Ragazze poco attente

06 luglio 2005
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Ragazze poco attente



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Tra le cause riconosciute dei problemi di infertilità o subfertilità, nonché del dolore pelvico cronico, compaiono anche alcune infezioni sessualmente trasmesse, tranquillamente evitabili con l'uso corretto e costante del profilattico. E questo è particolarmente vero per patogeni come Chlamydia trachomatis e Neisseria gonorrhoea che solo negli Stati Uniti registrano, rispettivamente, 2,8 milioni e 700 mila nuovi casi per anno, e la fascia di età maggiormente colpita è tra i 15 e i 24 anni, con la prevalenza più alta nel sesso femminile.In molti studi è stata valutata l'efficacia dell'uso del profilattico per prevenire queste malattie, tuttavia gli autori di una ricerca, pubblicata dalla rivista Archives of Pediatrics and Adolescents Medicine, concordano nel dire che le analisi condotte non erano esaurienti, perché non era sufficiente verificare l'uso del profilattico ma andava verificato che l'uso fosse corretto e continuo, in un determinato periodo di tempo. Per esempio, è dimostrato che tra l'1 e il 4% delle volte il profilattico si rompe o si sfila, quindi è vero che viene usato ma certo non in modo da garantire la sicurezza che è in grado di offrire se usato correttamente.

Meno rischi se l'uso è corretto


Con questo obiettivo, sicuramente più mirato, sono state selezionate quasi 600 giovani ragazze tra 13 e 19 anni, sessualmente attive, che si erano rivolte a un centro specializzato in salute degli adolescenti per eseguire un esame. Di queste, 500 (cioè l'86%) aveva riferito di aver avuto rapporti sessuali negli ultimi tre mesi. L'87% delle quali aveva usato il profilattico almeno una volta, tuttavia solo il 35% lo aveva fatto in modo continuativo e solo il 16% diceva di averlo usato in modo corretto. Vale a dire, indossandolo fin dall'inizio del rapporto, non togliendolo prima della fine, senza che si rompesse, arrotolasse o sfilasse. In effetti tra le ragazze che lo usavano, il 71% aveva commesso almeno uno di questi errori e il più comune era iniziare il rapporto senza farlo indossare al partner (più del 40%) e la rottura. Andando a sovrapporre questi dati con quelli delle infezioni rilevate nel campione, si osservava che la prevalenza della chlamidia in caso di mancanza di uso, uso saltuario o uso costante del profilattico, era rispettivamente del 25%, 23%, e 16%. Per la gonorrea le percentuali erano del 7%, 9% e 4%. L'errore che era maggiormente associato al rischio di infezione, in particolare da chlamidia, era l'indossarlo dopo aver iniziato il rapporto sessuale. Sostanzialmente l'uso corretto e regolare riduce il rischio di gonorrea del 90% e di chlamidia del 60%, e in effetti nessuna della ragazze risultava positiva all'infezione se l'uso del profilattico era stato corretto e regolare. Inoltre era stato notato che l'abitudine a fare lavande vaginali aumentava il rischio di gonorrea, il che si spiegherebbe con un'aumentata suscettibilità al patogeno a causa dell'alterazione del pH vaginale, della microflora o del muco cervicale. Mentre il rischio maggiore di contrarre la chlamidia era associato alla gravidanza: sono diversi gli studi americani che riportano che nel periodo dopo il parto c'è una maggior incidenza di infezioni rispetto alle coetanee senza figli.

Simona Zazzetta



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