Fentanest u.osped. im o ev 5 fiale 0,1 mg 2 ml

22 novembre 2024
Farmaci - Fentanest

Fentanest u.osped. im o ev 5 fiale 0,1 mg 2 ml


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Fentanest u.osped. im o ev 5 fiale 0,1 mg 2 ml è un medicinale da utilizzare esclusivamente in ospedali, case di cura, cliniche e dello specialista in chirurgia o anestesia, soggetto alla L. 79/2014, tab. A med. - vietata la vendita al pubblico (classe H), a base di fentanile citrato, appartenente al gruppo terapeutico Analgesici oppioidi. E' commercializzato in Italia da Piramal Critical Care Italia S.p.A.


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Piramal Critical Care Italia S.p.A.

MARCHIO

Fentanest

CONFEZIONE

u.osped. im o ev 5 fiale 0,1 mg 2 ml

FORMA FARMACEUTICA
soluzione (uso interno)

PRINCIPIO ATTIVO
fentanile citrato

GRUPPO TERAPEUTICO
Analgesici oppioidi

CLASSE
H

RICETTA
medicinale da utilizzare esclusivamente in ospedali, case di cura, cliniche e dello specialista in chirurgia o anestesia, soggetto alla L. 79/2014, tab. A med. - vietata la vendita al pubblico

PREZZO
3,14 €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Fentanest disponibili in commercio:

  • fentanest u.osped. im o ev 5 fiale 0,1 mg 2 ml (scheda corrente)

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INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Fentanest? Perchè si usa?


Per le sue caratteristiche il Fentanest si presta, più di ogni altro analgesico noto, all'impiego in anestesiologia.

Può essere usato sia nella premedicazione per qualunque tipo di anestesia (anche locale) sia nel decorso postoperatorio come durante l'intervento stesso. Si consiglia l'associazione del Fentanest con il protossido d'azoto e con un neurolettico, in particolare con il droperidolo che ne migliora l'attività analgesica e ne riduce gli effetti collaterali (specie la depressione respiratoria ed il vomito), realizzando così la neuroleptoanalgesia. Il Fentanest può essere associato, a dosi opportunamente ridotte, anche ai barbiturici ed ai comuni anestetici volatili (alotano, isoflurano, ecc.).

Non sono stati descritti casi di interferenza fra l'azione del Fentanest e dei miorilassanti.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Fentanest?


Ipersensibilità al principio attivo, ad altri oppioidi, o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Gravidanza accertata o presunta.

Bambini di età inferiore ai 2 anni.


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Fentanest?


Il prodotto va impiegato solo in ambiente Ospedaliero, in Cliniche e Case di Cura e dal solo specialista chirurgo o anestesista, in condizioni che garantiscano un adeguato controllo delle vie respiratorie da parte di personale medico adeguatamente formato.

Come per altri depressori del SNC i pazienti trattati con Fentanest devono essere tenuti sotto adeguata sorveglianza.

Depressione respiratoria

L'analgesia profonda indotta da Fentanest è accompagnata da una profonda depressione respiratoria, che può persistere più a lungo dell'effetto analgesico o ripresentarsi nel periodo postoperatorio. Come con tutti i potenti oppioidi, la depressione respiratoria è proporzionale alla dose. Pertanto, qualora vengano usati altri analgesici narcotici insieme al Fentanest, il medico dovrà tener conto della dose totale di tutte queste sostanze prima di prescriverle a scopo analgesico nel periodo postoperatorio. Si raccomanda che i narcotici, in questi casi, vengano prescritti inizialmente a dosi ridotte, pari a 1/4 - 1/3 di quelle usuali.

Certe forme di anestesia da conduzione, come l'anestesia spinale, e alcuni anestetici peridurali possono alterare la funzione respiratoria attraverso un blocco dei nervi intercostali. Pertanto, nell'usare il Fentanest come supplemento delle predette anestesie, sarà necessario che l'anestesista abbia familiarità con le alterazioni funzionali in gioco in queste circostanze e sia ben preparato a fronteggiarle. Dovrà inoltre procedere al monitoraggio routinario dei segni vitali.

