05 maggio 2006
Aggiornamenti e focus
Luce dissolve umor nero
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Attenzione al sole, attenzione agli ultravioletti ma, alla fine, aspetti positivi della luce non mancano, anche in clinica. Non si pensi però solo al rachitismo e all'elioterapia degli anni trenta, ma a un disturbo di cui oggi si parla molto, cioè il disturbo affettivo stagionale. In particolare, lo studio canadese di cui si parla qui, ha affrontato una particolare declinazione di questa costellazione di forme, cioè la depressione invernale. Base di partenza della ricerca è la constatazione, che viene dall'epidemiologia, del presentarsi di sintomatologie a carico dell'umore nei mesi invernali e, per traslato, la maggiore diffusione delle sindromi depressive nei paesi nordici, nei quali la presenza del sole è comunque molto più ridotta nel tempo.Un possibile trattamento è, ovviamente, il ricorso agli antidepressivi, in particolare i più maneggevoli (SSRI). Però, nell'ambito dei trattamenti non farmacologici ha sempre avuto una certa diffusione la fototerapia, cioè l'esposizione a una luce di intensità paragonabile a quella di un giorno estivo. Non deve stupire questo approccio, l'eposizione alla luce ha diversi effetti anche sulle regolazioni neurormonali, valga per tutti il caso della melatonina.
La novità dello studio risiede nel fatto che la fototerapia è stata messa confronto con il trattamento a base di antidepressivi, in questo caso la fluoxetina. Lo studio ha interessato 96 pazienti con diagnosi certa di depressione stagionale, una metà è stata trattata esponendola ogni mattina a una luce da 10000 lux (l'unità di misura del flusso luminoso) più una compressa di placebo; l'altra, veniva esposta a una luce "fasulla", pari a soli 100 lux, ma assumeva una capsula di fluoxetina da 20 mg. In emtrambi i casi, il trattamento durava otto settimane. Per dare un'idea dell'intensità dell'esposizione, la luce del sole ha un'intensità variabile tra 32000 e 100000 lux, i riflettori degli studi televisivi erogano attorno ai 1000 lux e in un ufficio luminoso se ne registrano circa 400.
I risultati in termini di efficacia erano simili tra antidepressivo e fototerapia: un sostanziale miglioramento dei sintomi si osservava nel 67% dei casi, mentre la scomparsa del disturbo interessava il 52% dei pazienti. Un ottimo risultato, cui vanno aggiunti due ulteriori elementi a favore della fototerapia. Il primo è che mentre con il farmaco si ha un ritardo di una settimana nell'effetto, dovuto alla necessità di raggiungere livelli adeguati nell'organismo, la luce agisce subito, tanto che solo dopo la prima settimana i risultati si equivalgono. L'altro elemento è che gli effetti collaterali del trattamento, in particolare insonnia e agitazione, erano più frequenti nelle persone trattate con la fluoxetina. Insomma, un'alternativa accettabile al farmaco e anche alla non sempre praticabile strada delle vacanze invernali in località assolate.
Gianluca Casponi
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A confronto col farmaco
La novità dello studio risiede nel fatto che la fototerapia è stata messa confronto con il trattamento a base di antidepressivi, in questo caso la fluoxetina. Lo studio ha interessato 96 pazienti con diagnosi certa di depressione stagionale, una metà è stata trattata esponendola ogni mattina a una luce da 10000 lux (l'unità di misura del flusso luminoso) più una compressa di placebo; l'altra, veniva esposta a una luce "fasulla", pari a soli 100 lux, ma assumeva una capsula di fluoxetina da 20 mg. In emtrambi i casi, il trattamento durava otto settimane. Per dare un'idea dell'intensità dell'esposizione, la luce del sole ha un'intensità variabile tra 32000 e 100000 lux, i riflettori degli studi televisivi erogano attorno ai 1000 lux e in un ufficio luminoso se ne registrano circa 400.
Miglioramenti rapidi
I risultati in termini di efficacia erano simili tra antidepressivo e fototerapia: un sostanziale miglioramento dei sintomi si osservava nel 67% dei casi, mentre la scomparsa del disturbo interessava il 52% dei pazienti. Un ottimo risultato, cui vanno aggiunti due ulteriori elementi a favore della fototerapia. Il primo è che mentre con il farmaco si ha un ritardo di una settimana nell'effetto, dovuto alla necessità di raggiungere livelli adeguati nell'organismo, la luce agisce subito, tanto che solo dopo la prima settimana i risultati si equivalgono. L'altro elemento è che gli effetti collaterali del trattamento, in particolare insonnia e agitazione, erano più frequenti nelle persone trattate con la fluoxetina. Insomma, un'alternativa accettabile al farmaco e anche alla non sempre praticabile strada delle vacanze invernali in località assolate.
Gianluca Casponi
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