20 febbraio 2020
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Poco aiuto dal testosterone
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Cercare di rallentare gli effetti fisici e mentali dell'invecchiamento, connessi con modificazioni degli ormoni sessuali, è un desiderio non solo femminile ma anche maschile. Se nelle donne la menopausa, con il drastico calo degli estrogeni segna una cesura precisa, negli uomini la riduzione del testosterone è molto graduale e di entità diversa a livello individuale. Poiché il declino di quest'ormone è comunque associato con la maggior parte dei segni e sintomi d'invecchiamento, da tempo s'indaga su possibili benefici anti-aging della supplementazione di testosterone in uomini sani oltre la soglia dei sessanta. Gli studi in materia, per provare tanto l'efficacia quanto l'innocuità di questo trattamento, non hanno a dire il vero portato a conclusioni chiare e univoche. I fattori implicati possono essere vari, per differenze di età o stato delle gonadi dei soggetti, campioni limitati, valutazioni incomplete dei segni d'invecchiamento, diversità terapeutiche.
Ha riprovato a portare un contributo di chiarezza uno studio olandese, in doppio cieco randomizzato e controllato contro placebo, che depone complessivamente per la non efficacia di questa strategia, a eccezione di un aspetto, e con un misto di effetti di tipo metabolico. Le persone che sono state analizzate e trattate erano uomini tra i sessanta e gli ottant'anni, con livelli di testosterone inferiori a quelli misurati in studi di popolazione per quella fascia d'età (da bassi a normali bassi), sani o senza grossi problemi di salute, metà dei quali ha ricevuto per via orale 80 mg di testosterone due volte al giorno per sei mesi e l'altra metà un placebo. L'indagine è stata piuttosto completa, nel senso che si sono considerati gli effetti della supplementazione ad ampio raggio, su diversi parametri relativi a capacità di movimento, cognitività, densità ossea, composizione corporea, lipidemia e qualità della vita. Per la mobilità funzionale per esempio si sono proposti esercizi isometrici di forza, misurati i tempi per semplici movimenti, ci si è riferiti a un questionario con 24 quesiti su normali attività quotidiane come camminare, vestirsi, lavarsi, mangiare, con quattro livelli di difficoltà. E, oltre agli eventuali effetti migliorativi, si sono considerati quelli sul piano della sicurezza, dalla prostata al fegato, al rene, ai parametri ematologici, ad altri effetti indesiderati. Dagli ottomila uomini invitati inizialmente a partecipare alla fine 207 hanno completato lo studio e sono entrati nell'analisi. Con i risultati seguenti. Un effetto positivo del trattamento con testosterone rispetto al placebo è stato un significativo aumento della massa magra corporea totale e calo della massa grassa totale. La differenza non era invece significativa per l'indice di massa corporea (il BMI), né per il grasso intra-addominale.
Per gli effetti funzionali, i risultati sono tutti nel segno dell'inefficacia della supplementazione: non sono migliorate né la capacità di movimento né la forza muscolare, come non lo è stata la funzione cognitiva; assenza di effetti per la densità minerale ossea. Misti gli effetti metabolici, con una diminuzione significativa del colesterolo totale ma principalmente per un calo di quello "buono" (HDL), risultava infatti aumentato il rapporto tra colesterolo totale e HDL; la sensibilità all'insulina era invece significativamente più alta nel gruppo placebo. Da notare che nei trattati, rispetto al placebo c'è stato un incremento di casi di sindrome metabolica, ricollegabile specificamente alla diminuzione delle HDL. Quanto alla qualità della vita, non c'è stata differenza tra i due gruppi a parte una misurazione. Infine, per la sicurezza e la tollerabilità, di rilievo solo il dato rassicurante dell'assenza di effetti negativi per la prostata (per volume e PSA). Nel commentare i risultati si tiene conto di aspetti quali i livelli ormonali di partenza da bassi a normali bassi, la buona salute dei soggetti, i relativamente scarsi sei mesi di supplementazione, i possibili effetti diversi con dosi maggiori. Fatti le valutazioni e i confronti del caso, la conclusione è che i riscontri non depongono per un'efficacia della supplementazione di testosterone nell'uomo anziano sano rispetto ai desiderati effetti anti-età.
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Meno grasso e poi?
Ha riprovato a portare un contributo di chiarezza uno studio olandese, in doppio cieco randomizzato e controllato contro placebo, che depone complessivamente per la non efficacia di questa strategia, a eccezione di un aspetto, e con un misto di effetti di tipo metabolico. Le persone che sono state analizzate e trattate erano uomini tra i sessanta e gli ottant'anni, con livelli di testosterone inferiori a quelli misurati in studi di popolazione per quella fascia d'età (da bassi a normali bassi), sani o senza grossi problemi di salute, metà dei quali ha ricevuto per via orale 80 mg di testosterone due volte al giorno per sei mesi e l'altra metà un placebo. L'indagine è stata piuttosto completa, nel senso che si sono considerati gli effetti della supplementazione ad ampio raggio, su diversi parametri relativi a capacità di movimento, cognitività, densità ossea, composizione corporea, lipidemia e qualità della vita. Per la mobilità funzionale per esempio si sono proposti esercizi isometrici di forza, misurati i tempi per semplici movimenti, ci si è riferiti a un questionario con 24 quesiti su normali attività quotidiane come camminare, vestirsi, lavarsi, mangiare, con quattro livelli di difficoltà. E, oltre agli eventuali effetti migliorativi, si sono considerati quelli sul piano della sicurezza, dalla prostata al fegato, al rene, ai parametri ematologici, ad altri effetti indesiderati. Dagli ottomila uomini invitati inizialmente a partecipare alla fine 207 hanno completato lo studio e sono entrati nell'analisi. Con i risultati seguenti. Un effetto positivo del trattamento con testosterone rispetto al placebo è stato un significativo aumento della massa magra corporea totale e calo della massa grassa totale. La differenza non era invece significativa per l'indice di massa corporea (il BMI), né per il grasso intra-addominale.
Anche la qualità della vita è invariata
Per gli effetti funzionali, i risultati sono tutti nel segno dell'inefficacia della supplementazione: non sono migliorate né la capacità di movimento né la forza muscolare, come non lo è stata la funzione cognitiva; assenza di effetti per la densità minerale ossea. Misti gli effetti metabolici, con una diminuzione significativa del colesterolo totale ma principalmente per un calo di quello "buono" (HDL), risultava infatti aumentato il rapporto tra colesterolo totale e HDL; la sensibilità all'insulina era invece significativamente più alta nel gruppo placebo. Da notare che nei trattati, rispetto al placebo c'è stato un incremento di casi di sindrome metabolica, ricollegabile specificamente alla diminuzione delle HDL. Quanto alla qualità della vita, non c'è stata differenza tra i due gruppi a parte una misurazione. Infine, per la sicurezza e la tollerabilità, di rilievo solo il dato rassicurante dell'assenza di effetti negativi per la prostata (per volume e PSA). Nel commentare i risultati si tiene conto di aspetti quali i livelli ormonali di partenza da bassi a normali bassi, la buona salute dei soggetti, i relativamente scarsi sei mesi di supplementazione, i possibili effetti diversi con dosi maggiori. Fatti le valutazioni e i confronti del caso, la conclusione è che i riscontri non depongono per un'efficacia della supplementazione di testosterone nell'uomo anziano sano rispetto ai desiderati effetti anti-età.
Fonti
- Marielle H. Emmelot-Vonk e coll. Effect of Testosterone Supplementation Function al Mobility, Cognition, and Other Parameters in Older Men. JAMA 2008; 299: 39-52.
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