Il Fentanest dovrà essere impiegato con prudenza nei pazienti con pneumopatia ostruttiva cronica, o con ridotta riserva respiratoria o con ventilazione potenzialmente compromessa.

In tali pazienti, infatti, i narcotici possono ridurre ulteriormente l'energia respiratoria e aumentare le resistenze delle vie aeree. Durante l'anestesia questa eventualità potrà essere fronteggiata mediante respirazione assistita o controllata.

La depressione respiratoria è correlata alla dose e può essere neutralizzata con l'impiego di antagonisti degli oppioidi specifici, ma dosi ulteriori di quest'ultimi possono essere necessarie perché la depressione respiratoria può durare più a lungo della durata di azione dell'antagonista oppioide. L'analgesia profonda è accompagnata da una marcata depressione respiratoria che può persistere o ricorrere nel periodo post operatorio. Pertanto, i pazienti devono restare sotto adeguata sorveglianza.

Si dovrà avere a disposizione per uso immediato l'attrezzatura per la rianimazione e un antagonista degli oppioidi. L'iperventilazione durante l'anestesia può alterare la risposta del paziente alla CO2, influenzando così la respirazione nel periodo postoperatorio.

Rischio da uso concomitante di medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati:

L'uso concomitante di Fentanest e medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati può causare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte.

A causa di questi rischi, la concomitante prescrizione con questi medicinali sedativi deve essere riservata ai pazienti per i quali non sono possibili opzioni terapeutiche alternative.

Se viene presa la decisione di somministrare Fentanest in concomitanza con medicinali sedativi, deve essere usata la dose efficace più bassa, per il periodo più breve.

I pazienti devono essere monitorati attentamente per segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A tale riguardo, si raccomanda vivamente di informare i pazienti e coloro che li assistono circa questi sintomi (vedere paragrafo 4.5).

Rigidità muscolare

Può verificarsi induzione di rigidità muscolare, anche a carico dei muscoli respiratori. Il fenomeno dipende dalla velocità dell'iniezione; se ne può, in effetti, ridurre l'incidenza procedendo ad un'iniezione endovenosa lenta (normalmente sufficiente per i dosaggi più bassi) o attraverso la premedicazione con benzodiazepine e l'uso di rilassanti muscolari. A fenomeno ormai in atto, è indispensabile ricorrere ad una respirazione assistita o controllata nonché, in caso di necessità, ad un curarizzante compatibile con le condizioni del paziente.

Possono verificarsi movimenti mioclonici/clonici non-epilettici. I neurolettici possono indurre sintomi extrapiramidali che possono essere controllati con agenti anti-parkinsoniani.

Patologie cardiache

Può presentarsi bradicardia, e possibilmente arresto cardiaco, se il paziente ha ricevuto una dose insufficiente di anticolinergici o quando il fentanil è impiegato in combinazione con rilassanti muscolari non-vagolitici. La bradicardia può essere trattata con atropina. Il Fentanest, comunque, andrà usato con cautela nei pazienti con bradiaritmia cardiaca.

Gli oppioidi possono indurre ipotensione, specialmente in pazienti ipovolemici. Devono essere adottate appropriate misure per mantenere una pressione arteriosa stabile. Se si verifica ipotensione bisognerà prendere in considerazione l'eventualità di una ipovolemia da correggere con appropriate misure per mantenere la pressione arteriosa stabile o con adeguata terapia con liquidi per via parenterale. Condizioni operatorie permettendolo, si dovrà inoltre modificare la postura del paziente così da migliorare il ritorno venoso. Nel muovere i pazienti bisognerà stare attenti a non provocare una ipotensione ortostatica. Nel caso che il trattamento ipervolumizzante con fluidi endovenosi, insieme alle altre contromisure non riuscisse a modificare l'ipotensione, bisognerà prendere in considerazione l'opportunità di somministrare farmaci che aumentano la pressione sanguigna, diversi però dall'adrenalina che potrebbe, paradossalmente, ridurre ulteriormente la pressione sanguigna per l'effetto di blocco alfa-adrenergico esercitato dal droperidolo.

