29 ottobre 2010
Aggiornamenti e focus
Dopo la pandemia torna l’influenza stagionale
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di Simona Zazzetta
L'emisfero Nord della Terra si prepara ad affrontare la nuova stagione influenzale, durante la quale sarà ancora presente il virus H1N1. Sicuramente, con maggiore esperienza e consapevolezza acquisite durante quella dello scorso anno, gestita tra criticità, errori, allarmismi, e nel complesso, come è stato più volte detto dagli esperti che hanno esaminato l'operato delle autorità sanitarie, con una scarsa professionalità nella comunicazione del rischio.
Ciò che si attende per l'inverno 2010/2011 è un anticipo dell'arrivo dell'influenza, previsto per novembre anziché metà dicembre come in genere accade con i virus stagionali. Un anticipo dovuto proprio alla presenza del ceppo H1N1 ancora circolante e più comune degli altri, che lo scorso anno ha esordito molto precocemente: già a maggio 2009 gli esperti lo avevano isolato e identificato e a novembre aveva colpito un numero elevatissimo di persone in un esclation graduale del livello di pandemia indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ciò che, invece, cambia la sua natura pandemica perduta grazie alla risposta immunitaria naturale o indotta dalla vaccinazione, che impedirà la diffusione imponente dello scorso anno quando la maggior parte della popolazione mondiale, soprattutto quella al di sotto di 65 anni, era senza anticorpi. L'H1N1 diventa così una forma virale stagionale, al pari degli altri, alcuni dei quali non sono altro che i ceppi virali pandemici che diedero origine a pandemie nel passato, come per esempio il ceppo A/H3N2, emerso a Hong Kong nel 1968 che è tuttora circolante come virus stagionale nonché incluso nell'allestimento dei vaccini stagionali, insieme all'H1N1 e al ceppo B.
In attesa quindi del suo esordio, le autorità nazionali hanno già attivato la campagna vaccinale che ha preso il via all'inizio di ottobre, proprio per giocare d'anticipo. In ogni caso si tratterà di una forma influenzale abbastanza tipica, spiegano i medici, con sintomi respiratori e febbre, ma per porre diagnosi di influenza stagionale devono essere presenti almeno tre dei seguenti segni: febbre, un sintomo respiratorio (tosse, mal di gola, naso chiuso) e un sintomo sistemico (dolori muscolari o di ossa, stanchezza, mal di testa). Nel frattempo si sono già fatte vive le forme parainfluenzali che sono caratterizzate dagli stessi sintomi ma che non si presentano tutti insieme, solo uno o due. L'anno scorso, l'H1N1 aveva fatto registrare anche sintomi gastrointestinali, presenti in circa il 20% degli influenzati, ma al momento non è noto se anche quest'anno si registreranno ancora. Oltre alla profilassi con i vaccini, gli esperti ricordano l'importanza di piccole accortezze per limitare la diffusione: lavarsi le mani, anche con gli ormai comunissimi gel alcolici, coprirsi naso o bocca quando si tossisce o si starnutisce, restare a casa soprattutto nelle fasi iniziali del raffreddore e uso di mascherine per chi ha i sintomi quando ci si trova in un ospedale.
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L'emisfero Nord della Terra si prepara ad affrontare la nuova stagione influenzale, durante la quale sarà ancora presente il virus H1N1. Sicuramente, con maggiore esperienza e consapevolezza acquisite durante quella dello scorso anno, gestita tra criticità, errori, allarmismi, e nel complesso, come è stato più volte detto dagli esperti che hanno esaminato l'operato delle autorità sanitarie, con una scarsa professionalità nella comunicazione del rischio.
Ciò che si attende per l'inverno 2010/2011 è un anticipo dell'arrivo dell'influenza, previsto per novembre anziché metà dicembre come in genere accade con i virus stagionali. Un anticipo dovuto proprio alla presenza del ceppo H1N1 ancora circolante e più comune degli altri, che lo scorso anno ha esordito molto precocemente: già a maggio 2009 gli esperti lo avevano isolato e identificato e a novembre aveva colpito un numero elevatissimo di persone in un esclation graduale del livello di pandemia indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ciò che, invece, cambia la sua natura pandemica perduta grazie alla risposta immunitaria naturale o indotta dalla vaccinazione, che impedirà la diffusione imponente dello scorso anno quando la maggior parte della popolazione mondiale, soprattutto quella al di sotto di 65 anni, era senza anticorpi. L'H1N1 diventa così una forma virale stagionale, al pari degli altri, alcuni dei quali non sono altro che i ceppi virali pandemici che diedero origine a pandemie nel passato, come per esempio il ceppo A/H3N2, emerso a Hong Kong nel 1968 che è tuttora circolante come virus stagionale nonché incluso nell'allestimento dei vaccini stagionali, insieme all'H1N1 e al ceppo B.
In attesa quindi del suo esordio, le autorità nazionali hanno già attivato la campagna vaccinale che ha preso il via all'inizio di ottobre, proprio per giocare d'anticipo. In ogni caso si tratterà di una forma influenzale abbastanza tipica, spiegano i medici, con sintomi respiratori e febbre, ma per porre diagnosi di influenza stagionale devono essere presenti almeno tre dei seguenti segni: febbre, un sintomo respiratorio (tosse, mal di gola, naso chiuso) e un sintomo sistemico (dolori muscolari o di ossa, stanchezza, mal di testa). Nel frattempo si sono già fatte vive le forme parainfluenzali che sono caratterizzate dagli stessi sintomi ma che non si presentano tutti insieme, solo uno o due. L'anno scorso, l'H1N1 aveva fatto registrare anche sintomi gastrointestinali, presenti in circa il 20% degli influenzati, ma al momento non è noto se anche quest'anno si registreranno ancora. Oltre alla profilassi con i vaccini, gli esperti ricordano l'importanza di piccole accortezze per limitare la diffusione: lavarsi le mani, anche con gli ormai comunissimi gel alcolici, coprirsi naso o bocca quando si tossisce o si starnutisce, restare a casa soprattutto nelle fasi iniziali del raffreddore e uso di mascherine per chi ha i sintomi quando ci si trova in un ospedale.
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