Il sole picchia ovunque

23 luglio 2004
Aggiornamenti e focus

Il sole picchia ovunque



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Una volta tanto le prime uscite di stagione in tema di sole e abbronzatura vengono da una fonte al di sopra di ogni sospetto: l'Istituto Superiore di Sanità. Infatti, nei giorni scorsi l'ISS ha organizzato a Roma un workshop intitolato "Raggi ultravioletti e protezione solare". Parecchi i dati presentati, e i luoghi comuni smentiti.

La latitudine conta meno


Per cominciare, è bene non illudersi sulla minore pericolosità dell'esposizione nelle zone settentrionali. Secondo i riscontri effettuati dal Dipartimento tecnologie e salute dell'ISS, la capacità di indurre eritema dell'esposizione al sole nelle regioni del Centro-Nord è aumentata del 20%, mentre è rimasta più o meno stabile al Sud. In altre parole, è più facile scottarsi anche su una collina del piacentino o nel parco del Valentino a Torino. Anche a seguito di questo cambiamento, è opportuno cominciare a tenere presente, nel pianificare spostamenti e vacanze più o meno lunghe, oltre al bollettino meteo, anche l'UV index, che esprime la massima quantità di radiazioni ultraviolette prevista per la giornata. In sostanza l'indice dice qual è la capacità aggressiva del sole per quel giorno. Sempre più spesso i giornali riportano questo indice tra i loro servizi meteo, tuttavia, come ha fatto notare Gianni Mariutti del Laboratorio Tecnologie e Salute,"questo dato oggi resta poco comprensibile per molti italiani. Per questo abbiamo pubblicato anche un documento che spiega come 'leggere' il bollettino e soprattutto come regolarsi''. Le istruzioni dell'ISS sono reperibili nell'area "buonsenso al sole" del sito istituzionale.

A poco serve la preabbronzatura


Un altro luogo comune sfatato è l'efficacia del rodaggio con le lampade abbronzanti UV-A a fini protettivi. Al massimo quello che si ottiene preparandosi così all'esposizione in spiaggia o sui monti è una più rapida coloritura, ma nient'altro. Anzi: ''Le lampade a base di raggi UV-A portano in superficie rapidamente la melanina, regalando un colorito scuro. Ma non inducono quell'ispessimento cutaneo che protegge dal pericolo scottature. Se, quindi, dopo qualche seduta si va al sole, si viene 'aggrediti' dai raggi UV-B che non trovano filtri e provocano scottature, ustioni e altri danni" ha illustrato Mariutti.
La sola protezione efficace, dunque, resta la cautela nell'esposizione (evitando le ore più calde a cavallo del mezzogiorno, per esempio) e il ricorso ai filtri solari (crema, latte...). Questi ultimi, però, vanno usati in modo adeguato: per proteggere efficacemente tutta la superficie corporea (da 1,5 a 2 mq) sono necessari circa 20 grammi di prodotto e l'applicazione va ripetuta più volte nell'arco della permanenza al sole. Infatti sono diversi i fattori che ne riducono l'effetto protettivo: la sudorazione, il vento, il contatto con la sabbia.

La scadenza del solare

A proposito dei prodotti solari, Luigi Gagliardi, direttore del laboratorio di Sicurezza Cosmetici dell'ISS ha presentato una ricerca, di cui è il responsabile, il cui inizio è previsto per settembre. Questa la premessa: ''Attualmente nessuno sa dire se e dopo quanto tempo il filtro si deteriora una volta aperta la confezione - dice Gagliardi - anche se una direttiva europea del settembre 2003 stabilisce che entro l'11 marzo 2005 su questi prodotti debba comparire una data di scadenza, cioè il Pao: periodo dopo l'apertura. Questo può creare dei problemi: si sta al sole pensando di essere protetti, mentre magari lo si è molto meno. Un rischio soprattutto per i piccoli, la cui pelle è più sensibile''. Per determinare la durata del prodotto in condizioni di efficacia, questo verrà esposto a condizioni che simulino quelle della sua vita "naturale" . Poi, spiega il dottor Gagliardi "a intervalli regolari saranno valutate le proprietà microbiologiche e di stabilità del filtro UV, nonché il dosaggio di quest'ultimo nel tempo. Il vaglio analitico dei dati ottenuti consentirla comprensione di eventuali processi degradativi''. Nell'attesa, meglio non acquistare grandi quantità di prodotti e, per cautela, non usare quelli che, magari, sonnecchiano in un armadio dall'anno scorso.

Davide Minzoni



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