21 novembre 2002
Aggiornamenti e focus
Guarigioni poco spiegate
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Aglio, aloe, timo, origano, bergamotto, semi di pompelmo, chiodi di garofano, oltre a essere interessanti ingredienti per cucinare, sono solo alcuni dei numerosi rimedi che la natura ha sempre offerto per contrastare infezioni causate da agenti patogeni di varia natura. Ma la cosiddetta medicina alternativa si è evoluta dai tempi dei "rimedi della nonna" e si è trasformata in una corrente di pensiero che ha visto crescere un interesse di pubblico nei paesi occidentali. Nel complesso si tratta di pratiche terapeutiche che prescindono dalla medicina scientifica e prendono il nome di medicina non convenzionale intesa o come alternativa o come complementare cioè usata in associazione ai trattamenti standard.
A differenza della medicina scientifica, basata su trattamenti uniformati, la medicina non convenzionale propone cure fortemente individualizzate e articolate derivate da una visione olistica del paziente e della sua malattia.
Tra curiosità e spesso insoddisfazione rispetto alle soluzioni terapeutiche e agli approcci tradizionali, sono molti i pazienti che si sono avvicinati a queste discipline, negli Stati Uniti, nel 1997, il 42,1% della popolazione ne ha usufruito. Anche in Italia è stata registrata la tendenza: l'Istituto Superiore di Sanità ha stimato che nel triennio 1997-1999 il 15,6% degli italiani ha scelto una terapia non convenzionale, di questi il 9,2% lo ha fatto per il trattamento di soggetti tra 0 e 14 anni. Per questa fascia di età l'interesse sembra orientato per lo più verso l'omeopatia (7,7%) e le patologie più frequentemente curate sono quelle a carico delle vie respiratorie.
Nonostante il largo interesse riscosso, resta tuttora aperto un dibattito sulla validità delle cure non comprovata da evidenze ottenute con i protocolli scientifici previsti dal caso. La principale critica che è stata sollevata è che gran parte dei risultati sarebbero attribuibili a un effetto placebo. Ma una recente indagine basata sulla revisione di 89 studi controllati (cioè con un gruppo placebo) ha escluso questa ipotesi: infatti ha riscontrato un rischio più che raddoppiato nel gruppo di pazienti che assumeva il placebo anziché il preparato omeopatico. Tuttavia, gli autori stessi sostengono di non poter affermare una chiara efficacia dell'omeopatia nelle singole patologie trattate. Negli stessi anni si sono susseguiti vari studi che confrontavano questi preparati con antibiotici classici. I risultati ottenuti erano a favore dei trattamenti alternativi ma ogni volta le conclusioni erano minate dalla non significatività statistica, o da vizi di metodo.
Particolare attenzione è stata data all'uso dello xilitolo nella prevenzione dell'otite media acuta, un'infezione della camera retrotimpanica dell'orecchio medio. Questo zucchero si è dimostrato capace di inibire la crescita di alcuni patogeni, come lo Streptococcus mutans, quello delle carie dentarie, e lo Streptococcus pneumoniae, più pericoloso perché, oltre l'otite media acuta, è causa di polmoniti, meningiti, sinusiti. Un gruppo di ricerca finlandese ha dimostrato che masticare chewing-gum contenente xilitolo per due mesi, per almeno cinque minuti dopo ogni pasto, poteva ridurre del 40% la ricorrenza dell'otite e del 36% la necessità di intervenire con antibiotici, rispetto a un gruppo controllo che usava chewing-gum con saccarosio. Lo studio è stato poi ripreso con una somministrazione più semplice dello xilitolo sotto forma di sciroppo ottenendo gli stessi effetti. In realtà la critica ai risultati riguardava, tra le altre cose, la scelta di includere nel campione bambini di età media di due anni, mentre la fascia più colpita dall'otite media acuta è al di sotto di quest'età. E comunque è stato poi confermato che la somministrazione di xilitolo quando è già in atto un'infezione respiratoria acuta, non previene lo sviluppo dell'otite media acuta.
