04 gennaio 2025
Farmaci - Granocyte
Granocyte 34 MUI/ml polv. e solv. per soluz. iniettabile/infusione in siringa preriempita ev 1 fl. + 1 sir. + 2 aghi
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INDICE SCHEDA
- INFORMAZIONI GENERALI
- INDICAZIONI TERAPEUTICHE
- CONTROINDICAZIONI
- AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO
- INTERAZIONI
- POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE
- SOVRADOSAGGIO
- GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
- GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI
- PRINCIPIO ATTIVO
- ECCIPIENTI
- SCADENZA E CONSERVAZIONE
- NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE
INFORMAZIONI GENERALI
TITOLARE:
Italfarmaco S.p.A.MARCHIO
GranocyteCONFEZIONE
34 MUI/ml polv. e solv. per soluz. iniettabile/infusione in siringa preriempita ev 1 fl. + 1 sir. + 2 aghiFORMA FARMACEUTICA
Polvere
PRINCIPIO ATTIVO
lenograstim
GRUPPO TERAPEUTICO
Immunostimolanti
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
A cosa serve Granocyte? Perchè si usa?
Granocyte è indicato negli adulti, adolescenti e nei bambini con età superiore ai 2 anni per:
- La riduzione della durata della neutropenia in pazienti (con neoplasia non mieloide) sottoposti a terapia mieloablativa, seguita da trapianto di midollo osseo (BMT) e considerati ad aumentato rischio di neutropenia grave prolungata.
- La riduzione della durata della neutropenia grave e delle complicanze associate in pazienti sottoposti a schemi di chemioterapia citotossica associati ad una incidenza significativa di neutropenia febbrile.
- La mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC), nei pazienti e anche nei donatori sani.
CONTROINDICAZIONI
Quando non dev'essere usato Granocyte?
Granocyte non deve essere somministrato a pazienti con ipersensibilità nota al lenograstim o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 4.4).
Granocyte non deve essere usato per aumentare l'intensità della dose della chemioterapia citotossica al di là del dosaggio stabilito e degli schemi posologici consueti, poichè Granocyte può ridurre la mielotossicità ma non la tossicità globale dei farmaci citotossici.
Non deve essere somministrato contemporaneamente a chemioterapia citotossica.
Non deve essere somministrato a pazienti
- con neoplasia mieloide diversa dalla leucemia mieloide acuta “de novo“
- con leucemia mieloide acuta “de novo“ sotto i 55 anni di età
- e/o con leucemia mieloide acuta “de novo“ con citogenetica favorevole, cioè t(8;21), t(15;17) e inv. (16).
AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO
Cosa serve sapere prima di prendere Granocyte?
Crescita di cellule maligne
I fattori di stimolazione delle colonie granulocitarie possono stimolare la crescita delle cellule mieloidi in vitro; effetti simili sono stati osservati, sempre in vitro, in alcune cellule non mieloidi.
La sicurezza e l'efficacia della somministrazione di Granocyte nei pazienti con mielodisplasia o leucemia mieloide acuta secondaria, o leucemia mieloide cronica non sono state stabilite. Perciò non deve essere usato in queste indicazioni. Particolare attenzione deve essere usata nel distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica dalla leucemia mieloide acuta. Gli studi clinici non hanno stabilito se Granocyte possa influenzare la progressione della sindrome mielodisplastica a leucemia mieloide acuta. Particolare cautela deve essere esercitata nel suo impiego in tutte le condizioni pre-neoplastiche mieloidi. Dato che alcuni tumori con caratteristiche non specifiche possono in casi eccezionali esprimere un recettore G-CSF, particolare cautela deve essere posta nel caso di inattese recidive di tumori, osservate in concomitanza con la terapia con rHuG-CSF.
Nei bambini affetti da ALL
Nei bambini affetti da ALL è stato segnalato un aumento del rischio di leucemia mieloide secondaria o di sindrome mielodisplastica associata a CSFs. Un rischio analogo è stato rilevato in una revisione sistematica di 25 studi randomizzati e controllati su 12.804 pazienti adulti affetti da tumori solidi o linfomi. Tale rischio, tuttavia, non aveva impatto negativo sull'esito a lungo termine negli adulti in studio. Pertanto, GRANOCYTE 34 milioni UI / ml deve essere somministrato nei bambini, ed in particolare in quelli con prognosi favorevole a lungo termine, solo dopo attenta valutazione dei benefici a breve termine, in funzione dei rischi a lungo termine.
