Rytmonorm 325 mg 28 capsule rigide a rilascio prolungato

17 novembre 2024
Farmaci - Rytmonorm

Rytmonorm 325 mg 28 capsule rigide a rilascio prolungato


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Rytmonorm 325 mg 28 capsule rigide a rilascio prolungato è un medicinale soggetto a prescrizione medica (classe A), a base di propafenone cloridrato, appartenente al gruppo terapeutico Antiaritmici. E' commercializzato in Italia da Teva Italia S.r.l. - Sede legale


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Teva Italia S.r.l. - Sede legale

MARCHIO

Rytmonorm

CONFEZIONE

325 mg 28 capsule rigide a rilascio prolungato

FORMA FARMACEUTICA
capsula a rilascio modificato

PRINCIPIO ATTIVO
propafenone cloridrato

GRUPPO TERAPEUTICO
Antiaritmici

CLASSE
A

RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica

PREZZO
8,59 €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Rytmonorm disponibili in commercio:


FOGLIETTO ILLUSTRATIVO (PDF)


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Foglietto illustrativo Rytmonorm »

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INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Rytmonorm? Perchè si usa?


Rytmonorm 150 mg e 300 mg compresse rivestite e Rytmonorm 325 mg e 425 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Prevenzione e trattamento di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di Wolff-Parkinson-White (W.P.W.), quando associate a sintomi disabilitanti.

Rytmonorm 70 mg/20 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso

Rapido controllo o profilassi a breve termine di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di Wolff-Parkinson-White (W.P.W.), quando associate a sintomi disabilitanti.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Rytmonorm?


  • Ipersensibilità al principio attivo (propafenone cloridrato), ad altre sostanze strettamente collegate dal punto di vista chimico o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
  • Sindrome di Brugada nota.
  • Insufficienza cardiaca manifesta.
  • Cardiopatia strutturale significativa come: episodio di infarto miocardico negli ultimi tre mesi, insufficienza cardiaca congestizia incontrollata in cui l'output (frazione di eiezione) del ventricolo sinistro è minore del 35%, shock cardiogeno (ad eccezione di quello provocato da aritmia), grave bradicardia sintomatica, gravi disturbi preesistenti della conduzione dell'eccitamento a livello senoatriale, atrioventricolare ed intraventricolare, malattia del nodo del seno atriale (sindrome bradicardia-tachicardia), difetti di conduzione atriale, blocco atrioventricolare di secondo grado o di grado maggiore o blocco di branca o blocco distale in assenza di un pacemaker artificiale, marcata ipotensione.
  • Disturbi manifesti del bilancio elettrolitico (ad es. disturbi del metabolismo del potassio).
  • Gravi pneumopatie ostruttive.
  • Miastenia grave.
  • Generalmente controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.6).
  • Controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.6).
  • È controindicata la somministrazione contemporanea di propafenone cloridrato e ritonavir (vedere paragrafo 4.5).


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Rytmonorm?


È essenziale valutare dal punto di vista elettrocardiografico e clinico ogni paziente cui venga somministrato propafenone cloridrato prima e durante la terapia allo scopo di determinare se la risposta al propafenone cloridrato sia tale da giustificare un uso continuativo.

Dopo somministrazione di propafenone può rivelarsi la Sindrome di Brugada (prominente elevazione del punto J seguita da segmento ST concavo e T invertita nelle derivazioni V1 e V2) oppure possono essere provocate alterazioni dell'elettrocardiogramma (ECG) simili al Brugada nei portatori precedentemente asintomatici della sindrome. Una volta iniziata la terapia con propafenone deve essere eseguito un ECG per escludere alterazioni indicative della Sindrome di Brugada. Qualora si manifesti la Sindrome di Brugada, il trattamento con propafenone deve essere interrotto.

Propafenone cloridrato può peggiorare la miastenia grave (vedere paragrafo 4.3).