Interazioni con neurolettici

Quando il Fentanest è somministrato con un neurolettico (come il droperidolo) il medico deve conoscere le proprietà di ciascun farmaco ed in particolare la loro diversa durata d'azione. Quando si usa questa associazione si verifica una maggiore incidenza di ipotensione. Inoltre, quando si usa questa associazione devono essere disponibili liquidi per infusione e altre contromisure atte a combattere l'eventuale ipotensione (vedere paragrafo 4.5).

I neurolettici possono indurre sintomi extrapiramidali che possono essere controllati con i farmaci antiparkinsoniani.

Sindrome serotoninergica

Si raccomanda cautela quando Fentanest è co-somministrato con farmaci che interessano i sistemi di trasmissione serotoninergica.

Può verificarsi lo sviluppo di una sindrome serotoninergica potenzialmente pericolosa per la vita con l'uso concomitante di medicinali serotoninergici come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) e medicinali che alterano il metabolismo della serotonina (inclusi gli inibitori della monoamino ossidasi IMAO). Questo si può verificare entro l'intervallo delle dosi raccomandate.

La sindrome serotoninergica può includere cambiamenti dello stato mentale (es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilità autonomica (es. tachicardia, pressione del sangue instabile, ipertermia), anormalità neuromuscolari (es. iperreflessia, mancanza di coordinazione, rigidità) e/o sintomi gastrointestinali (es. nausea, vomito, diarrea).

Se si sospetta la sindrome serotoninergica, deve essere presa in considerazione la rapida sospensione di Fentanest.

Come con altri oppioidi a causa del loro effetto anticolinergico, la somministrazione di Fentanest può portare ad aumenti della pressione del dotto biliare e, in casi isolati, possono essere osservati spasmi dello Sfintere di Oddi.

In pazienti con miastenia grave deve essere attentamente considerato l'uso di alcuni agenti anticolinergici e bloccanti neuromuscolari prima e durante la somministrazione endovenosa di Fentanest in regime di anestesia generale.

Iperalgesia indotta da oppioidi

L'iperalgesia indotta da oppioidi (OIH) è una risposta paradossa ad un oppioide, in particolare a dosi elevate o con uso cronico, in cui vi è un aumento della percezione del dolore nonostante l'esposizione stabile o aumentata degli oppioidi. Si differenzia dalla tolleranza, in cui vengono richieste dosi più elevate di oppioidi per ottenere lo stesso effetto analgesico o trattare il dolore ricorrente. L'OIH può manifestarsi come aumento dei livelli di dolore, dolore più generalizzato (cioè meno focalizzato) o dolore da stimoli ordinari (cioè non dolorosi) (allodinia) senza evidenza di progressione della malattia. Quando si sospetta OIH, la dose di oppioidi deve essere possibilmente ridotta o gradualmente diminuita.

Condizioni speciali

Lesioni craniche ed ipertensione endocranica - Il Fentanest dovrà essere usato con cautela nei pazienti particolarmente sensibili alla depressione dei centri respiratori, e nei comatosi affetti da trauma cranico o tumore cerebrale. Si tenga presente che il Fentanest può mascherare il decorso dei traumatizzati cranici. Le iniezioni rapide mediante bolo di oppioidi devono essere evitate in pazienti con compromessa funzionalità intracerebrale; in questi pazienti la riduzione transitoria della pressione arteriosa media è stata occasionalmente associata da una riduzione di breve durata della pressione di perfusione cerebrale.