Leucocitosi
Una conta leucocitaria superiore a 50x109/l non è stata osservata in nessuno dei 174 pazienti inseriti negli studi clinici e trattati con 5 mcg/kg/die (0,64 milioni di Unità/kg/die) a seguito di trapianto di midollo osseo. Una conta di globuli bianchi uguale o superiore a 70x109/l è stata osservata in meno del 5% dei pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica e trattati con Granocyte alla dose di 5 mcg/kg/die (0,64 milioni di Unità/kg/die). Non sono stati riportati eventi avversi direttamente attribuibili a questo grado di leucocitosi. A causa dei rischi potenziali associati ad una grave leucocitosi, la conta dei globuli bianchi deve essere comunque effettuata ad intervalli regolari durante la terapia con Granocyte. Se il numero dei leucociti supera i 50x109/l dopo l'atteso nadir, Granocyte deve essere interrotto immediatamente.
Durante la mobilizzazione delle PBPC, Granocyte deve essere interrotto se la conta dei leucociti aumenta a valori > 70 x 109/l.
Eventi avversi a livello polmonare
Dopo somministrazione di G-CSF, sono stati riportati rari eventi avversi a livello polmonare (>0,01% e < 0,1%), in particolare polmonite interstiziale.
I pazienti con una recente storia di infiltrati polmonari o polmonite possono essere ad alto rischio.
La comparsa di sintomi polmonari o segni come tosse, febbre e dispnea, in associazione a segni radiologici di infiltrati polmonari ed il peggioramento delle funzioni polmonari possono essere segni preliminari della sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS, Acute Respiratory Distress Syndrom).
Il trattamento con Granocyte deve essere immediatamente interrotto e deve essere somministrato un trattamento adeguato.
Nel trapianto di cellule staminali periferiche o di midollo osseo
Particolare attenzione deve essere rivolta al recupero delle piastrine, dato che negli studi clinici in doppio cieco controllati con placebo la media della conta piastrinica era più bassa nei pazienti trattati con Granocyte rispetto a quelli trattati con placebo.
L'effetto di Granocyte sulla incidenza e gravità della malattia “Graft vs Host“ acuta e cronica non è stato ancora ben determinato.
In chemioterapia citotossica convenzionale
L'uso di Granocyte non è raccomandato nel periodo compreso tra le 24 ore precedenti e le 24 ore successive la fine della chemioterapia (vedere paragrafo 4.5).
Non è stata stabilita la sicurezza dell'uso di Granocyte con agenti antineoplastici caratterizzati da mielotossicità cumulativa o predominante sulle piastrine (nitrosurea, mitomicina).
La somministrazione di Granocyte potrebbe aumentare la tossicità di questi agenti, in particolare verso le piastrine.
Rischi associati all'incremento della dose di chemioterapia
La sicurezza e l'efficacia di Granocyte non sono ancora state stabilite in corso di intensificazione della chemioterapia. Non deve essere utilizzato per ridurre al di sotto dei limiti stabiliti gli intervalli fra cicli di chemioterapia e/o per incrementare la dose dei chemioterapici. La tossicità a carico delle cellule non mieloidi ha rappresentato un fattore limitante negli studi di fase II di intensificazione della chemioterapia con Granocyte.
Speciali precauzioni nella mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico
Scelta del metodo di mobilizzazione
Studi clinici condotti nella stessa popolazione di pazienti hanno mostrato che, come verificato nello stesso laboratorio, la mobilizzazione delle PBPC è stata superiore quando Granocyte veniva usato dopo chemioterapia rispetto a quando veniva usato da solo. Tuttavia la scelta tra i due metodi di mobilizzazione deve essere effettuata in relazione agli obiettivi globali del trattamento per ogni singolo paziente.
Precedente esposizione a radioterapia e/o ad agenti citotossici
I pazienti che sono stati sottoposti a terapia mielosoppressiva intensiva e/o a radioterapia, potrebbero non mostrare una mobilizzazione delle PBPC sufficiente per raggiungere la raccolta minima accettabile (≥ 2,0 x 106 CD34+/kg) e quindi un recupero ematologico adeguato.
Il programma di trapianto di PBPC deve essere definito nelle fasi iniziali del trattamento del paziente e prima della somministrazione di chemioterapia ad alte dosi deve essere posta particolare attenzione al numero di PBPC mobilizzate. Se la raccolta è bassa, il trapianto di PBPC deve essere sostituito da altre forme di trattamento.
