30 aprile 2003
Aggiornamenti e focus
Disturbi da computer
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Anche ragioni psicologiche contribuirebbero alla comparsa di malattie e disturbi muscolo scheletrici sul lavoro. Questa è almeno la conclusione cui sono giunti ricercatori britannici dopo uno studio condotto su circa 2000 soggetti, uomini e donne, tra i 18 e i 65 anni. I disturbi considerati, noti come RSI (Repetitive Strain Injuries), colpiscono tessuti corporei quali muscoli, tendini e nervi delle mani e delle braccia di lavoratori e lavoratrici impegnati nei diversi settori produttivi e addetti a lavori pesanti, monotoni, ripetitivi. Si tratta di tendiniti, tenosinoviti e Sindrome del Tunnel Carpale, cui spesso sono associati anche mal di schiena e patologie della colonna vertebrale, tipici di chi come imballatori, addetti a catene di montaggio o musicisti sforzano a lungo sempre gli stessi muscoli. Oggi peraltro con l'uso sempre più diffuso del computer per lavorare, questi disturbi vanno diffondendosi velocemente anche tra gli utenti informatici, con inevitabili complicazioni a carico della vista.
Due sono le principali correnti di pensiero riguardo alle cause di questi fenomeni: quella più recente identifica la ragione principale nella somatizzazione, una condizione per la quale uno stress psicologico forte produce sintomi fisici. Gli studi recenti , cui abbiamo accennato in apertura, infatti portano ad una nuova prospettiva: l'esistenza di una relazione tra stress e insoddisfazione sul lavoro e un più alto rischio di RSI. Se cioè i rapporti con i colleghi e i responsabili sul lavoro non sono ideali (il cosidetto mobbing) e si vive in una situazione di alto stress, aumenta il rischio di dolori associati alla ripetizione di movimenti sempre uguali. Una strettissima relazione mente-corpo tutta da approfondire ma comunque attestata dai risultati sperimentali. La maggior parte dei medici ritengono invece che questi disturbi siano, in prevalenza, indotti da motivazioni fisiche ossia i movimenti rapidi e ripetitivi delle braccia e delle dita per tempi di lavoro prolungati. È noto infatti- come confermano i dati dell'OSHA (ente governativo americano per la sicurezza e la salute sul lavoro)- che lavorare a lungo al computer sottopone alcuni muscoli ed articolazioni a posture fisse mentre i muscoli delle mani e delle braccia si muovono incessantemente.
Queste tensioni muscolari impediscono il normale afflusso di sangue ai tessuti biologici (muscoli, tendini, nervi, dischi intervertebrali). Le cellule non ricevono ossigeno e nutrimento a sufficienza e non riescono a smaltire le sostanze di rifiuto: nel tempo tutto ciò può causare prima delle micro-lesioni, poi lesioni maggiori con dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei nervi ed in alcuni casi lunghi periodi di invalidità.
Alcune disfunzioni fisiche - diabete, peso eccessivo, artrite, ipertensione, fumo e gravidanza - ed attività extra-lavorative, aumentano il rischio di questi disturbi - tendiniti, tenosinoviti (infiammazione delle guaine dei nervi) e Sindrome da Tunnel Carpale. Abitudini di lavoro corrette ed una pratica regolare di esercizi fisici sono la migliore forma di prevenzione. Può essere utile così ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati, tenere gli avambracci paralleli al pavimento e ben appoggiati al tavolo o infine mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione.
Dal punto di vista terapeutico è buona norma adottare nel posto di lavoro una serie di accorgimenti, mirati a ridurre i rischi sia per l'apparato muscolo-scheletrico sia per quello visivo. I consigli più frequenti sono: scegliere attrezzature ergonomiche cioè adattabili alle proprie esigenze, adottare una postura rilassata: il tronco sullo schienale tra 90 e 110°, variare spesso la posizione del corpo, effettuare delle pause brevi ma frequenti, variare le attività nel corso della giornata, regolare con cura la posizione, l'altezza e la distanza del monitor; per quel che riguarda gli occhi è opportuno: schermare finestre con tende ergonomiche adeguate al lavoro al PC, schermare e ridurre luci artificiali, usare lampada da tavolo, disporre il monitor perpendicolare alle fonti luminose, inclinarlo per eliminare eventuali riflessi, collocare monitor e documenti alla stessa distanza dagli occhi il più lontano possibile purché siano leggibili, regolare contrasto, luminosità e caratteri del monitor, ammiccare spesso e fissare oggetti o persone lontani, pulire periodicamente monitor e schermi antiriflessi se presente, infine rinnovare l'aria del locale di lavoro. Nel caso però in cui i disturbi abbiano "preso il sopravvento" la soluzione ideale, dopo accurata visita medica, è stabilire un programma di riabilitazione fisica mirato a ridare alla muscolatura di braccia, schiena e collo, forza, resistenza e flessibilità. Qualora questo tipo di terapia non funzionasse è sempre valido il ricorso ad antiinfiammatori- aspirina, diclofenac, ibuprofene tra i più comuni- o come ultima ratio anche ad iniezioni cortisoniche cui ricorrere con le dovute precauzioni. L'intervento chirurgico è particolarmente utilizzato nella Sindrome del Tunnel Carpale e può essere effettuato tramite un incisione o in alternativa ricorrendo alla tecnica endoscopica. Non vanno trascurate infine una serie di terapie opzionali come: agopuntura, chiropratica e massaggi, dalle differenti caratteristiche e adattabili alle esigenze di ciascuno.