La frequenza e la soglia di sensibilità dei pace-makers possono subire alterazioni durante la terapia con propafenone. Perciò il funzionamento dei pace-maker dovrà essere opportunamente verificato durante la terapia e se necessario riprogrammato.

Esiste un potenziale di conversione della fibrillazione atriale parossistica in flutter atriale con conseguente blocco della conduzione 2:1 o conduzione 1:1 (vedere paragrafo 4.8).

Come con altri farmaci antiaritmici di classe IC, nei pazienti affetti da cardiopatia strutturale significativa si possono più facilmente manifestare gravi eventi avversi, pertanto, propafenone cloridrato è controindicato in questi pazienti (vedere paragrafo 4.3).

In caso di pregresso infarto miocardico, l'uso di Rytmonorm deve essere limitato al trattamento delle aritmie ventricolari che mettono in pericolo la vita del paziente.

In pazienti che presentano una alterata funzionalità epatica o renale, può verificarsi accumulo di farmaco anche con la somministrazione di dosi terapeutiche di Rytmonorm. La titolazione della dose in questi pazienti deve essere effettuata con particolare cautela, sotto controllo dell'ECG e monitorando i livelli plasmatici. Tuttavia, sotto costante controllo elettrocardiografico, questi pazienti possono essere trattati con Rytmonorm a dosi ridotte. In questi pazienti potrebbe essere necessaria una riduzione della dose orale di almeno il 50%.

Propafenone cloridrato deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con ostruzione delle vie aeree (per es. asma) a causa dell'attività beta-bloccante. Somministrare con cautela in pazienti con broncopneumopatia ostruttiva poiché l'attività beta-bloccante del propafenone può aumentare le resistenze delle vie respiratorie.

Durante infusione continua è consigliato un monitoraggio accurato del tracciato elettrocardiografico e del valore della pressione arteriosa.

Sono stati segnalati casi di agranulocitosi, comparsi entro due mesi dall'inizio del trattamento con propafenone e che si sono risolti circa 14 giorni dopo la sua sospensione. È necessario prestare cautela in caso di comparsa di febbre o altri sintomi di infezione nei pazienti trattati con propafenone. Nel caso in cui si sospetti la soppressione dei globuli bianchi del midollo il trattamento con propafenone dovrebbe essere sospeso.

Popolazione pediatrica

L'esperienza post-marketing ha reso disponibili evidenze sull'uso sia endovenoso che orale di propafenone nella popolazione pediatrica, incluso il trattamento intrauterino delle aritmie fetali (vedere paragrafo 4.6). Propafenone sembra essere ragionevolmente sicuro ed efficace per il trattamento a breve e a lungo termine delle aritmie pediatriche.

Non sembra esserci una correlazione diretta fra il dosaggio/livelli sierici di propafenone e il tasso di risposta nei bambini. Come per la maggior parte degli altri farmaci antiaritmici, esiste un potenziale pro-aritmico che in alcuni casi ha richiesto l'interruzione della terapia. Nel complesso, il rischio sembra essere aumentato in presenza di difetti cardiaci strutturali. In ogni caso, il rischio imprevedibile che i livelli diventino tossici richiede un uso molto prudente del farmaco: la titolazione della dose e il monitoraggio tramite ECG sono fortemente raccomandati.

Rytmonorm compresse rivestite e capsule rigide a rilascio prolungato contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa/capsula, cioè essenzialmente “senza sodio“.


INTERAZIONI


Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Rytmonorm?


Interazioni correlate al meccanismo d'azione

In caso di impiego contemporaneo di anestetici locali (per esempio durante l'impianto di pace-makers, interventi chirurgici od odontoiatrici) nonchè di altri farmaci che determinano un effetto inibitorio sulla frequenza cardiaca e/o sulla contrattilità del miocardio (per esempio beta-bloccanti, antidepressivi triciclici) deve essere tenuta in considerazione la possibilità di un potenziamento degli effetti collaterali di Rytmonorm.