Si raccomanda, negli anziani e nei soggetti debilitati di ridurre la dose iniziale di Fentanest; per le dosi successive ci si dovrà basare sull'effetto indotto dalla dose iniziale. L'aggiustamento del dosaggio degli oppioidi deve essere effettuato con cautela nei pazienti affetti da una qualsiasi delle seguenti condizioni: ipotiroidismo non controllato; patologie polmonari; riserva polmonare ridotta; alcolismo o funzione epatica o renale compromessa per l'importanza di questi organi nel metabolismo e nell'escrezione del farmaco. Questi pazienti, inoltre, richiedono un prolungato monitoraggio nel periodo post-operatorio.

Farmaco-dipendenza - Il fentanil può determinare la comparsa di una farmaco-dipendenza di tipo morfinico ed è quindi suscettibile di abuso.

I pazienti che seguono una terapia cronica con oppioidi o quelli con una storia di abuso di oppioidi possono richiedere dosaggi maggiori.

Tolleranza e Disturbo da uso di oppioidi (abuso e dipendenza)

La tolleranza, la dipendenza fisica e la dipendenza psicologica possono svilupparsi in seguito a somministrazione ripetuta di oppioidi.

L'uso ripetuto di oppioidi può portare a Disturbo da Uso di Oppiacei (OUD). L'abuso o l'uso improprio intenzionale di oppioidi può provocare sovradosaggio e / o morte. Il rischio di sviluppare OUD è aumentato nei pazienti con anamnesi personale o familiare (genitori o fratelli) di disturbi da uso di sostanze (incluso il disturbo da uso di alcol), nei consumatori di tabacco o nei pazienti con anamnesi personale di altri disturbi di salute mentale (ad es. depressione maggiore, ansia e disturbi della personalità).

Sindrome da astinenza

La somministrazione ripetuta a intervalli a breve termine per periodi prolungati può dare luogo allo sviluppo della sindrome da astinenza dopo la cessazione della terapia, che può manifestarsi con l'insorgenza dei seguenti effetti indesiderati: nausea, vomito, diarrea, ansia, brividi, tremore e sudorazione.

 Popolazione pediatrica:

Le tecniche con analgesia nei bambini con respirazione spontanea devono essere usate solo come parte della tecnica anestetica o come parte delle tecniche di sedazione/analgesia da personale esperto e in un ambiente ove sia possibile gestire una improvvisa rigidità delle pareti toraciche che richieda intubazione, oppure apnea che richieda supporto alle vie aeree.

Sindrome neonatale da astinenza

Se la donna assume oppioidi regolarmente durante la gravidanza, esiste il rischio che il neonato manifesti la sindrome neonatale da astinenza (vedere 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento).

Fentanest contiene Sodio

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose cioè è essenzialmente “senza sodio”.


INTERAZIONI


Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Fentanest?


Effetti di altri medicinali su Fentanest

Quando si impiegano alti dosaggi di Fentanest, dosi anche relativamente basse di diazepam possono causare depressione cardiovascolare.

Medicinali depressori del Sistema Nervoso Centrale (SNC)

L'uso concomitante di oppioidi con medicinali sedativi quali le benzodiazepine o farmaci correlati aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell'effetto depressivo aggiuntivo sul SNC. La dose e la durata del trattamento concomitante devono essere limitate (vedere paragrafo 4.4).

Farmaci come i barbiturici, le benzodiazepine o farmaci correlati, i neurolettici, anestetici generali, gabapentinoidi (gabapentin e pregabalin) e altri depressori non selettivi del SNC (es. alcol) possono potenziare la depressione respiratoria di Fentanest.

Nei pazienti che abbiano assunto tali farmaci la dose necessaria di Fentanest può essere minore di quella usuale. In pazienti che respirano spontaneamente, l'uso concomitante con Fentanest, può aumentare il rischio di depressione respiratoria, sedazione profonda, coma e morte. Analogamente, dopo somministrazione di Fentanest, si dovrà ridurre la dose di altri depressori del SNC.