Api fonte di benessere
Un altro preparato che riscuote notevole successo nei periodi invernali è la propoli, una sostanza resinosa prodotta dalle api costituita in varie percentuali da resina, cera, oli essenziali aromatici, miele e flavonoidi. Sono fondamentalmente quest'ultime, le sostanze che determinano l'effetto antibatterico, batteriostatico e battericida, solitamente non specifico ma particolarmente forte contro patogeni respiratori quali S. pneumoniae, Haemophilus influenzae e Moraxella catarrhalis. Uno studio rumeno registrò in campione di bambini in età scolare e prescolare una riduzione della durata della malattia, del numero di patologie delle vie respiratorie alte con sintomatologia acuta o cronica e di infezioni respiratorie con complicanze associate. Circoscrivendo il campo d'azione a una patologia specifica si ottengono ancora buoni risultati come dimostrano i dati preliminari di una ricerca condotta presso l'Istituto di Pediatria dell'Università di Milano. I ricercatori hanno testato l'efficacia preventiva della propoli associata a zinco, contro l'amoxicillina e in associazione con essa, per prevenire l'otite media acuta in bambini, di età compresa tra uno e cinque anni, che ne avevano sofferto. Nei primi tre mesi di trattamento, per quanto sia stata confermata la superiorità del trattamento antibiotico nel prevenire ricadute della patologia, l'associazione di propoli e zinco aveva comunque ridotto il numero di episodi nei bambini soggetti a recidiva e abbassato di circa un terzo la ricorrenza della patologia. In entrambi gli studi, tuttavia, il campione è stato considerato esiguo e al limite della significatività statistica.
Naturale = innocuo?
In generale tutti gli studi condotti sull'efficacia antibiotica delle terapie non convenzionali concludono affermando la necessità di compiere ulteriori ricerche sull'argomento. E comunque rimane, anche per quei trattamenti supportati da evidenze di efficacia, il rischio di farne un uso improprio, perché non è detto che un prodotto naturale sia innocuo quando assunto in qualsiasi momento e in qualsiasi dosaggio.
Simona Zazzetta
Fonti
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
A differenza della medicina scientifica, basata su trattamenti uniformati, la medicina non convenzionale propone cure fortemente individualizzate e articolate derivate da una visione olistica del paziente e della sua malattia.
Tanto interesse ma poche prove
Tra curiosità e spesso insoddisfazione rispetto alle soluzioni terapeutiche e agli approcci tradizionali, sono molti i pazienti che si sono avvicinati a queste discipline, negli Stati Uniti, nel 1997, il 42,1% della popolazione ne ha usufruito. Anche in Italia è stata registrata la tendenza: l'Istituto Superiore di Sanità ha stimato che nel triennio 1997-1999 il 15,6% degli italiani ha scelto una terapia non convenzionale, di questi il 9,2% lo ha fatto per il trattamento di soggetti tra 0 e 14 anni. Per questa fascia di età l'interesse sembra orientato per lo più verso l'omeopatia (7,7%) e le patologie più frequentemente curate sono quelle a carico delle vie respiratorie.
Nonostante il largo interesse riscosso, resta tuttora aperto un dibattito sulla validità delle cure non comprovata da evidenze ottenute con i protocolli scientifici previsti dal caso. La principale critica che è stata sollevata è che gran parte dei risultati sarebbero attribuibili a un effetto placebo. Ma una recente indagine basata sulla revisione di 89 studi controllati (cioè con un gruppo placebo) ha escluso questa ipotesi: infatti ha riscontrato un rischio più che raddoppiato nel gruppo di pazienti che assumeva il placebo anziché il preparato omeopatico. Tuttavia, gli autori stessi sostengono di non poter affermare una chiara efficacia dell'omeopatia nelle singole patologie trattate. Negli stessi anni si sono susseguiti vari studi che confrontavano questi preparati con antibiotici classici. I risultati ottenuti erano a favore dei trattamenti alternativi ma ogni volta le conclusioni erano minate dalla non significatività statistica, o da vizi di metodo.