L'uso concomitante del propafenone e della lidocaina non ha evidenziato effetti significativi sulla farmacocinetica. Tuttavia, è stato riportato che la co-somministrazione del propafenone e della lidocaina endovena aumenta il rischio di reazioni avverse associate alla lidocaina sul sistema nervoso centrale.

La terapia di combinazione di amiodarone e propafenone può avere effetti sulla conduzione e sulla ripolarizzazione cardiaca e condurre ad anomalie potenzialmente proaritmiche. Possono essere richiesti degli aggiustamenti posologici per entrambi i composti sulla base della risposta terapeutica.

Gli anticoagulanti orali (ad esempio, fenprocumone, warfarina) possono interagire con propafenone, con conseguente potenziamento dell'effetto anticoagulante.

Si raccomanda quindi di controllare accuratamente i parametri della coagulazione di quei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti orali e propafenone poiché quest'ultimo può potenziare l'efficacia di tali farmaci causando un aumento del tempo di protrombina. Le dosi di questi medicinali devono essere modificate, se necessario.

Interazioni farmacocinetiche

Sono stati riscontrati aumenti dei livelli plasmatici di ciclosporina, teofillina, desipramina, propranololo, metoprololo e digossina a seguito della somministrazione contemporanea di questi farmaci con propafenone. Le dosi di questi medicinali devono essere ridotte, secondo le esigenze, se si osservano segni di sovradosaggio.

Il propafenone è controindicato in co-somministrazione con ritonavir per il potenziale aumento delle concentrazioni plasmatiche del propafenone (vedere paragrafo 4.3).

Si possono presentare livelli plasmatici elevati di propafenone quando viene somministrato in concomitanza con SSRI, come la fluoxetina e la paroxetina. La somministrazione contemporanea di propafenone cloridrato e fluoxetina nei metabolizzatori estensivi incrementa i valori di Cmax e AUC del S-propafenone del 39% e 50% e di Cmax ed AUC del R-propafenone del 71% e 50% rispettivamente.

L'uso concomitante di propafenone e fenobarbitale e/o rifampicina (induttori del CYP3A4) può ridurre l'efficacia antiaritmica del propafenone come risultato della riduzione della concentrazione plasmatica di propafenone. Si richiede un attento monitoraggio della risposta alla terapia con propafenone durante la co-somministrazione cronica con fenobarbital e/o rifampicina.

Farmaci che inibiscono CYP2D6, CYP1A2 e CYP3A4 come chetoconazolo, cimetidina, chinidina, eritromicina e succo di pompelmo possono causare un incremento dei livelli di propafenone. Quando propafenone viene somministrato con inibitori di questi enzimi, i pazienti devono essere attentamente monitorati e la dose modificata di conseguenza.

La co-somministrazione del propafenone con farmaci metabolizzati dal CYP2D6 (come la venlafaxina) può causare un aumento dei livelli di questi farmaci.

Popolazione pediatrica

Sono stati effettuati studi d'interazione solo negli adulti. Non è noto se l'entità delle interazioni nell'età pediatrica è simile a quella negli adulti.


POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE


Come si usa Rytmonorm? Dosi e modo d'uso


La posologia dovrà essere come riportato di seguito, a meno di variazioni apportate dal medico.

Basse dosi di propafenone possono essere sufficienti per provocare la risposta terapeutica desiderata.

Posologia

Rytmonorm 150 mg e 300 mg compresse rivestite

La dose deve essere adattata alle esigenze individuali dei pazienti.

Adulti

Per il trattamento iniziale e quello di mantenimento, la dose giornaliera consigliata è di 450-600 mg (una compressa da 150 mg tre volte al giorno o una compressa da 300 mg due volte al giorno).

Occasionalmente può essere necessario un aumento della dose giornaliera fino a 900 mg (una compressa da 300 mg o due compresse da 150 mg tre volte al giorno).

Questa dose giornaliera può essere superata solamente in casi eccezionali sotto stretto controllo cardiologico.