Valutazione della quantità di cellule progenitrici raccolte
Deve essere posta particolare attenzione al metodo di quantificazione delle cellule progenitrici raccolte, poichè i risultati dell'analisi delle cellule CD34+ ottenuti con la citometria a flusso variano da laboratorio a laboratorio.
La raccolta minima di cellule CD34+ non è ben definita. La raccomandazione di una raccolta minima di CD34+ ≥ 2,0x106 cellule /kg si basa su dati di letteratura, al fine di ottenere una adeguata ricostituzione ematologica.
Raccolte di CD34+ > 2,0 x 106 cellule/kg sono associate a recupero più rapido, compreso quello delle piastrine, mentre raccolte più basse determinano un recupero più lento.
In donatori sani
La mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico, procedura che non porta a diretti benefici sulla popolazione sana, deve essere presa in considerazione solo nell'ambito delle delimitazioni previste dalla legge, in accordo con le normative locali per le donazioni di midollo osseo, quando applicabili.
L'efficacia e la sicurezza di Granocyte non sono state valutate in donatori di età superiore a 60 anni, pertanto, per tali soggetti, questa procedura non è raccomandata. Sulla base di alcuni regolamenti locali e a causa di mancanza di studi specifici, non devono essere presi in considerazione i donatori minorenni.
La procedura di mobilizzazione delle PBPC deve essere considerata per donatori che rientrano nei criteri clinici e di laboratorio di idoneità alla donazione di midollo osseo, specialmente in riferimento ai normali valori ematologici.
Leucocitosi marcata (WBC > 50 x 109/l) è stata osservata nel 24% dei soggetti studiati. È stata osservata trombocitopenia (piastrine < 100 x 109/l) correlata all'aferesi nel 42% dei soggetti in studio e sono stati occasionalmente rilevati valori < 50 x 109/l dopo leucoaferesi, tutti reversibili, senza la comparsa di eventi clinici avversi correlati.
Perciò la leucoaferesi non deve essere condotta in donatori trattati con anticoagulanti o con noti difetti dell'emostasi. Se è necessaria più di una leucoaferesi, deve essere posta particolare attenzione ai donatori con piastrine < 100 x 109/l prima dell'aferesi; in generale le aferesi non devono essere effettuate se le piastrine sono < 75 x 109/l.
Se possibile l'inserimento di un catetere venoso centrale deve essere evitato, tenendo in considerazione, nella selezione dei donatori, la facilità di accesso venoso.
In seguito all'uso di G-CSF in normali donatori sono state osservate modifiche citogenetiche transitorie. Il significato di queste modifiche non è noto.
Un follow-up a lungo termine sulla sicurezza nei donatori è in corso. Tuttavia non si può escludere il rischio di sviluppare un clone mieloide maligno. Si raccomanda al centro che conduce l'aferesi di effettuare una registrazione ed un controllo sistematico dei donatori di cellule staminali per almeno 10 anni, per assicurare un monitoraggio della sicurezza a lungo termine.
Durante l'esperienza post-marketing, eventi avversi di natura polmonare (emottisi, emorragia polmonare, infiltrati polmonari, dispnea ed ipossia) sono stati segnalati nei donatori sani. In caso di eventi avversi polmonari sospetti o confermati deve essere presa in considerazione la sospensione del trattamento con Granocyte e devono essere fornite adeguate cure mediche.
Nei riceventi di cellule staminali periferiche allogeniche mobilizzate con Granocyte
Il trapianto di cellule staminali allogeniche può essere associato ad un aumentato rischio di GVH cronico (Graft versus Host) ed i dati a lungo termine sulla funzionalità del trapianto sono scarsi.
Altre precauzioni particolari
La sicurezza e l'efficacia di Granocyte nei pazienti con grave compromissione della funzione renale od epatica non sono state stabilite.
Nei pazienti con cellule progenitrici mieloidi sostanzialmente ridotte di numero (ad esempio a causa di precedenti esposizioni intensive a radio/chemioterapie), la risposta dei neutrofili è talvolta ridotta e la sicurezza di Granocyte non è stata accertata.
Sono stati osservati casi comuni ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi molto rari di rottura della milza sia nei donatori sani che nei pazienti in seguito a somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie (G-CSF). Pertanto, le dimensioni della milza devono essere monitorate attentamente (esami clinici, ultrasuoni). Nel caso vengano riportati dolori alla parte superiore sinistra dell'addome o dolore alla punta della spalla deve essere presa in considerazione la diagnosi di rottura della milza.