Chewing-gum per guarire
Particolare attenzione è stata data all'uso dello xilitolo nella prevenzione dell'otite media acuta, un'infezione della camera retrotimpanica dell'orecchio medio. Questo zucchero si è dimostrato capace di inibire la crescita di alcuni patogeni, come lo Streptococcus mutans, quello delle carie dentarie, e lo Streptococcus pneumoniae, più pericoloso perché, oltre l'otite media acuta, è causa di polmoniti, meningiti, sinusiti. Un gruppo di ricerca finlandese ha dimostrato che masticare chewing-gum contenente xilitolo per due mesi, per almeno cinque minuti dopo ogni pasto, poteva ridurre del 40% la ricorrenza dell'otite e del 36% la necessità di intervenire con antibiotici, rispetto a un gruppo controllo che usava chewing-gum con saccarosio. Lo studio è stato poi ripreso con una somministrazione più semplice dello xilitolo sotto forma di sciroppo ottenendo gli stessi effetti. In realtà la critica ai risultati riguardava, tra le altre cose, la scelta di includere nel campione bambini di età media di due anni, mentre la fascia più colpita dall'otite media acuta è al di sotto di quest'età. E comunque è stato poi confermato che la somministrazione di xilitolo quando è già in atto un'infezione respiratoria acuta, non previene lo sviluppo dell'otite media acuta.
Api fonte di benessere
Un altro preparato che riscuote notevole successo nei periodi invernali è la propoli, una sostanza resinosa prodotta dalle api costituita in varie percentuali da resina, cera, oli essenziali aromatici, miele e flavonoidi. Sono fondamentalmente quest'ultime, le sostanze che determinano l'effetto antibatterico, batteriostatico e battericida, solitamente non specifico ma particolarmente forte contro patogeni respiratori quali S. pneumoniae, Haemophilus influenzae e Moraxella catarrhalis. Uno studio rumeno registrò in campione di bambini in età scolare e prescolare una riduzione della durata della malattia, del numero di patologie delle vie respiratorie alte con sintomatologia acuta o cronica e di infezioni respiratorie con complicanze associate. Circoscrivendo il campo d'azione a una patologia specifica si ottengono ancora buoni risultati come dimostrano i dati preliminari di una ricerca condotta presso l'Istituto di Pediatria dell'Università di Milano. I ricercatori hanno testato l'efficacia preventiva della propoli associata a zinco, contro l'amoxicillina e in associazione con essa, per prevenire l'otite media acuta in bambini, di età compresa tra uno e cinque anni, che ne avevano sofferto. Nei primi tre mesi di trattamento, per quanto sia stata confermata la superiorità del trattamento antibiotico nel prevenire ricadute della patologia, l'associazione di propoli e zinco aveva comunque ridotto il numero di episodi nei bambini soggetti a recidiva e abbassato di circa un terzo la ricorrenza della patologia. In entrambi gli studi, tuttavia, il campione è stato considerato esiguo e al limite della significatività statistica.
Naturale = innocuo?
In generale tutti gli studi condotti sull'efficacia antibiotica delle terapie non convenzionali concludono affermando la necessità di compiere ulteriori ricerche sull'argomento. E comunque rimane, anche per quei trattamenti supportati da evidenze di efficacia, il rischio di farne un uso improprio, perché non è detto che un prodotto naturale sia innocuo quando assunto in qualsiasi momento e in qualsiasi dosaggio.
Simona Zazzetta
Fonti
- XXII Congresso Nazionale di Antibioticoterapia in Età Pediatrica. Milano 13-14 novembre 2003
- Linde K et al. Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet 1998 Jan 17;351(9097):220
- Uhari M et al A novel use of xylitol sugar in preventing acute otitis media. Pediatrics. 1998 Oct;102(4 Pt 1):879-84
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