25 ottobre 2006
Aggiornamenti e focus
Più farmaci più rischi
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Mentre le cronache italiane lanciano cifre allarmanti quanto agli errori commessi dai medici o causati dalla cattiva organizzazione dei servizi sanitari, con 80-90 morti al giorno e 320mila persone danneggiate, negli Stati Uniti un'indagine pubblicata da JAMA non sembra delineare un quadro granché migliore. Le reazioni avverse ai farmaci, sostiene la ricerca, generalmente attribuite a reazioni allergiche o a overdose, "mandano" al pronto soccorso oltre 700mila americani all'anno. Con particolare riguardo per gli over 65. D'altro canto anche l'indagine italiana, realizzata dall'Associazione italiana di oncologia medica (AIOM), mette tra gli errori più frequenti in oncologia quelli relativi al farmaco e alla corretta esecuzione dei protocolli terapeutici.
Del resto, illustra la ricerca promossa dai Centers for Disease Control and Prevention, dall'FDA e da una commissione statunitense per la tutela del consumatore, l'uso di terapie farmacologiche extraospedaliere è sempre più comune, con i rischi che ciò comporta. Nonostante questo ad oggi non è mai stato quantificato quanto incidano gli effetti avversi a livello di popolazione. Quello che si sa è che da una stima del 2004, l'82% della popolazione statunitense ha riportato di aver utilizzato almeno un farmaco di prescrizione, o OTC o integratore dietetico nella settimana precedente, mentre il 30% ne aveva utilizzati almeno cinque o più. Un problema ancor più diffuso per la popolazione anziana, ma sicuramente influiscono sui numeri anche la quantità crescente di farmaci da prescrizione, la grande disponibilità di OTC e l'aumentato uso di farmaci a scopo chemioprofilattico. Sempre più soggetti, perciò, hanno accesso a un gran numero di farmaci ma non è altrettanto capillare la tutela della sicurezza dei pazienti, in particolare al di fuori del contesto ospedaliero. Lo studio si è occupato così di fornire i numeri sui quali riflettere. E da riflettere c'è parecchio.
L'indagine prende in esame il biennio 2004-2005 nel corso del quale 21298 casi di eventi avversi causati da farmaci sono stati segnalati in 63 strutture ospedaliere rappresentative dell'intera nazione. A partire da questi numeri la stima annuale è di 701547 individui trattati nei dipartimenti di emergenza ospedaliera. I 700mila di cui si parlava all'inizio e che, commentano gli autori, sono probabilmente una sottostima, considerato che spesso le reazioni avverse non sono diagnosticate. Ma quali sono i farmaci nell'occhio del ciclone? Quelli più frequentemente implicati sono l'insulina per i diabetici, la warfarina, un anticoagulante, e l'amoxicillina un antibiotico utilizzato per molte infezioni. Vecchi farmaci di grande efficacia, dai quali, commentano i ricercatori, non si può prescindere. E quindi? Non resta che esporsi al rischio? Intanto si potrebbe fare molta attenzione ai dosaggi: quando sono elevati bastano piccole variazioni per creare problemi. Gli anziani in questo senso sono i più vulnerabili con una probabilità sette volte superiore di essere ricoverati per queste vicissitudini. Il monitoraggio, concludono gli autori, è stato fatto e continuerà, ora si tratta di pensare anche a intervenire in modo più sollecito.
Marco Malagutti
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Sempre più farmaci
Del resto, illustra la ricerca promossa dai Centers for Disease Control and Prevention, dall'FDA e da una commissione statunitense per la tutela del consumatore, l'uso di terapie farmacologiche extraospedaliere è sempre più comune, con i rischi che ciò comporta. Nonostante questo ad oggi non è mai stato quantificato quanto incidano gli effetti avversi a livello di popolazione. Quello che si sa è che da una stima del 2004, l'82% della popolazione statunitense ha riportato di aver utilizzato almeno un farmaco di prescrizione, o OTC o integratore dietetico nella settimana precedente, mentre il 30% ne aveva utilizzati almeno cinque o più. Un problema ancor più diffuso per la popolazione anziana, ma sicuramente influiscono sui numeri anche la quantità crescente di farmaci da prescrizione, la grande disponibilità di OTC e l'aumentato uso di farmaci a scopo chemioprofilattico. Sempre più soggetti, perciò, hanno accesso a un gran numero di farmaci ma non è altrettanto capillare la tutela della sicurezza dei pazienti, in particolare al di fuori del contesto ospedaliero. Lo studio si è occupato così di fornire i numeri sui quali riflettere. E da riflettere c'è parecchio.
Sempre più effetti collaterali
L'indagine prende in esame il biennio 2004-2005 nel corso del quale 21298 casi di eventi avversi causati da farmaci sono stati segnalati in 63 strutture ospedaliere rappresentative dell'intera nazione. A partire da questi numeri la stima annuale è di 701547 individui trattati nei dipartimenti di emergenza ospedaliera. I 700mila di cui si parlava all'inizio e che, commentano gli autori, sono probabilmente una sottostima, considerato che spesso le reazioni avverse non sono diagnosticate. Ma quali sono i farmaci nell'occhio del ciclone? Quelli più frequentemente implicati sono l'insulina per i diabetici, la warfarina, un anticoagulante, e l'amoxicillina un antibiotico utilizzato per molte infezioni. Vecchi farmaci di grande efficacia, dai quali, commentano i ricercatori, non si può prescindere. E quindi? Non resta che esporsi al rischio? Intanto si potrebbe fare molta attenzione ai dosaggi: quando sono elevati bastano piccole variazioni per creare problemi. Gli anziani in questo senso sono i più vulnerabili con una probabilità sette volte superiore di essere ricoverati per queste vicissitudini. Il monitoraggio, concludono gli autori, è stato fatto e continuerà, ora si tratta di pensare anche a intervenire in modo più sollecito.
Marco Malagutti
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