Gli RSI sono disturbi complessi e di non facile soluzione con un unico metodo, l'approccio multifattoriale, sia psicosociale sia ergonomico, sembra perciò essere quello ideale sia nella prevenzione che nella riabilitazione di questi disturbi.
Marco Malagutti
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Le cause fisiche e psicologiche
Due sono le principali correnti di pensiero riguardo alle cause di questi fenomeni: quella più recente identifica la ragione principale nella somatizzazione, una condizione per la quale uno stress psicologico forte produce sintomi fisici. Gli studi recenti , cui abbiamo accennato in apertura, infatti portano ad una nuova prospettiva: l'esistenza di una relazione tra stress e insoddisfazione sul lavoro e un più alto rischio di RSI. Se cioè i rapporti con i colleghi e i responsabili sul lavoro non sono ideali (il cosidetto mobbing) e si vive in una situazione di alto stress, aumenta il rischio di dolori associati alla ripetizione di movimenti sempre uguali. Una strettissima relazione mente-corpo tutta da approfondire ma comunque attestata dai risultati sperimentali. La maggior parte dei medici ritengono invece che questi disturbi siano, in prevalenza, indotti da motivazioni fisiche ossia i movimenti rapidi e ripetitivi delle braccia e delle dita per tempi di lavoro prolungati. È noto infatti- come confermano i dati dell'OSHA (ente governativo americano per la sicurezza e la salute sul lavoro)- che lavorare a lungo al computer sottopone alcuni muscoli ed articolazioni a posture fisse mentre i muscoli delle mani e delle braccia si muovono incessantemente.
Queste tensioni muscolari impediscono il normale afflusso di sangue ai tessuti biologici (muscoli, tendini, nervi, dischi intervertebrali). Le cellule non ricevono ossigeno e nutrimento a sufficienza e non riescono a smaltire le sostanze di rifiuto: nel tempo tutto ciò può causare prima delle micro-lesioni, poi lesioni maggiori con dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei nervi ed in alcuni casi lunghi periodi di invalidità.
Alcune disfunzioni fisiche - diabete, peso eccessivo, artrite, ipertensione, fumo e gravidanza - ed attività extra-lavorative, aumentano il rischio di questi disturbi - tendiniti, tenosinoviti (infiammazione delle guaine dei nervi) e Sindrome da Tunnel Carpale. Abitudini di lavoro corrette ed una pratica regolare di esercizi fisici sono la migliore forma di prevenzione. Può essere utile così ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati, tenere gli avambracci paralleli al pavimento e ben appoggiati al tavolo o infine mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione.
Le terapie più comuni
Dal punto di vista terapeutico è buona norma adottare nel posto di lavoro una serie di accorgimenti, mirati a ridurre i rischi sia per l'apparato muscolo-scheletrico sia per quello visivo. I consigli più frequenti sono: scegliere attrezzature ergonomiche cioè adattabili alle proprie esigenze, adottare una postura rilassata: il tronco sullo schienale tra 90 e 110°, variare spesso la posizione del corpo, effettuare delle pause brevi ma frequenti, variare le attività nel corso della giornata, regolare con cura la posizione, l'altezza e la distanza del monitor; per quel che riguarda gli occhi è opportuno: schermare finestre con tende ergonomiche adeguate al lavoro al PC, schermare e ridurre luci artificiali, usare lampada da tavolo, disporre il monitor perpendicolare alle fonti luminose, inclinarlo per eliminare eventuali riflessi, collocare monitor e documenti alla stessa distanza dagli occhi il più lontano possibile purché siano leggibili, regolare contrasto, luminosità e caratteri del monitor, ammiccare spesso e fissare oggetti o persone lontani, pulire periodicamente monitor e schermi antiriflessi se presente, infine rinnovare l'aria del locale di lavoro. Nel caso però in cui i disturbi abbiano "preso il sopravvento" la soluzione ideale, dopo accurata visita medica, è stabilire un programma di riabilitazione fisica mirato a ridare alla muscolatura di braccia, schiena e collo, forza, resistenza e flessibilità. Qualora questo tipo di terapia non funzionasse è sempre valido il ricorso ad antiinfiammatori- aspirina, diclofenac, ibuprofene tra i più comuni- o come ultima ratio anche ad iniezioni cortisoniche cui ricorrere con le dovute precauzioni. L'intervento chirurgico è particolarmente utilizzato nella Sindrome del Tunnel Carpale e può essere effettuato tramite un incisione o in alternativa ricorrendo alla tecnica endoscopica. Non vanno trascurate infine una serie di terapie opzionali come: agopuntura, chiropratica e massaggi, dalle differenti caratteristiche e adattabili alle esigenze di ciascuno.
Gli RSI sono disturbi complessi e di non facile soluzione con un unico metodo, l'approccio multifattoriale, sia psicosociale sia ergonomico, sembra perciò essere quello ideale sia nella prevenzione che nella riabilitazione di questi disturbi.
Marco Malagutti
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