Inibitori del citocromo P450 3A4 (CYP3A4)

Fentanest, farmaco con clearance elevata, è rapidamente ed ampiamente metabolizzato principalmente dal CYP3A4.

Quando si utilizza Fentanest, l'uso concomitante di un inibitore del CYP3A4 può causare una diminuzione della clearance del fentanil. Con la somministrazione di una singola dose di Fentanest, il periodo di rischio per depressione respiratoria può essere prolungato, e può richiedere cure speciali del paziente e un più lungo periodo di osservazione. Con la somministrazione di più dosi di Fentanest, il rischio di depressione respiratoria acuta e/o ritardata, può aumentare, e può essere necessaria una riduzione del dosaggio di fentanil per evitare l'accumulo di fentanil. Il ritonavir orale (un potente inibitore del CYP3A4) ha ridotto di due terzi la clearance di una dose singola di Fentanest somministrato per via endovenosa, tuttavia i picchi delle concentrazioni plasmatiche del fentanil non hanno subito variazioni. L'itraconazolo, tuttavia, (un altro potente inibitore del CYP3A4) somministrato per via orale alla dose di 200 mg/die per 4 giorni, non ha influenzato in modo significativo la farmacocinetica di una dose singola di Fentanest somministrato per via endovenosa. La somministrazione concomitante di altri potenti, o meno potenti, inibitori del CYP3A4, come il voriconazolo o fluconazolo, e Fentanest può risultare in un aumento o prolungamento dell'esposizione al fentanil.

Tuttavia, in singoli soggetti, sono stati osservati degli aumenti delle concentrazioni plasmatiche.

Inibitori della Monoamino Ossidasi (IMAO)

Per gli analgesici narcotici è stato segnalato un grave e imprevedibile potenziamento da parte di MAO inibitori. Si raccomanda di sospendere l'uso di MAO inibitori 2 settimane prima di qualsiasi procedura chirurgica o anestetica. Tuttavia, in diverse segnalazioni, l'uso di fentanil durante procedure chirurgiche o anestetiche in pazienti in trattamento con MAO inibitori risulta innocuo.

Medicinali serotoninergici

La co-somministrazione di fentanil con agenti serotoninergici come un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI) o un inibitore della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) o un inibitore delle monoamino ossidasi (IMAO), può aumentare il rischio di sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita.

L'associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico ad evitare inattesi effetti indesiderati da interazione.

Quando il Fentanest è usato con un neurolettico come il droperidolo si può determinare una diminuzione della pressione arteriosa polmonare. Di ciò si dovrà tener conto in occasione di procedimenti diagnostici o chirurgici in cui il trattamento ultimo del paziente possa dipendere dall'interpretazione dei valori pressori dell'arteria polmonare.

Inoltre, quando il Fentanest è usato con il droperidolo e si utilizza l'EEG come monitoraggio postoperatorio, si potrà osservare che dopo l'impiego dell'associazione, il tracciato elettroencefalografico torna alla norma più lentamente del solito.

Effetti di Fentanest su altri medicinali

In seguito alla somministrazione di fentanil, la dose di altri medicinali depressori del SNC deve essere ridotta. Ciò è particolarmente importante dopo l'intervento chirurgico, perché l'analgesia profonda è accompagnata da marcata depressione respiratoria, che può persistere o ripresentarsi nel periodo postoperatorio. La somministrazione di un farmaco depressore del SNC o farmaco correlato, come ad esempio una benzodiazepina, durante questo periodo può aumentare in maniera sproporzionata il rischio di depressione respiratoria.

Le concentrazioni plasmatiche di etomidato sono considerevolmente aumentate (fattore da 2 a 3) quando somministrato con fentanil. La clearance plasmatica totale ed il volume di distribuzione dell'etomidato sono ridotti di un fattore da 2 a 3, senza variazione dell'emivita, quando somministrato con fentanil. La somministrazione contemporanea di fentanil e midazolam per via endovenosa comporta un aumento dell'emivita plasmatica terminale ed una riduzione della clearance plasmatica del midazolam. Quando questi medicinali vengono somministrati insieme a fentanil potrà essere necessario ridurre il loro dosaggio.


