Le cicatrici restano

29 ottobre 2004
Aggiornamenti e focus

Le cicatrici restano



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Come spesso nella maggior parte delle malattie, che colpiscano il corpo o la mente, la diagnosi precoce rimane la strategia migliore per arrivare a una guarigione con meno conseguenze possibili sulla vita futura del paziente. La regola vale anche per l'Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD), che si manifesta molto presto in età infantile, di solito in coincidenza con l'inizio della scuola, cioè attorno ai sei anni. Interessa il 3-5% di questa fascia di età

Male scolastico


Secondo lo studio ADORE, in Italia il 35% dei bambini ADHD viene considerato gestibile in ambito scolastico, ma nel 42% dei casi viene gradualmente allontanato dalla scuola, perché considerato elemento di disturbo. E se nel 9% dei casi sono soggetti che assumono atteggiamenti di bullismo rispetto ai compagni, il 13%, invece, lo subisce. Uno bimbo su cinque rimane regolarmente emarginato dalle attività sociali della classe, ma sembra che poi ci sia un recupero (43%) nelle attività extra-scolastiche.
Ma le difficoltà incidono anche sull'apprendimento. Il bambino ADHD ha una percezione del tempo accelerata, vale a dire che pochi minuti ne valgono molti di più, da qui la facilità alla distrazione durante le lezioni. Paradossalmente per ottenere la sua attenzione l'insegnante dovrebbe essere molto più veloce nelle spiegazioni.

Collezione di insuccessi


Se la diagnosi e la terapia (psico-educativa) sono tempestive, già a sette anni, almeno nelle forme più lievi, il bambino può fare a meno di assumere farmaci. Purtroppo ciò non accade sempre e se l'età media di comparsa dei sintomi è a 5,2 anni, si intraprende il trattamento non prima dei 7,6 anni. Un ritardo che sembra minimo ma che sulla crescita del bambino può avere effetti compromettenti. Se questa condizione permane per un tempo troppo prolungato, il bambino inizia a collezionare una serie di insuccessi sociali, scolastici e familiari che gettano la basi per un potenziale adolescente o adulto con problemi con la giustizia, di abuso di alcol e droga. Si registrano anche difficoltà nel raggiungimento di risultati accademici e professionali soddisfacenti. Lo stress si accumula anche in ambito familiare e si traduce in relazioni sociali povere o sporadiche.

Senza recupero

Tuttavia anche quelli che guariscono hanno accumulato un certo ritardo nella maturazione che lascia il segno, che insieme ai fallimenti genera una sorta di frustrazione e pur non essendoci più i sintomi, il bambino arrivato alla soglia dell'adolescenza è comunque diverso dai suoi coetanei.
In effetti oltre al trattamento terapeutico vero e proprio bisognerebbe intervenire anche sul contesto educativo rendendolo più adatto alle esigenze contingenti, e prevenire l'emarginazione da parte dei compagni di scuola, la bassa autostima e le difficoltà nei rapporti con i genitori. In generale, tutto la strategia terapeutica va intesa come una prevenzione di ciò che può compromettere il futuro del bambino, ed essendo il bambino molto plastico e permeabile al contesto, tale intervento non dovrebbe avere difficoltà a essere efficace. Con una premessa fondamentale: agire quanto prima possibile.

Simona Zazzetta



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