Questi dosaggi si riferiscono a pazienti con peso corporeo di circa 70 kg. Le dosi giornaliere dovranno essere ridotte proporzionalmente per pazienti con peso corporeo inferiore. Non devono essere effettuati aumenti di dosaggio fino a che il paziente non abbia assunto il trattamento per 3 – 4 giorni.

Nei pazienti che presentano un allargamento significativo del complesso QRS o un blocco AV di secondo o terzo grado, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio.

La dose individuale di mantenimento deve essere determinata sotto controllo specialistico cardiologico comprendente il monitoraggio dell'ECG e ripetuti controlli della pressione (fase di titolazione).

Modo di somministrazione

Per via del loro sapore amaro e per via dell'effetto anestetizzante locale del propafenone, le compresse devono essere deglutite intere (senza essere masticate) con un sorso di liquido.

Rytmonorm 325 mg e 425 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Adulti

La dose di propafenone a rilascio prolungato deve essere titolata individualmente sulla base della risposta e della tollerabilità.

Per il trattamento iniziale e quello di mantenimento, la dose giornaliera consigliata è di 650 mg (una capsula a rilascio prolungato di 325 mg due volte al giorno).

Se è necessario un effetto terapeutico aggiuntivo, la dose di propafenone cloridrato (capsule a rilascio prolungato) può essere aumentata a 425 mg somministrati ogni dodici ore, dopo almeno 5 giorni.

La dose individuale di mantenimento dovrà essere determinata sotto controllo specialistico cardiologico comprendente ripetute valutazioni elettrocardiografiche e rilievi della pressione arteriosa (fase di aggiustamento posologico).

Se la durata dell'intervallo QRS è prolungata o l'intervallo QT corretto per la frequenza è prolungato di oltre il 20%, la dose dovrà essere ridotta o sospesa fino alla normalizzazione del tracciato elettrocardiografico. Nei pazienti con blocco AV di secondo o terzo grado, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio.

Modo di somministrazione

Le capsule devono essere deglutite intere con un sorso di liquido. Non schiacciare né dividere ulteriormente il contenuto delle capsule.

Rytmonorm 70 mg/20 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso

Il dosaggio deve essere personalizzato e determinato sotto controllo dell'ECG e monitorando la pressione arteriosa. Quando si somministrano soluzioni per infusione, è necessario un accurato monitoraggio dell'ECG (intervallo QRS, PR e QTc) e dei parametri circolatori.

La somministrazione intravenosa in dose singola è di 1 mg/kg di peso corporeo (corrispondente ad una fiala di 20 ml in pazienti di peso corporeo di 70 kg).

Spesso l'effetto terapeutico desiderato può già essere raggiunto con una dose di 0,5 mg/kg di peso corporeo (corrispondenti a 10 ml di soluzione). Se necessario, la dose singola può essere aumentata a 2 mg/kg di peso corporeo (corrispondenti a 40 ml di soluzione).

Il trattamento deve essere iniziato con la più bassa dose possibile, tenendo il paziente sotto attenta osservazione e stretto controllo elettrocardiografico e pressorio.

Modo di somministrazione

L'iniezione intravenosa lenta deve essere somministrata entro un periodo di 3-5 minuti.

L'intervallo tra due iniezioni non deve essere inferiore a 90-120 minuti. Se l'intervallo QRS risultasse prolungato o se si osservasse un allungamento dell'intervallo QT corretto per la frequenza di oltre il 20%, la somministrazione deve essere sospesa immediatamente.

Infusione di breve durata

Per infusione di breve durata (1-3 ore) la velocità di infusione è di 0,5-1 mg/min di Rytmonorm 70 mg/20 ml soluzione iniettabile.

Infusione lenta endovenosa

Per infusione lenta endovenosa la massima dose giornaliera è generalmente di 560 mg (corrispondenti a 160 ml di soluzione). Per la preparazione dell'infusione deve essere utilizzata una soluzione di glucosio o fruttosio al 5%. A causa del potenziale di precipitazione, la soluzione fisiologica non è adatta alla preparazione della soluzione per infusione.

