18 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus
E' allarme da un pezzo
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Poche storie, è l'argomento del giorno e lo resterà, prevedibilmente, ancora per un po'. Inquinamento veicolare, micropolveri o particolato che dir si voglia e la mortalità e morbilità associate. E' cambiato qualcosa? Sì e no. Se si esamina la questione dal punto di vista della situazione ambientale e delle sue ricadute, sono anni che la situazione è esattamente in questi termini. Del resto, risalgono almeno a due-tre anni fa sia gli studi che collegano il benzene, che deriva anch'esso dal traffico veicolare, alla leucemia infantile nella pianura Padana, sia quelli sul rapporto tra polveri sottili e patologie polmonari. Sempre in Italia, non a Città del Messico. L'unica novità è che rischiano di andarci di mezzo le amministrazioni comunali o comunque le amministrazioni locali. Infatti, l'unico cambiamento degno di nota che ha riguardato tutto il paese in tema di ambiente è che sono entrate in vigore le normative europee della direttiva numero 30 del 1999, che a sua volta articolava un'altra direttiva del 1996. Questa direttiva dice una cosa molto semplice, e cioè che sono fissate delle soglie massime per diversi inquinanti, che per ciascuna soglia c'è un anno di entrata in vigore e che da quel momento in poi non si torna indietro. E' ammessa una certa tolleranza, fissata in un certo numero di giorni l'anno per i quali è possibile superare il livello, poi scattano le sanzioni pecuniarie. Magra soddisfazione, si dirà, ma a quanto pare è una minaccia almeno sufficiente a riaccendere l'attenzione. A scanso di catastrofismi va anche detto che grazie al passaggio al metano, all'aumento dei veicoli a norma Euro, alla scomparsa del carbone e al contrasto del benzene, va comunque meglio che 20 anni fa. Ma meglio non significa bene.
Prima di proseguire sulla situazione italiana meglio chiarire che cosa ha stabilito l'Unione europea, norme che l'Italia ha recepito con il Decreto ministeriale numero 60 dell'aprile 2002. Innanzitutto i valori limite fissati non riguardano soltanto le polveri sottili ma anche biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, piombo, benzene e monossido di carbonio. Come si è detto vi sono anche le date dopo le quali sforare diventa illegale. Per venire al nocciolo della questione, per il particolato PM10 viene fissata una soglia massima di 40 microgrammi/metro cubo (mcg/mc) su base annua, 50 se si fa la media giornaliera. La data di entrata in vigore è il 1° gennaio 2005. Sono ammesse deroghe, in quanto il valore giornaliero può essere superato,soltanto per 35 giorni nell'arco di un anno. A questo punto corre l'obbligo di dire che Torino aveva già esaurito le deroghe l'11 febbraio, seguita a pochi giorni da Milano e poi Firenze, Bologna, Roma, Genova... Va anche detto che la direttiva stabiliva un termine sia per l'identificazione, nei paesi membri, delle aree in cui si erano registrati livelli superiori sia per l'inoltro alla Commissione dei piani per la riduzione degli inquinanti. Per quanto riguarda l'identificazione delle aree "fuori norma" l'Italia ha provveduto, ma al 31 dicembre 2003, termine per la presentazione delle misure per la riduzione dell'inquinamento da PM10 e biossido di azoto, non era stato presentato nessun piano. Ed ecco spiegata la situazione attuale.
E' vero, certe misure costano, e la situazione delle finanze pubbliche non è florida, ma anche le sanzioni hanno un costo. Comprensibilmente, i sindaci non ci stanno a fare la parte di Pantalone (che paga da solo) e hanno chiesto interventi centrali del Governo. Anche perché se su alcuni inquinanti, come il benzene, l'azione locale è fondamentale e decisiva, problemi come quello del particolato vanno affrontati su una scala più grande che non quella della singola città. Arduo pensare che siano possibili interventi dell'ultimo momento, salvo uno: alzare i limiti e riportare la situazione alla normalità, fittizia. Come dire se passano tutti col rosso, lo si tolga dai semafori. Comunque non si creda che sia un vizio italiano, anche se c'è il precedente dell'atrazina: l'amministrazione Bush ha fatto lo stesso, negli Stati Uniti, con il livello di arsenico nelle acque. Che sia la globalizzazione? Per inciso, né Parigi, né Londra sono neppure vicine alla soglia, e a Stoccolma, l'anno scorso, i giorni di superamento della soglia sono stati...zero.
Maurizio Imperiali
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Che cosa impone l'Europa
Prima di proseguire sulla situazione italiana meglio chiarire che cosa ha stabilito l'Unione europea, norme che l'Italia ha recepito con il Decreto ministeriale numero 60 dell'aprile 2002. Innanzitutto i valori limite fissati non riguardano soltanto le polveri sottili ma anche biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, piombo, benzene e monossido di carbonio. Come si è detto vi sono anche le date dopo le quali sforare diventa illegale. Per venire al nocciolo della questione, per il particolato PM10 viene fissata una soglia massima di 40 microgrammi/metro cubo (mcg/mc) su base annua, 50 se si fa la media giornaliera. La data di entrata in vigore è il 1° gennaio 2005. Sono ammesse deroghe, in quanto il valore giornaliero può essere superato,soltanto per 35 giorni nell'arco di un anno. A questo punto corre l'obbligo di dire che Torino aveva già esaurito le deroghe l'11 febbraio, seguita a pochi giorni da Milano e poi Firenze, Bologna, Roma, Genova... Va anche detto che la direttiva stabiliva un termine sia per l'identificazione, nei paesi membri, delle aree in cui si erano registrati livelli superiori sia per l'inoltro alla Commissione dei piani per la riduzione degli inquinanti. Per quanto riguarda l'identificazione delle aree "fuori norma" l'Italia ha provveduto, ma al 31 dicembre 2003, termine per la presentazione delle misure per la riduzione dell'inquinamento da PM10 e biossido di azoto, non era stato presentato nessun piano. Ed ecco spiegata la situazione attuale.
Interventi di emergenza
E' vero, certe misure costano, e la situazione delle finanze pubbliche non è florida, ma anche le sanzioni hanno un costo. Comprensibilmente, i sindaci non ci stanno a fare la parte di Pantalone (che paga da solo) e hanno chiesto interventi centrali del Governo. Anche perché se su alcuni inquinanti, come il benzene, l'azione locale è fondamentale e decisiva, problemi come quello del particolato vanno affrontati su una scala più grande che non quella della singola città. Arduo pensare che siano possibili interventi dell'ultimo momento, salvo uno: alzare i limiti e riportare la situazione alla normalità, fittizia. Come dire se passano tutti col rosso, lo si tolga dai semafori. Comunque non si creda che sia un vizio italiano, anche se c'è il precedente dell'atrazina: l'amministrazione Bush ha fatto lo stesso, negli Stati Uniti, con il livello di arsenico nelle acque. Che sia la globalizzazione? Per inciso, né Parigi, né Londra sono neppure vicine alla soglia, e a Stoccolma, l'anno scorso, i giorni di superamento della soglia sono stati...zero.
Maurizio Imperiali
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