I numeri dell'acqua

04 giugno 2004
Aggiornamenti e focus

I numeri dell'acqua



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Le stime indicano che la Terra abbia 1400 milioni di chilometri cubi di acqua, che coprono il 71% della superficie terrestre. Di questa il 97% è salata.
L'acqua dolce, quindi, rappresenta il 3% del totale, ma di questa il 68,7% è contenuta nei ghiacciai e il 30% nelle falde sotterranee troppo profonde per essere utilizzate, per cui solo lo 0,3% dell'acqua dolce si trova in superficie (fiumi, laghi e sorgenti) e può essere usata per usi umani ed è pari allo 0,008% dell'acqua totale presente sulla Terra.

Usi, consumi e sprechi


Il consumo di acqua nel mondo negli ultimi anni è aumentato di sei volte, a un ritmo più del doppio del tasso di crescita della popolazione, tanto che la disponibilità pro capite dal 1950 al 1995 è passata da 17000 m³ a 7500 m³. Questo in valori assoluti.
A livello mondiale il 70% delle risorse idriche vengono consumate per l'agricoltura, il 20% per l'industria e il 10% per altri usi. Nella realtà delle singole regioni esistono gravi situazioni di stress idrico, per cui circa 1,4 miliardi di persone non ha acqua potabile a sufficienza, 1 miliardo beve acqua non sicura, 3,4 milioni muoiono ogni anno per malattie trasmesse dall'acqua. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito la soglia minima del fabbisogno idrico per persona in 1700 m³ di acqua all'anno (per usi idropotabili, irrigui, industriali, energetici).
Nel rapporto dell'Unesco, "Water for people - Water for life", presentato il 5 marzo dello scorso anno, l'uso e le prospettive delle risorse idriche e le classifiche della disponibilità idrica individuano tra i paesi più poveri d'acqua il Kuwait (10 m³ l'anno per abitante), seguito dalla Striscia di Gaza (52 m³), Emirati Arabi Uniti (58 m³), Bahamas (66 m³), Qatar (94 m³), Isole Maldive (103 m³), Libia (113 m³), Arabia Saudita (118 m³), Malta (129 m³) e Singapore (149 m³). I più ricchi d'acqua, invece, sono la Guyana Francese (812.121 m³ l'anno per abitante), Islanda (609.319 m³), Guyana (316.689 m³), Suriname (292.566 m³), Congo (275.679 m³), Papua Nuova Guinea (166.563 m³), Gabon (133.333 m³), Isole Solomon (100.000 m³), Canada (94.353 m³) e Nuova Zelanda (86.554 m³).
L'Italia si classifica al 107° posto, con 3.325 m³ di acqua l'anno per abitante.
Per quanto riguarda i consumi domestici, per poter parlare di condizioni accettabili di vita occorrono non meno di 50 litri d'acqua al giorno per ogni essere umano.
Nel mondo si passa da una disponibilità media di 425 litri al giorno di un abitante degli Stati Uniti a 10 litri al giorno di un abitante del Madagascar, dai 237 in Italia ai 150 in Francia, dai 260 per un israeliano ai 70 per un palestinese.
Secondo i dati presentati al 1° Forum Alternativo Mondiale sull'Acqua tenutosi a Firenze il 21 e 22 marzo 2003, dall'AMREF (African Medical and Research Foundation, associazione nota per lo slogan di Giobbe Covatta "Basta poco, che ce vo'?!"), quotidianamente per un bagno in vasca si consuma fra i 120 e i 160 litri, per una doccia di tre minuti 30 litri, per un carico di lavatrice dagli 80 ai 120 litri, per lavare i piatti a mano 20 litri, per bere e cucinare 6 litri, per lavare denti - senza lasciare aperto il rubinetto! - 2 litri, per lavare le mani 1 litro e mezzo di acqua e tra i 10 e i 16 litri di acqua quando si tira lo sciacquone.

Guerra e pace di acqua


Dei 263 bacini idrici la cui estensione interessa più di un paese, circa un terzo attraversa più di 2 Stati e 19 ne coinvolgono 5 o più. Più della metà delle risorse idriche di gran parte dei Paesi dell'Africa e del Medio Oriente ha origine al di fuori dei loro confini; altrettanto avviene nella parte meridionale dell'America Latina. L'Unesco osserva che generalmente si ritiene che la crescita della domanda d'acqua comporterà un incremento dei conflitti e anche delle guerre per il controllo e l'utilizzo di questa risorsa. Tuttavia, un elemento di minor pessimismo viene dal recente Rapporto Onu sullo stato delle risorse idriche a livello mondiale, che contiene uno studio sulle interazioni tra due o più Paesi per l'acqua negli ultimi cinquant'anni. Su un totale di 1.831 interazioni, la maggioranza, 1.228, sono state risolte in modo cooperativo, con la firma di uno dei 200 trattati di condivisione dell'acqua o la costruzione di nuove dighe e bacini artificiali. 507 episodi, invece, sono stati conflittuali, ma solamente 37 hanno comportato violenze, in 21 casi con azioni di carattere militare.

Previsioni poco rosee

"Le riserve d'acqua stanno diminuendo - afferma Koichiro Matsuura, Direttore Generale dell'Unesco - mentre la domanda cresce drammaticamente, a un ritmo insostenibile. Tra vent'anni, ogni persona disporrà, in media, di un terzo d'acqua in meno."
Nonostante l'evidenza della crisi, gli impegni politici per invertire questa tendenza sono scarsi. Negli ultimi venticinque anni, numerose conferenze internazionali hanno messo a fuoco i vari problemi da affrontare e sono stati individuati diversi obiettivi per migliorare la gestione dell'acqua ma, secondo il rapporto Onu, "quasi nessuno è stato raggiunto...siamo di fronte a un'inerzia politica, che esacerba la crisi", della cui entità la popolazione mondiale non è pienamente consapevole.
Nella peggiore delle ipotesi, a metà di questo secolo saranno 7 miliardi di persone in 60 Paesi a soffrire di scarsità d'acqua. Nella migliore delle ipotesi, invece, saranno 2 miliardi in 48 Paesi. Questo dipenderà da fattori come la crescita della popolazione e l'adozione di politiche adeguate. Secondo il rapporto, il 20% dell'incremento della scarsità d'acqua mondiale sarà dovuto ai cambiamenti climatici. Le zone umide saranno probabilmente interessate da maggiori precipitazioni, mentre è prevista una diminuzione e una maggior irregolarità nelle regioni propense alla siccità, nonché in alcune zone tropicali e sub-tropicali. La qualità dell'acqua peggiorerà con l'aumento della sua temperatura e dei livelli d'inquinamento.

Alice Zazzetta



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