04 giugno 2004
Aggiornamenti e focus
Punto di ebollizione
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Fuoco, ovvero calore. Anche senza che si sciolgano le calotte polari, come minacciato da tanta letteratura di fantascienza e dall'ultimo film di Roland Emmerich (l'alba del giorno dopo) l'aumento della temperatura ha già oggi effetti negativi sulla salute della popolazione. Anche perché i rialzi di temperatura, ovviamente soprattutto in ambiente urbano, si alleano con altri aspetti ambientali.
E' il caso dell'inquinamento da traffico, e in particolare da biossido d'azoto. Lo scorso anno aveva fatto molto parlare uno studio condotto a Taiwan, nell'area industriale e trafficata di Kayosung, nella quale si era assistito, in congiunzione con i rialzi del livello di inquinamento, a picchi nei ricoveri dovuti a ictus cerebrale, sia ischemico sia emorragico. Però, non sempre all'aumento del biossido d'azoto corrispondeva l'aumento degli episodi cerebrovascolari: occorreva la complicità del caldo. In questa situazione il rischio aumentava del 50% e più. I ricercatori cinesi non sanno dare una spiegazione precisa dell'azione degli inquinanti e della temperatura, probabilmente i due fattori agiscono a loro volta sulle variabili alla base dell'ictus e cioè aumento della viscosità del plasma (effetto anche della disidratazione), aumento del ritmo cardiaco e anche della variabilità del ritmo stesso.
Nel commentare lo studio, l'autore, Chun-Yuh Yang dell'Istituto di Salute Pubblica dell'Università di Kayosung. ritiene che questa possa essere una delle cause dell'aumento dei decessi tra gli anziani l'estate scorsa che soprattutto in Francia, ma anche in Italia, ha giustamente occupato le prime pagine dei giornali. Anche se, per quanto riguarda i fatti europei, a provocare l'eccesso di mortalità, in particolare tra gli anziani, è stato il fatto che, nel caso della Francia del Nord, si sono avuti 10 giorni consecutivi in cui le massime erano di 35 gradi e più, mentre la notte la temperatura non scendeva sotto i 20°, impedendo il raffreddamento degli appartamenti, mediamente più caldi dell'ambiente esterno. Di qui i molti casi di disidratazione.
D'altra parte, come ormai ammoniscono da tempo i climatologi, il riscaldamento dell'atmosfera non va visto come un fenomeno lineare, un po' come se si alzasse la temperatura del forno: le ondate di caldo, le inondazioni, fanno parte del quadro.
Non c'è soltanto la sinergia tra inquinamento e temperatura, comunque. Il riscaldamento ha effetti piuttosto vistosi sulle malattie infettive, anche se, soprattutto, quelle in cui i vettori sono gli insetti. Nelle aree in cui è endemica, la malaria ha modificato il suo andamento stagionale, estendendo i periodi dell'anno in cui il contagio è massimo. Un discorso analogo vale per altre infezioni, dall'encefalite al Dengue. Ma anche senza gli insetti c'è da considerare che l'aumento delle precipitazioni e delle inondazioni comporta anche un aumento dell'inquinamento da microrganismi della acque potabili. Questo peraltro non avviene nei paesi in via di sviluppo, ma anche negli Stati Uniti, dove sono state a più riprese messe in relazione le epidemie di enteriti batteriche e la difficoltà a trattare le acque piovane.
Maurizio Imperiali
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Traffico e caldo, cocktail micidiale
E' il caso dell'inquinamento da traffico, e in particolare da biossido d'azoto. Lo scorso anno aveva fatto molto parlare uno studio condotto a Taiwan, nell'area industriale e trafficata di Kayosung, nella quale si era assistito, in congiunzione con i rialzi del livello di inquinamento, a picchi nei ricoveri dovuti a ictus cerebrale, sia ischemico sia emorragico. Però, non sempre all'aumento del biossido d'azoto corrispondeva l'aumento degli episodi cerebrovascolari: occorreva la complicità del caldo. In questa situazione il rischio aumentava del 50% e più. I ricercatori cinesi non sanno dare una spiegazione precisa dell'azione degli inquinanti e della temperatura, probabilmente i due fattori agiscono a loro volta sulle variabili alla base dell'ictus e cioè aumento della viscosità del plasma (effetto anche della disidratazione), aumento del ritmo cardiaco e anche della variabilità del ritmo stesso.
Nel commentare lo studio, l'autore, Chun-Yuh Yang dell'Istituto di Salute Pubblica dell'Università di Kayosung. ritiene che questa possa essere una delle cause dell'aumento dei decessi tra gli anziani l'estate scorsa che soprattutto in Francia, ma anche in Italia, ha giustamente occupato le prime pagine dei giornali. Anche se, per quanto riguarda i fatti europei, a provocare l'eccesso di mortalità, in particolare tra gli anziani, è stato il fatto che, nel caso della Francia del Nord, si sono avuti 10 giorni consecutivi in cui le massime erano di 35 gradi e più, mentre la notte la temperatura non scendeva sotto i 20°, impedendo il raffreddamento degli appartamenti, mediamente più caldi dell'ambiente esterno. Di qui i molti casi di disidratazione.
E le infezioni prosperano
D'altra parte, come ormai ammoniscono da tempo i climatologi, il riscaldamento dell'atmosfera non va visto come un fenomeno lineare, un po' come se si alzasse la temperatura del forno: le ondate di caldo, le inondazioni, fanno parte del quadro.
Non c'è soltanto la sinergia tra inquinamento e temperatura, comunque. Il riscaldamento ha effetti piuttosto vistosi sulle malattie infettive, anche se, soprattutto, quelle in cui i vettori sono gli insetti. Nelle aree in cui è endemica, la malaria ha modificato il suo andamento stagionale, estendendo i periodi dell'anno in cui il contagio è massimo. Un discorso analogo vale per altre infezioni, dall'encefalite al Dengue. Ma anche senza gli insetti c'è da considerare che l'aumento delle precipitazioni e delle inondazioni comporta anche un aumento dell'inquinamento da microrganismi della acque potabili. Questo peraltro non avviene nei paesi in via di sviluppo, ma anche negli Stati Uniti, dove sono state a più riprese messe in relazione le epidemie di enteriti batteriche e la difficoltà a trattare le acque piovane.
Maurizio Imperiali
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