20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
La prescrizione in pediatria
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Nella maggior parte dei casi, quando si avvertono dei disturbi ci si rivolge, per prima cosa, al proprio medico di famiglia e, nel caso il problema riguardi un bambino, al pediatra di famiglia: un libero professionista, specialista in pediatria o discipline affini, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, la cui attività è disciplinata da un Accordo Collettivo Nazionale tra il Ministero della Sanità, le Regioni e i più importanti sindacati medici di categoria. E' questa la descrizione burocratica; per una descrizione più semplice e diretta si può dire, invece, che il Pediatra di famiglia rappresenta il principale interlocutore dei genitori per il benessere dei figli, dalla loro nascita sino all'adolescenza. E' facile comprendere, quindi, che la salute di moltissimi bambini è condizionata in larga parte dall'attività del pediatra di base. Al riguardo è stato condotto, di recente, uno studio prospettico osservazionale, realizzato da Teresa Cazzato, dell'ASL di Taranto, Chiara Pandolfini, del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile dell'Istituto di Ricerche Mario Negri di Milano e dal Gruppo di lavoro dell'Associazione Culturale Pediatri (ACP) Puglia-Basilicata. Si tratta del primo studio epidemiologico volto a descrivere il profilo qualitativo e quantitativo delle prescrizioni farmacologiche nella Pediatria di famiglia in Italia. Il campione della ricerca era composto da 35 pediatri di famiglia appartenenti a 9 Aziende Sanitarie Locali (ASL) del sud d'Italia, che sono stati seguiti per 455 giorni, periodo in cui hanno avuto 9.917 contatti (tra visite ambulatoriali e domiciliari e conversazioni telefoniche) e hanno prescritto 8.805 farmaci a 6.417 bambini di età fino a 12 anni.
Durante lo studio, i pediatri hanno raccolto su di un apposito modulo le informazioni relative a ciascuna visita o contatto con i pazienti in un giorno standard di lavoro (per tutti è stato scelto il mercoledì). I risultati sono stati i seguenti:
Per quanto riguarda la quantità ...
In base all'esito della ricerca, gli autori sostengono che l'obiettivo di prescrizioni pediatriche sempre più attente e mirate è ancora lontano. Nonostante ci siano i segnali di un uso più razionale dei farmaci rispetto al passato, infatti, è ancora troppo alto il rapporto tra visite pediatriche e prescrizioni di farmaci (in media 2 prescrizioni ogni 3 contatti) e non è da meno il numero di prescrizioni di terapie non ottimali. Ad esempio, sono ancora molti i casi di bambini con sintomi da raffreddore trattati erroneamente con antistaminici (oxatomide e cetirizina) o i casi di bambini trattati con levodropropizina solo per sedare un po' di tosse.
Dallo studio emerge la tendenza a prescrivere farmaci soprattutto nella prima e nella seconda fascia d'età (0-2 e 3-6 anni). Inoltre, l'elevato utilizzo di determinati principi attivi fa pensare ad attitudini prescrittive che non tengono tanto conto dei risultati degli studi.
Se a queste considerazioni, si aggiunge l'elevato utilizzo di un gran numero di farmaci differenti per il trattamento di un numero limitato di malattie, è innegabile la necessità di mirati programmi educativi di monitoraggio e di valutazione nella Pediatria di base.
L'uso razionale dei farmaci rappresenta in pediatria, come in tutte le altre specialità mediche, un bisogno ed un diritto alla salute, che potrà migliorare grazie soprattutto ad un monitoraggio critico della pratica quotidiana, sia da parte del Pediatra, sia da parte di genitori e istituzioni mediche.
Annapaola Medina
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Durante lo studio, i pediatri hanno raccolto su di un apposito modulo le informazioni relative a ciascuna visita o contatto con i pazienti in un giorno standard di lavoro (per tutti è stato scelto il mercoledì). I risultati sono stati i seguenti:
Per quanto riguarda la quantità ...
- nel 35% delle sole visite di controllo o semplici richieste di consiglio non è stato prescritto alcun farmaco;
- il 76,6% dei bambini con meno di 6 anni (in totale 13.465 bambini) ha ricevuto 8.805 prescrizioni di medicinali;
- 1,4 è stato il numero medio di farmaci prescritti ad ogni contatto (con variabilità compresa tra 1 e 6), con un totale di 89 prescrizioni ogni 100 contatti;
- il 71,8% dei bambini (cioè 3 su 4) ha ricevuto una sola prescrizione.
- il 33,3% dei medicinali prescritti apparteneva al gruppo dei farmaci del sistema respiratorio;
- il 28% riguardava i farmaci antinfettivi;
- il 10,5% era riferito a farmaci del sistema nervoso centrale;
- infine l'8,5% si riferiva a farmaci del sistema gastrointestinale e metabolico;
In base all'esito della ricerca, gli autori sostengono che l'obiettivo di prescrizioni pediatriche sempre più attente e mirate è ancora lontano. Nonostante ci siano i segnali di un uso più razionale dei farmaci rispetto al passato, infatti, è ancora troppo alto il rapporto tra visite pediatriche e prescrizioni di farmaci (in media 2 prescrizioni ogni 3 contatti) e non è da meno il numero di prescrizioni di terapie non ottimali. Ad esempio, sono ancora molti i casi di bambini con sintomi da raffreddore trattati erroneamente con antistaminici (oxatomide e cetirizina) o i casi di bambini trattati con levodropropizina solo per sedare un po' di tosse.
Dallo studio emerge la tendenza a prescrivere farmaci soprattutto nella prima e nella seconda fascia d'età (0-2 e 3-6 anni). Inoltre, l'elevato utilizzo di determinati principi attivi fa pensare ad attitudini prescrittive che non tengono tanto conto dei risultati degli studi.
Se a queste considerazioni, si aggiunge l'elevato utilizzo di un gran numero di farmaci differenti per il trattamento di un numero limitato di malattie, è innegabile la necessità di mirati programmi educativi di monitoraggio e di valutazione nella Pediatria di base.
L'uso razionale dei farmaci rappresenta in pediatria, come in tutte le altre specialità mediche, un bisogno ed un diritto alla salute, che potrà migliorare grazie soprattutto ad un monitoraggio critico della pratica quotidiana, sia da parte del Pediatra, sia da parte di genitori e istituzioni mediche.
Annapaola Medina
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