Popolazioni speciali

Anziani

Complessivamente non sono state osservate differenze in termini di sicurezza o di efficacia tra i pazienti anziani. Tuttavia, non può essere esclusa una maggiore sensibilità di alcuni soggetti più anziani, pertanto, questi pazienti devono essere attentamente monitorati.

In pazienti anziani o in pazienti con significativa compromissione della funzione ventricolare sinistra (LVEF <35%) o una malattia strutturale miocardica, il trattamento deve essere iniziato gradualmente e con particolare cautela in piccole dosi incrementali. Lo stesso vale per la terapia di mantenimento. Qualsiasi aumento di dosaggio, che potrebbe essere richiesto, deve essere iniziato dopo almeno 5 – 8 giorni di trattamento.

Insufficienza epatica

Propafenone cloridrato a rilascio prolungato viene estesamente metabolizzato attraverso un'ossidasi epatica saturabile. Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica, potrebbe verificarsi un accumulo di farmaco a causa dell'aumentata biodisponibilità ed emivita di eliminazione del propafenone cloridrato, pertanto potrebbe essere necessaria una riduzione della dose raccomandata (vedere paragrafo 5.2).

Insufficienza renale

L'eliminazione dei metaboliti principali del propafenone cloridrato è influenzata dall'insufficienza renale, pertanto propafenone cloridrato deve essere somministrato con cautela (vedere paragrafo 5.2). In pazienti in queste condizioni la dose di propafenone cloridrato può essere titolata sotto controllo dell'ECG e monitorando i livelli plasmatici.

Popolazione pediatrica

Le evidenze disponibili non permettono di formulare raccomandazioni per una posologia specifica nei bambini (vedere paragrafo 4.4).


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Rytmonorm?


Sintomi di sovradosaggio

Se si verificassero sintomi di sovradosaggio dovrebbero essere determinate le concentrazioni plasmatiche del farmaco e dovrebbero essere adeguatamente ridotte le dosi somministrate.

Sintomi miocardici

Gli effetti del sovradosaggio da propafenone cloridrato sul miocardio si manifestano come disordini della genesi dell'impulso e della conduzione come il prolungamento del tratto QT, allargamento del QRS, blocco dell'automatismo del nodo del seno, blocco atrioventricolare, tachicardia ventricolare, flutter ventricolare e fibrillazione ventricolare.

Riduzione della contrattilità (effetto inotropo negativo) può causare ipotensione che, in casi gravi, può portare a shock cardiovascolare.

Sintomi non-cardiaci

Cefalea, capogiro, visione offuscata, parestesie, tremori, nausea, stipsi e secchezza delle fauci possono verificarsi frequentemente in caso di sovradosaggio.

In casi estremamente rari di sovradosaggio, possono verificarsi convulsioni e decesso.

In casi gravi di avvelenamento, si possono verificare convulsioni tonico-cloniche, parestesia, sonnolenza, coma e arresto respiratorio.

Trattamento:

In aggiunta alle generali misure di emergenza, i parametri vitali del paziente devono essere monitorati in terapia intensiva e rettificati a seconda dei casi.

La defibrillazione così come l'infusione di dopamina e isoproterenolo sono stati efficaci nel controllare il ritmo e la pressione sanguigna. Le convulsioni sono state alleviate con diazepam per via endovenosa. Possono essere necessarie misure generali di supporto come l'assistenza meccanica respiratoria e il massaggio cardiaco esterno.

In caso di sovradosaggio da propafenone cloridrato, a causa dell'elevato legame proteico (>95%) e del largo volume di distribuzione, l'emodialisi risulta inefficace ed i tentativi di eliminazione attraverso l'emoperfusione hanno un'efficacia limitata.


