18 marzo 2005
Aggiornamenti e focus
Aspettando il trapianto
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Quando si instaura un'insufficienza renale si deve ricorrere alla dialisi, processo che consiste nel purificare il sangue almeno tre volte alla settimana attraverso un apposito macchinario: il rene artificiale. Ciascuna seduta dialisi ha una durata massima che va dalle quattro alle sei ore. Durante questo periodo il sangue, carico di scorie, subisce una depurazione attraverso un sistema di filtri e, in seguito, viene rimesso in circolazione. Ma che cos'è esattamente la dialisi?
Si definisce dialisi un processo di separazione di elementi in una soluzione tramite diffusione attraverso una membrana semipermeabile e i metodi dialitici si differenziano proprio in base al tipo di membrana utilizzata per svolgere la funzione di depurazione del sangue. Nel caso dell'emodialisi questa membrana è artificiale (filtro di dialisi) mentre nella dialisi peritoneale è naturale (membrana peritoneale).
Emodialisi
Per effettuare l'emodialisi è necessario attuare una circolazione extracorporea, dal momento che il sangue e una soluzione dializzante (bagno di dialisi) devono passare attraverso il filtro di dialisi collocato al di fuori dell'organismo. Per la terapia, dunque, occorre un accesso a una vena e a una arteria, in genere del braccio che viene realizzato chirurgicamente (fistola arterovenosa). La tecnica chirurgica consiste nel collegamento (anastomosi) di un vaso arterioso donatore e un vaso venoso adiacente e può essere condotto in varie modalità. La più comune è quella latero-terminale. L'intervento prevede, previa anestesia locale, un'incisione cutanea a livello della superficie anteriore del polso, che può essere condotta trasversalmente o longitudinalmente. Una volta esposte l'arteria radiale e la vena cefalica si introduce un piccolo catetere nella vena per favorirne la dilatazione; quindi il vaso viene infuso con della soluzione fisiologica per favorire la circolazione. L'estremità terminale della vena viene quindi suturata alla parete laterale dell'arteria radiale. L'emodialisi richiede dalle tre alle quattro ore per due o più spesso tre volte la settimana e viene generalmente effettuata in ospedale.
Dialisi peritoneale
La membrana di dialisi utilizzata in questo tipo di metodica è il peritoneo, una membrana che riveste tutti gli organi dell'addome, formando una cavità virtuale (cavità peritoneale). All'interno di questa cavità viene introdotto il liquido di dialisi con cui vengono scambiate le sostanze, le scorie e l'acqua a partire dal sangue che irrora la membrana peritoneale. Molto importanti due metodiche di dialisi peritoneale automatizzata (CCPD e APD), praticabili a domicilio, che vengono svolte di notte e lasciano ai pazienti maggiori possibilità di lavorare e avere una vita sociale, azzerando così i costi sociali, che invece risultano pesanti per i trattamenti di emodialisi in ospedale e, soprattutto, a domicilio.
In Italia circa 39 mila persone soffrono di malattie croniche del rene, con costi economici e sociali molto elevati, in particolare per le famiglie dei malati. In dieci anni, dal 1988 al 1998, i pazienti in trattamento sono passati da 24351 a 38966, con un incremento percentuale di oltre il 60%, grazie anche alla maggiore diffusione ed efficacia della dialisi che ne assicura la sopravvivenza. Ogni anno si registrano oltre 8mila nuovi casi di malati costretti a ricorrere a trattamenti dialitici per sopravvivere; inoltre, il numero di nuovi casi per anno è passato dagli 86 milioni di abitanti dal 1988 ai 150 per milione di abitanti del duemila. Nonostante il trapianto rimanga il trattamento di elezione per la cura delle nefropatie croniche, la sopravvivenza della maggioranza di questi malati è oggi legata alla diffusione dei trattamenti sostitutivi della funzione renale. L'indagine del Censis sui costi e l'efficacia dei principali trattamenti dialitici rivela che il costo totale, come somma di costo economico e sociale, facente capo ai circa 39 mila pazienti presenti in Italia risulta pari a quasi duemila e settecento miliardi di lire, di cui circa settecento miliardi rappresentano il costo sociale (pari a oltre un quarto del costo totale) in gran parte a esclusivo carico delle famiglie. Il 90% circa dei pazienti utilizza i trattamenti extracorporei, mentre il rimanente 10% ricorre alle diverse metodiche di dialisi peritoneale. Tuttavia si riscontra una distribuzione non omogenea delle tipologie di trattamento a livello territoriale, con il prevalere dei trattamenti extracorporei soprattutto al sud e la diffusione della peritoneale soprattutto al nord del paese, dove i pazienti che utilizzano questa metodica sono il 15,3%. Questa distribuzione dei pazienti per metodica si spiega anche sulla base della diversa localizzazione dei centri pubblici e privati di dialisi; infatti i pazienti dializzati in centri privati sono solo il 2% al nord, il 26% al centro e il 49% al sud.
