Zolgensma 2x10^13 genomi vettoriali/ml soluz. per infusione 11 flaconcini 8,3 ml

22 novembre 2024
Farmaci - Zolgensma

Zolgensma 2x10^13 genomi vettoriali/ml soluz. per infusione 11 flaconcini 8,3 ml


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Zolgensma 2x10^13 genomi vettoriali/ml soluz. per infusione 11 flaconcini 8,3 ml è un medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile - vietata la vendita al pubblico (classe C), a base di onasemnogene abeparvovec, appartenente al gruppo terapeutico farmaci per il trattamento delle malattie neuromuscolari. E' commercializzato in Italia da Novartis Farma S.p.A.


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Novartis Europharm Ltd

CONCESSIONARIO:

Novartis Farma S.p.A.

MARCHIO

Zolgensma

CONFEZIONE

2x10^13 genomi vettoriali/ml soluz. per infusione 11 flaconcini 8,3 ml

FORMA FARMACEUTICA
soluzione

PRINCIPIO ATTIVO
onasemnogene abeparvovec

GRUPPO TERAPEUTICO
farmaci per il trattamento delle malattie neuromuscolari

CLASSE
C

RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile - vietata la vendita al pubblico

PREZZO
3556817,72 €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Zolgensma disponibili in commercio:


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INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Zolgensma? Perchè si usa?


Zolgensma è indicato per il trattamento di:
  • pazienti con atrofia muscolare spinale (SMA) 5q con una mutazione biallelica nel gene SMN1 e una diagnosi clinica di SMA tipo 1, oppure
  • pazienti con SMA 5q con una mutazione biallelica nel gene SMN1 e fino a 3 copie del gene SMN2.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Zolgensma?


Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Zolgensma?


Tracciabilità

Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.

Immunità pre-esistente a AAV9

La formazione di anticorpi anti-AAV9 può avvenire in seguito a esposizione naturale. Sono stati effettuati diversi studi sulla prevalenza degli anticorpi AAV9 nella popolazione generale che evidenziano bassi tassi di pregressa esposizione a AAV9 nella popolazione pediatrica. I pazienti devono essere sottoposti a test per stabilire la presenza di anticorpi AAV9 prima dell'infusione di onasemnogene abeparvovec. È possibile ripetere il test se i titoli degli anticorpi AAV9 risultano superiori a 1:50. Non è ancora noto se e in quali condizioni onasemnogene abeparvovec possa essere somministrato in maniera sicura ed efficace in presenza di anticorpi anti-AAV9 superiori a 1:50 (vedere paragrafi 4.2 e 5.1).

SMA avanzata

Poiché la SMA determina un danno progressivo e non reversibile dei motoneuroni, il beneficio di onasemnogene abeparvovec in pazienti sintomatici dipende dal carico di malattia al momento del trattamento, associandosi ad un trattamento precoce un potenziale maggiore beneficio. Mentre i pazienti con SMA sintomatica avanzata non raggiungono lo stesso sviluppo grosso-motorio dei loro coetanei sani senza patologia, possono trarre un beneficio clinico dalla terapia di sostituzione genica in funzione dello stato di avanzamento della malattia al momento del trattamento (vedere paragrafo 5.1).

Il medico curante deve considerare che il beneficio è seriamente ridotto nei pazienti con profonda debolezza muscolare e insufficienza respiratoria, nei pazienti in ventilazione permanente e nei pazienti non in grado di deglutire.

Il profilo beneficio/rischio di onasemnogene abeparvovec in pazienti con SMA avanzata, mantenuti in vita mediante ventilazione permanente e senza possibilità di accrescimento, non è stato stabilito.

Immunogenicità

Dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec si verifica una risposta immunitaria al capside AAV9, inclusa la formazione di anticorpi al capside AAV9 e la risposta immunitaria mediata da linfociti T, nonostante il regime immunomodulante raccomandato al paragrafo 4.2 (vedere anche il sottoparagrafo "Risposta immunitaria sistemica" riportato di seguito).

