Mortali polveri sottili

18 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus

Mortali polveri sottili



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"Particolato": è questa la nuova parola d'ordine in tema di inquinamento, la cui corretta definizione scientifica è "particelle totali sospese - PTS" o "materiale particolato sospeso". Si tratta di tutte quelle particelle solide o liquide disperse nell'aria, tolte le polveri di origine naturale (come il polline), le polveri più inquinanti sono quelle emesse direttamente nell'aria da sorgenti quali: industrie, centrali termoelettriche, cantieri e autoveicoli. Questi ultimi, in particolare, sono quelli che più preoccupano gli esperti dell'ambiente, soprattutto quando vengono superati i livelli soglia di concentrazione nell'aria.

Una questione di dimensioni...


Oggi la classificazione di polveri più o meno inquinanti si basa esclusivamente sul diametro delle particelle stesse (che può variare da un valore minimo di 0,005 mm fino ad un massimo di 100 mm). E' stato scientificamente provato, infatti, che l'azione nociva delle polveri inquinanti è inversamente proporzionale alle dimensioni delle particelle: quelle con un diametro maggiore di 30 micron (milionesimo di metro o μm) vengono fermate nella parte alta dell'albero respiratorio e poi espulse con la tosse; quelle con un diametro inferiore a 10 μm (caratterizzati dalla sigla PM10 o PM2,5 se di dimensioni ancora più piccole), invece, riescono a raggiungere i tratti successivi delle vie respiratorie. Ma non basta: le PM10 sono denominate polveri inalabili, in quanto capaci di penetrare tutto il tratto superiore dell'apparato respiratorio fino ai bronchi, mentre le PM2,5 sono dette polveri respirabili poiché capaci di penetrare tutto l'apparato respiratorio, cioè fino agli alveoli polmonari (dai bronchi sino agli alveoli polmonari). Sono proprio questi ultimi gli inquinanti più dannosi per la salute dell'uomo; posizionandosi direttamente sulla mucosa dell'albero respiratorio e sugli alveoli, infatti, queste piccolissime polveri possono causare disturbi dell'apparato respiratorio, dalle semplici irritazioni alle più gravi patologie, cancro compreso.

...e di sostanza


"A fare la reale differenza, però" sottolinea Girolamo Chiappino, direttore della Clinica del Lavoro "Luigi Devoto" dell'Università di Milano "non è solo la dimensione delle particelle stesse, bensì anche e soprattutto il tipo di sostanze in esse contenute. Una particella, infatti, può dare effetti molto diversi da quelli di altre particelle di ugual misura e nelle medesime concentrazioni aeree, ma di diversa composizione.A Milano, per esempio, le polveri sono molto più ricche di amianto rispetto a Roma (in media, 10 volte di più) e ciò le rende molto più pericolose rispetto ad altre di pari dimensioni, ma contenenti una minor percentuale di questo minerale". L'amianto, infatti, è una delle sostanze più inquinanti presente nelle città industrializzate. "La sua diffusione" continua Chiappino "è dovuta principalmente ai tetti di case e capannoni realizzati in cemento-amianto, un particolare composto usato per i riconoscibilissimi elementi ondulati. In particolari condizioni atmosferiche (pioggia, vento, gelo, ...), infatti, questo materiale libera nell'aria numerose particelle ricche di amianto che, viaggiando nell'atmosfera, mettono a rischio i nostri polmoni. Proprio per questo l'eternit (è questo il nome attribuito al composto) è stato vietato dal 1994". Altra sostanza dannosissima se diffusa nell'aria è il carbone. "Di per sé apparentemente innocuo, il carbone è infatti una sostanza ad elevate capacità adsorbenti (cioè è in grado di legarsi a qualsiasi composto chimico). Proprio come una spugna, infatti, il carbone riesce ad assorbire le sostanze chimiche che incontra e, una volta respirato, trascina tutto il suo contenuto nei bronchi e nei polmoni".

Il peso delle auto

La questione delle marmitte catalitiche degli autoveicoli è da anni motivo di discussione. "Se la benzina rossa aveva il difetto di contenere alte percentuali di piombo" commenta il direttore della Clinica del Lavoro dell'Università di Milano "la benzina verde per le macchine con marmitte catalitiche ha il limite di contenere alte percentuali di benzene, un composto volatile altamente dannoso". L'eliminazione dei motori a benzina rossa (con piombo), pertanto, non ha certo risolto il problema inquinamento, anzi! Dalla tossicità del piombo si è passati alla cancerogenicità del benzene, che durante la combustione della benzina verde libera nell'aria minuscole particelle nocive in grado di penetrare nell'organismo, soprattutto per inalazione, ed è assorbito nel sangue in percentuali comprese tra il 28% e il 50% della parte inalata. Il suo effetto cancerogeno si manifesta così: in seguito a particolari processi metabolici che hanno luogo nelle cellule del nostro organismo, il benzene è infatti capace di indurre mutazioni nel materiale genetico, trasformando le cellule da "normali" in "tumorali". Secondo recenti stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'U.S. Environmental Protection Agency, l'esposizione "a vita" di una popolazione a concentrazioni di 1 μg/m3 di benzene provoca 4-10 casi aggiuntivi di leucemia ogni milione di persone.

Come difendersi

L'aria è satura di particelle inquinanti? L'ideale sarebbe andare al mare o in montagna, alla ricerca di un'aria un po' più respirabile. Difficilmente, però, queste alternative possono tradursi in realtà e, quindi, si rende necessario attuare alcune azioni preventive per cercare di proteggere il più possibile bronchi e polmoni (soprattutto quelli di bambini, anziani e persone affette da patologie respiratorie). In dettaglio:
  • evitare di far uscire di casa i bambini più piccoli durante i picchi di inquinamento; se ciò non fosse proprio possibile, è meglio portarli in braccio o con il marsupio, piuttosto che nel passeggino (poiché si trova proprio all'altezza dei tubi di scappamento delle auto);
  • in caso di utilizzo dell'auto, tenere i finestrini e le bocchette di aerazione ben chiuse, e rinunciare al riscaldamento;
  • evitare di fare jogging o altri sforzi fisici all'aperto; in caso di sforzo, infatti, i polmoni riescono a filtrare fino a 40 litri d'aria al minuto (mentre a risposo ne filtrano, in media, solo 6) e questo aumenta notevolmente l'assorbimento di particelle dannose.
A differenza di quanto si creda, invece, le ben note mascherine di plastica utilizzate da ciclisti e sportivi non servono a molto. "Anche se applicate perfettamente" rivela Girolamo Chiappino "queste mascherine non impediscono alle polveri più piccole (e quindi più dannose) di passare attraverso le sottili fessure poste tra la pelle e la plastica, sino a raggiungere l'apparatorespiratorio".

Annapaola Medina



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