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Rytmonorm durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza

Non esistono studi adeguati e ben controllati sulle donne in gravidanza.

Propafenone deve essere assunto in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto.

È noto che propafenone cloridrato sia in grado di superare la barriera placentare nell'uomo.

La concentrazione del propafenone nel cordone ombelicale risulta essere circa il 30% di quella nel sangue materno.

L'assunzione di Rytmonorm durante la gravidanza deve essere effettuata nei casi di riconosciuta ed effettiva necessità, sotto diretto controllo medico.

Allattamento

Non vi sono studi riguardanti l'escrezione del propafenone nel latte materno.

Dati limitati inducono a ritenere che propafenone possa essere escreto nel latte materno. Propafenone deve essere usato con cautela nelle mamme che allattano.

A causa dei potenziali gravi effetti indesiderati sul neonato, il medico dovrebbe decidere se fare interrompere l'allattamento o l'impiego del farmaco, considerando l'importanza di quest'ultimo per la madre.


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Rytmonorm sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


Rytmonorm può alterare la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. In alcuni pazienti, può originare visione confusa, vertigini, stanchezza o ipotensione posturale; tali sintomi possono influenzare la velocità di reazione del paziente e pregiudicare la capacità individuale di utilizzare macchinari o veicoli a motore.


PRINCIPIO ATTIVO


Rytmonorm 150 mg compresse rivestite

Una compressa rivestita contiene:
  • Principio attivo: propafenone cloridrato 150 mg.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Rytmonorm 300 mg compresse rivestite

Una compressa rivestita contiene:
  • Principio attivo: propafenone cloridrato 300 mg.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Rytmonorm 325 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Una capsula rigida a rilascio prolungato contiene:
  • Principio attivo: propafenone cloridrato 325 mg.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Rytmonorm 425 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Una capsula rigida a rilascio prolungato contiene:
  • Principio attivo: propafenone cloridrato 425 mg.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Rytmonorm 70 mg/20 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso

Una fiala da 20 ml contiene:
  • Principio attivo: propafenone cloridrato 70 mg.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Rytmonorm 150 mg e 300 mg compresse rivestite

Amido pregelificato, copovidone, crospovidone, ipromellosa, macrogol 6000, magnesio stearato, sodio laurilsolfato, talco, titanio diossido.

Rytmonorm 325 mg e 425 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Ipromellosa, magnesio stearato.

Composizione della capsula: gelatina, ossido di ferro rosso (E 172), sodio laurilsolfato, titanio diossido (E 171).

Rytmonorm 70 mg/20 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso

Acqua per preparazioni iniettabili, glucosio.


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 36 mesi

Rytmonorm 150 mg e 300 mg compresse rivestite

Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.

Rytmonorm 325 mg e 425 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Conservare il medicinale a temperatura inferiore a 30°C.

Rytmonorm 70 mg/20 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso

Conservare il medicinale a temperatura compresa tra 15°C e 25°C.


NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE


Rytmonorm 150 mg compresse rivestite

Astuccio contenente 30 compresse rivestite da 150 mg in blister di alluminio / PVC

Astuccio contenente 60 compresse rivestite da 150 mg in blister di alluminio / PVC

Rytmonorm 300 mg compresse rivestite

Astuccio contenente 30 compresse rivestite da 300 mg in blister di alluminio / PVC

Astuccio contenente 60 compresse rivestite da 300 mg in blister di alluminio / PVC

Rytmonorm 325 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Astuccio contenente 28 capsule rigide a rilascio prolungato da 325 mg in blister di PVC/PVDC/Alu

Rytmonorm 425 mg capsule rigide a rilascio prolungato

Astuccio contenente 28 capsule rigide a rilascio prolungato da 425 mg in blister di PVC/PVDC/Alu

Rytmonorm 70 mg/20 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso

Astuccio contenente 5 fiale (20 ml ciascuna) da 70 mg

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.


PATOLOGIE CORRELATE


Data ultimo aggiornamento: 11/12/2023

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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