La sindrome da perdita capillare è stata riportata dopo somministrazione di G-CSF, ed è caratterizzata da ipotensione, ipoalbuminemia, edema ed emoconcentrazione. Nei pazienti che sviluppano la sindrome da perdita capillare la somministrazione di Lenograstim deve essere interrotta e va istituito un appropriato trattamento sintomatico, che può comprendere la necessità di terapia intensiva (vedere paragrafo 4.8).
In pazienti con anemia falciforme e nei soggetti portatori del tratto falciforme, l'uso di lenograstim si può associare a crisi di falcizzazione. Pertanto, Granocyte deve essere prescritto con cautela in pazienti con anemia falciforme o in soggetti portatori del tratto falciforme.
GRANOCYTE contiene fenilalanina che può essere dannosa per le persone affette da fenilchetonuria.
Il cappuccio copri ago della siringa preriempita contiene gomma naturale (derivato del lattice) che può causare gravi reazioni allergiche in soggetti predisposti.
INTERAZIONI
Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Granocyte?
Data la sensibilità alla chemioterapia citotossica delle cellule mieloidi che si moltiplicano rapidamente, l'uso di Granocyte non è raccomandato nel periodo compreso fra le 24 ore precedenti e le 24 ore successive la fine della chemioterapia (vedere paragrafo 4.4). Possibili interazioni con altri fattori di crescita emopoietici e citochine devono essere ancora studiate mediante specifiche ricerche cliniche.
POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE
Come si usa Granocyte? Dosi e modo d'uso
La terapia deve essere somministrata solamente presso un centro oncologico e/o ematologico specializzato.
GRANOCYTE può essere somministrato per iniezione sottocutanea o per infusione endovenosa. Le istruzioni per la manipolazione particolare o per la preparazione del prodotto sono fornite al paragrafo 6.6.
La dose raccomandata di Granocyte è 19,2 MUI (150 mcg) per m2 al giorno, terapeuticamente equivalenti a 0,64 MUI (5 mcg) per kg al giorno in caso di: trapianto di cellule staminali periferiche o di midollo osseo, chemioterapia citotossica convenzionale, mobilizzazione delle PBPC dopo chemioterapia.
Granocyte 34 milioni UI/ml può essere utilizzato in pazienti con superficie corporea fino a 1,8 m2.
Per la mobilizzazione delle PBPC con Granocyte da solo, la dose raccomandata è di 1,28 MUI (10 mcg) per kg al giorno.
Adulti:
Nel trapianto di cellule staminali periferiche o di midollo osseo
Granocyte dev'essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 19,2 MUI (150 mcg) per m2 al giorno in infusione endovenosa, della durata di 30 minuti, diluito in soluzione salina isotonica o sottoforma di iniezione sottocutanea. La prima dose non deve essere somministrata nelle 24 ore successive all'impianto di midollo osseo. La somministrazione deve essere continuata fino a che non venga superata l'attesa concentrazione minima di neutrofili (nadir) e la conta degli stessi non sia rientrata in limiti stabili compatibili con l'interruzione del trattamento, fino a un massimo, se necessario, di 28 giorni consecutivi di terapia.
Si prevede che entro 14 giorni dal trapianto di midollo osseo nel 50% dei pazienti si raggiunga un normale livello di neutrofili.
In corso di chemioterapia citotossica convenzionale
Granocyte alla dose raccomandata di 19,2 MUI (150 mcg) per m2 al giorno dev'essere somministrato quotidianamente per iniezione sottocutanea. La prima dose non deve essere somministrata nelle 24 ore successive alla chemioterapia citotossica (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
La somministrazione quotidiana di Granocyte deve essere continuata fino a che non venga superato l'atteso nadir e la conta dei neutrofili non abbia raggiunto valori stabili compatibili con la cessazione del trattamento, fino ad un massimo, se necessario, di 28 giorni consecutivi di terapia.
Anche se si può verificare un incremento transitorio dei neutrofili entro i primi due giorni di terapia, il trattamento con Granocyte non deve essere interrotto poichè si osserva generalmente una comparsa più precoce del nadir ed un più rapido ritorno alla norma con la continuazione del trattamento.
Nella mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC)
- Dopo chemioterapia, Granocyte deve essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 19,2 MUI (150 mcg) per m2 al giorno per iniezione sottocutanea entro un periodo di 1 – 5 giorni dopo il completamento della chemioterapia, in accordo al regime chemioterapico somministrato per la mobilizzazione.
