Fratture senza prevenzione

04 maggio 2005
Aggiornamenti e focus

Fratture senza prevenzione



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L'incidenza delle fratture ossee rappresenta uno dei maggiori carichi in termini di malattia e di costi per la società. Un carico destinato ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione, per lo meno occidentale, visto che l'incidenza delle fratture dell'anca dovute all'invecchiamento sembra in aumento. Vista l'estensione del fenomeno e la necessità di prevenirlo, la tendenza è quella di cercare soluzioni relativamente poco costose e una di queste è senza dubbio la supplementazione di calcio e di vitamina D. Gli studi in merito sono numerosi e spesso con buoni risultati di efficacia, anche se a volte non così netti come si vorrebbe. Inoltre in molti casi non è chiaro se tali risultati siano estendibili alla popolazione generale al di fuori delle popolazioni studiate che, per esempio, vivevano in case di cura per anziani o strutture di assistenza. La supplementazione con i due composti ha dato prova di prevenire le fratture non solo riducendo la perdita di massa ossea ma anche riducendo il numero di cadute: uno studio sulla vitamina D ha registrato una flessione del 22% del numero di eventi.

Due integratori per prevenire


Sulla scia di queste premesse i ricercatori del Department of Health Sciences dell'università newyorkese, hanno verificato se la combinazione dei due supplementi aveva effetti protettivi su donne anziane autosufficienti. Sono state selezionate più di tremila donne di 70 o più anni con almeno uno dei fattori di rischio di frattura dell'anca: basso peso corporeo, precedenti fratture, familiarità, abitudine al fumo. Circa metà delle pazienti ha aggiunto gli integratori di calcio e vitamina D, l'altra metà ha ricevuto informazioni su come prevenire le cadute e sulla possibilità di assumere il calcio attraverso l'alimentazione. Il principale evento che si teneva in considerazione era il presentarsi di una frattura in generale, il secondo la frattura dell'anca vera e propria; i dati venivano raccolti ogni sei mesi usando questionari inviati ai partecipanti. Le informazioni sulle fratture venivano confermate dai medici. Le pazienti sono state seguite per un periodo di tempo che oscillava da 18 a 42 mesi e il 69% delle donne che avevano completato il questionario a 24 mesi assumevano ancora gli integratori in esame.

Stessere fratture, stesse cadute


I risultati non hanno riportato nulla che facesse pensare che la supplementazione con calcio e vitamina D condizionasse il tasso di fratture generiche e dell'anca nell'arco di due anni. A differenza di altri studi, che avevano considerato solo una popolazione di donne anziane in case di riposo o comunque sistemazioni protette, questo ha considerato donne che vivono in modo autonomo. Tuttavia non è stato registrato un effetto protettivo sulle cadute come si era precedentemente ipotizzato. La necessità di trovare un metodo per prevenire tali eventi quindi resta, mentre vengono meno le soluzioni finora ipotizzare.

Simona Zazzetta



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