la salute pubblica, continuano gli autori dello studio nella loro premessa, molta letteratura scientifica si è soffermata sull'epidemiologia dell'overdose da paracetamolo. E molta di questa letteratura si è sviluppata in Gran Bretagna, dove una legge del 1998 ha limitato la taglia delle confezioni di paracetamolo a 16 compresse da 500 mg. Una legislazione che avrebbe dato risultati positivi. Una review sistematica ha preso in esame l'impatto di queste restrizioni, riportando una riduzione nei ricoveri ospedalieri e nei trapianti di fegato per overdose da farmaco. Ma i risultati non sono univoci, come conferma lo studio canadese.
La confezione non conta
I dati canadesi, infatti, parlano di una riduzione delle overdose da paracetamolo di oltre il 40% nel decennio che ha preceduto il 2004. E il tutto senza cambiare le confezioni dei farmaci. Ma come si è arrivati a questo risultato? Lo studio ha preso in esame dai database amministrativi i dati di oltre 1500 pazienti ospedalizzati per overdose da paracetamolo nel periodo compreso tra il 1995 e il 2004. A partire dal 1995 si è passati dai 19,6 ricoveri per 100000 abitanti ai 12,1 del 2004. Andando nel dettaglio dei dati il team canadese ha riscontrato sotto i 50 anni una diminuzione del 46% dei ricoveri, ma passati i 50, invece, la percentuale aumentava del 50 per cento addirittura. E le donne stanno peggio degli uomini il 46 per cento contro il 29. La maggior parte delle overdose (85 per cento) sono state intenzionali, il resto è fatto di casi accidentali (13 per cento) e il 2 per cento di omicidi o di eventi non meglio spiegati. Del resto i prodotti da banco disponibili a base di paracetamolo sono oltre 100. C'è l'imbarazzo della scelta. E, aggiungono gli autori, spesso è la mancata consapevolezza di medici e pazienti che peggiora le cose, favorendo le overdose accidentali. Ma le miniconfezioni non svolgono alcun ruolo. E lo dice chiaramente il fatto che le overdose canadesi siano un quinto di quelle britanniche, nonostante la mancata restrizione del packaging.
Marco Malagutti
Fonte:
- Myers RP et al. Hospitalizations for acetaminophen overdose: A Canadian population-based study from 1995 to 2004. BMC Public Health 2007, 7:143
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