Marco Malagutti
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La dialisi
Si definisce dialisi un processo di separazione di elementi in una soluzione tramite diffusione attraverso una membrana semipermeabile e i metodi dialitici si differenziano proprio in base al tipo di membrana utilizzata per svolgere la funzione di depurazione del sangue. Nel caso dell'emodialisi questa membrana è artificiale (filtro di dialisi) mentre nella dialisi peritoneale è naturale (membrana peritoneale).
Emodialisi
Per effettuare l'emodialisi è necessario attuare una circolazione extracorporea, dal momento che il sangue e una soluzione dializzante (bagno di dialisi) devono passare attraverso il filtro di dialisi collocato al di fuori dell'organismo. Per la terapia, dunque, occorre un accesso a una vena e a una arteria, in genere del braccio che viene realizzato chirurgicamente (fistola arterovenosa). La tecnica chirurgica consiste nel collegamento (anastomosi) di un vaso arterioso donatore e un vaso venoso adiacente e può essere condotto in varie modalità. La più comune è quella latero-terminale. L'intervento prevede, previa anestesia locale, un'incisione cutanea a livello della superficie anteriore del polso, che può essere condotta trasversalmente o longitudinalmente. Una volta esposte l'arteria radiale e la vena cefalica si introduce un piccolo catetere nella vena per favorirne la dilatazione; quindi il vaso viene infuso con della soluzione fisiologica per favorire la circolazione. L'estremità terminale della vena viene quindi suturata alla parete laterale dell'arteria radiale. L'emodialisi richiede dalle tre alle quattro ore per due o più spesso tre volte la settimana e viene generalmente effettuata in ospedale.
Dialisi peritoneale
La membrana di dialisi utilizzata in questo tipo di metodica è il peritoneo, una membrana che riveste tutti gli organi dell'addome, formando una cavità virtuale (cavità peritoneale). All'interno di questa cavità viene introdotto il liquido di dialisi con cui vengono scambiate le sostanze, le scorie e l'acqua a partire dal sangue che irrora la membrana peritoneale. Molto importanti due metodiche di dialisi peritoneale automatizzata (CCPD e APD), praticabili a domicilio, che vengono svolte di notte e lasciano ai pazienti maggiori possibilità di lavorare e avere una vita sociale, azzerando così i costi sociali, che invece risultano pesanti per i trattamenti di emodialisi in ospedale e, soprattutto, a domicilio.
Epidemiologia e costi
In Italia circa 39 mila persone soffrono di malattie croniche del rene, con costi economici e sociali molto elevati, in particolare per le famiglie dei malati. In dieci anni, dal 1988 al 1998, i pazienti in trattamento sono passati da 24351 a 38966, con un incremento percentuale di oltre il 60%, grazie anche alla maggiore diffusione ed efficacia della dialisi che ne assicura la sopravvivenza. Ogni anno si registrano oltre 8mila nuovi casi di malati costretti a ricorrere a trattamenti dialitici per sopravvivere; inoltre, il numero di nuovi casi per anno è passato dagli 86 milioni di abitanti dal 1988 ai 150 per milione di abitanti del duemila. Nonostante il trapianto rimanga il trattamento di elezione per la cura delle nefropatie croniche, la sopravvivenza della maggioranza di questi malati è oggi legata alla diffusione dei trattamenti sostitutivi della funzione renale. L'indagine del Censis sui costi e l'efficacia dei principali trattamenti dialitici rivela che il costo totale, come somma di costo economico e sociale, facente capo ai circa 39 mila pazienti presenti in Italia risulta pari a quasi duemila e settecento miliardi di lire, di cui circa settecento miliardi rappresentano il costo sociale (pari a oltre un quarto del costo totale) in gran parte a esclusivo carico delle famiglie. Il 90% circa dei pazienti utilizza i trattamenti extracorporei, mentre il rimanente 10% ricorre alle diverse metodiche di dialisi peritoneale. Tuttavia si riscontra una distribuzione non omogenea delle tipologie di trattamento a livello territoriale, con il prevalere dei trattamenti extracorporei soprattutto al sud e la diffusione della peritoneale soprattutto al nord del paese, dove i pazienti che utilizzano questa metodica sono il 15,3%. Questa distribuzione dei pazienti per metodica si spiega anche sulla base della diversa localizzazione dei centri pubblici e privati di dialisi; infatti i pazienti dializzati in centri privati sono solo il 2% al nord, il 26% al centro e il 49% al sud.
Marco Malagutti
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