Granocyte deve essere somministrato fino all'ultima leucoaferesi.
Le leucoaferesi devono essere effettuate nel periodo successivo al nadir, quando la conta leucocitaria è in aumento, o dopo la determinazione del contenuto di cellule CD34+ nel sangue con un metodo convalidato. Nei pazienti che non hanno ricevuto una chemioterapia intensiva, spesso è sufficiente una singola leucoaferesi per ottenere una raccolta minima accettabile (≥ 2,0 x 106 CD34+ cellule per kg).
- Nella mobilizzazione di PBPC con Granocyte usato da solo, Granocyte deve essere somministrato quotidianamente alla dose raccomandata di 1,28 MUI (10 mcg) per kg al giorno come iniezione sottocutanea per 4-6 giorni. La leucoaferesi deve essere effettuata tra il 5° e il 7° giorno. Nei pazienti che non hanno ricevuto una chemioterapia intensiva, spesso è sufficiente una singola leucoaferesi per ottenere una raccolta minima accettabile (≥ 2,0 x 106 CD34+ cellule per kg).
Nell'anziano
Negli studi clinici con Granocyte è stato incluso un piccolo numero di pazienti con età fino a 70 anni ma non sono stati condotti studi mirati nell'anziano e quindi non si possono raccomandare dosi specifiche.
Nel bambino
Nella riduzione della durata della neutropenia dopo terapia mieloablativa seguita da BMT o dopo chemioterapia citotossica, la dose nei bambini con età maggiore di 2 anni e negli adolescenti è la stessa che negli adulti.
Sono disponibili dati molto limitati per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico alle dosi previste per l'adulto.
La sicurezza e l'efficacia di Granocyte nei bambini di età inferiore ai 2 anni non sono state definite.
Granocyte 34 milioni UI/ml può essere usato in pazienti con una superficie corporea fino a 1,8 m2.
SOVRADOSAGGIO
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Granocyte?
Gli effetti di un sovradosaggio di Granocyte non sono stati identificati (vedere paragrafo 5.3). L'interruzione della terapia con Granocyte generalmente determina una riduzione del 50% dei neutrofili circolanti entro 1-2 giorni, con ritorno ai livelli di normalità in 1-7 giorni. È stata descritta una conta di globuli bianchi di circa 50x109/l in uno dei tre pazienti a cui è stata somministrata la più alta dose di Granocyte, pari a 40 mcg/kg/die (5,12 milioni di Unità/kg/die) al 5° giorno di trattamento.
Nell'uomo, dosi fino a 40 mcg/kg/die non sono state associate con effetti collaterali tossici, eccetto dolore muscolo-scheletrico.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
E' possibile prendere Granocyte durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
Non ci sono dati adeguati sull'uso di lenograstim in donne gravide. Gli studi nell'animale hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il potenziale rischio nell'uomo è sconosciuto.
Granocyte non deve essere usato durante la gravidanza se non strettamente necessario.
Allattamento
Non è noto se lenograstim venga escreto nel latte materno. L'escrezione di lenograstim nel latte non è stata studiata negli animali.
L'allattamento al seno dovrebbe essere interrotto durante la terapia con Granocyte.
GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI
Effetti di Granocyte sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari.
PRINCIPIO ATTIVO
Lenograstim* (rHuG-CSF)
33,6 milioni Unità Internazionali (equivalenti a 263 microgrammi)
per ml dopo ricostituzione
* prodotto con tecnologia DNA ricombinante su cellule ovariche dell'hamster cinese (CHO).
Eccipienti noti per avere un effetto o un'azione riconosciuti: fenilalanina.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
ECCIPIENTI
Polvere
- Arginina
- Fenilalanina
- Metionina
- Mannitolo (E421)
- Polisorbato 20
- Acido cloridrico diluito (per l'aggiustamento del pH)
Acqua per preparazioni iniettabili
SCADENZA E CONSERVAZIONE
Scadenza: 30 mesi
- Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
- Non congelare.
- Per le condizioni di conservazione del prodotto ricostituito/diluito vedere paragrafo 6.3
NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE
263 microgrammi di polvere in flaconcino (vetro tipo I) con tappo in gomma (gomma butile tipo I)
+ 1 ml di solvente in siringa preriempita (vetro tipo I) con cappuccio copriago (contenente lattice)+ 2 aghi (19G e 26G); confezione da 1 o da 5.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Data ultimo aggiornamento: 05/09/2024
Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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