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Fentanest?


Segni e sintomi - le manifestazioni di un sovradosaggio del Fentanest rappresentano un'estensione delle sue azioni farmacologiche. Può verificarsi depressione respiratoria che può variare in termini di gravità da bradipnea ad apnea.

Con il sovradosaggio di fentanil è stata osservata leucoencefalopatia tossica.

Trattamento - in presenza di ipoventilazione o apnea si deve somministrare ossigeno e ricorrere alla respirazione assistita o controllata, come indicato. Le vie respiratorie dovranno essere mantenute pervie e a questo scopo potrà essere opportuno l'impiego di una cannula orofaringea e di un tubo endotracheale.

Come indicato, si dovrà tenere pronto all'uso un antagonista specifico degli oppioidi per fronteggiare la depressione respiratoria provocata dal fentanil.

Ciò non preclude comunque l'uso di contromisure più immediate.

Si tenga presente che la durata della depressione respiratoria conseguente ad una dose eccessiva di fentanil può superare la durata d'azione del farmaco antagonista; pertanto può essere richiesta una dose aggiuntiva di questi ultimi.

Se la depressione respiratoria fosse associata a rigidità muscolare, può rendersi necessario l'uso di un agente bloccante neuromuscolare intravenoso per facilitare la respirazione assistita o controllata.

I pazienti devono essere attentamente monitorati, devono essere mantenuti il calore corporeo ed un corretto apporto di liquidi. In caso di ipotensione grave o persistente si deve sospettare la presenza di una ipovolemia, da fronteggiare con appropriata terapia a base di liquidi parenterali.


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Fentanest durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza

Da non impiegarsi in caso di gravidanza accertata o presunta.

Non ci sono informazioni sufficienti sull'uso di fentanil in gravidanza. Il fentanil può attraversare la placenta nelle prime fasi della gravidanza. Studi sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l'uomo non è noto.

Non somministrare (per via intramuscolare [i.m.] o endovenosa [e.v.]) durante il parto (incluso il parto cesareo), perché fentanil attraversa la placenta e può bloccare la respirazione spontanea nel periodo neonatale. Se viene somministrato il fentanil, si deve avere a disposizione per uso immediato per la madre e il bambino l'attrezzatura per la ventilazione assistita, se necessaria. Deve essere sempre disponibile per il bambino un antagonista degli oppioidi.

L'uso cronico di un oppioide durante la gravidanza può portare alla sindrome neonatale da astinenza (vedere paragrafo 4.4).

Allattamento

Poiché il fentanil viene escreto nel latte materno, l'allattamento con latte materno nelle 24 ore successive alla somministrazione del medicinale non è raccomandato. Deve essere considerato il rapporto rischio/beneficio dell'allattamento in seguito alla somministrazione di fentanil.

Fertilità

Non ci sono dati clinici sugli effetti di fentanil sulla fertilità maschile o femminile. Negli studi condotti sugli animali, alcuni test sui ratti hanno mostrato una riduzione della fertilità femminile in seguito a somministrazione di dosi tossiche per la madre.


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Fentanest sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


Il fentanil può compromettere la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

I pazienti devono guidare o utilizzare macchinari solo se è trascorso un tempo sufficiente (almeno 24 ore) in seguito alla somministrazione di fentanil.


PRINCIPIO ATTIVO


1 fiala da 2 ml contiene:

fentanil citrato 0,157 mg pari a fentanil 0,100 mg

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili.


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 36 mesi

Nessuna

Conservare le fiale nell'astuccio di cartone.


NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE


Fiala di vetro tipo I incolore contenente 0,1 mg di fentanil in 2 ml di soluzione. Confezione da 5 fiale.

Data ultimo aggiornamento: 02/09/2024

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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