Epatotossicità

L'epatotossicità immuno-mediata si manifesta generalmente con livelli elevati di ALT e/o AST. Con l'uso di onasemnogene abeparvovec, generalmente entro 2 mesi dall'infusione e nonostante la somministrazione di corticosteroidi prima e dopo l'infusione, sono stati segnalati gravi danni epatici acuti e insufficienza epatica acuta, inclusi casi fatali. L'epatotossicità immuno-mediata può richiedere un aggiustamento del regime immunomodulatore, inclusa una durata più lunga, un aumento della dose o un prolungamento della riduzione graduale dei corticosteroidi (vedere paragrafo 4.8).
  • I rischi e i benefici della terapia con onasemnogene abeparvovec devono essere valutati attentamente nei pazienti con compromissione epatica pre-esistente.
  • I pazienti con compromissione epatica pre-esistente o infezione virale epatica acuta possono essere a maggior rischio di grave danno epatico acuto (vedere paragrafo 4.2).
  • I dati provenienti da un piccolo studio in bambini con peso compreso tra ≥8,5 kg e ≤21 kg (di età compresa tra circa 1,5 e 9 anni), indicano una frequenza più elevata di innalzamento dei valori di AST o ALT (in 23 pazienti su 24) rispetto alla frequenza di innalzamento dei valori di AST/ALT osservata in altri studi in pazienti con peso <8,5 kg (in 31 pazienti su 99) (vedere paragrafo 4.8).
  • La somministrazione del vettore AAV spesso determina aumenti delle aminotransferasi.
  • Con onasemnogene abeparvovec si sono verificati grave danno epatico acuto e insufficienza epatica acuta. Sono stati segnalati casi di insufficienza epatica acuta con esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
  • Prima dell'infusione, occorre valutare la funzionalità epatica di tutti i pazienti tramite un esame clinico e test di laboratorio (vedere paragrafo 4.2).
  • Al fine di attenuare i potenziali aumenti delle aminotransferasi, occorre somministrare un corticosteroide sistemico a tutti i pazienti prima e dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec (vedere paragrafo 4.2).
  • La funzionalità epatica deve essere monitorata ad intervalli regolari per almeno 3 mesi dopo l'infusione e in altri momenti come clinicamente indicato (vedere paragrafo 4.2).
  • I pazienti con peggioramento dei risultati dei test di funzionalità epatica e/o segni o sintomi di malattia acuta devono essere prontamente valutati clinicamente e monitorati attentamente.
  • Nel caso in cui si sospetti un danno epatico, si raccomanda un consulto tempestivo con un gastroenterologo o un epatologo pediatrici, l'aggiustamento del regime immunomodulatore raccomandato e ulteriori test (ad es. albumina, tempo di protrombina, PTT e INR).

I valori di AST/ALT/bilirubina totale devono essere valutati settimanalmente per il primo mese dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec e durante l'intero periodo di riduzione graduale dei corticosteroidi. La riduzione graduale del prednisolone non deve essere presa in considerazione fino a quando i livelli di AST/ALT non sono inferiori a 2 × ULN e tutte le altre valutazioni (ad es. bilirubina totale) non tornano al range normale (vedere paragrafo 4.2). Se il paziente è clinicamente stabile con risultati irrilevanti alla fine del periodo di riduzione graduale dei corticosteroidi, la funzionalità epatica deve continuare ad essere monitorata ogni due settimane per un altro mese.

Trombocitopenia

Negli studi clinici su onasemnogene abeparvovec sono state osservate riduzioni transitorie della conta piastrinica, alcune delle quali hanno soddisfatto i criteri per trombocitopenia. Nella maggior parte dei casi, il valore piastrinico più basso è stato rilevato nella prima settimana dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec.

Sono stati segnalati casi post-marketing con conta piastrinica <25 x 109/L entro tre settimane dalla somministrazione.

La conta piastrinica deve essere determinata prima dell'infusione di onasemnogene abeparvovec e deve essere attentamente monitorata entro le prime tre settimane successive all'infusione e a seguire su base regolare, almeno ogni settimana per il primo mese e a settimane alterne per il secondo e il terzo mese fino a quando rientrano nei valori basali.

I dati provenienti da un piccolo studio in bambini con peso compreso tra ≥8,5 kg e ≤21 kg (di età compresa tra circa 1,5 e 9 anni), indicano una frequenza più elevata di trombocitopenia (in 20 pazienti su 24) rispetto alla frequenza di trombocitopenia osservata in altri studi in pazienti con peso <8,5 kg (in 22 pazienti su 99) (vedere paragrafo 4.8).

Microangiopatia trombotica

Sono stati segnalati diversi casi di microangiopatia trombotica (TMA) con onasemnogene abeparvovec (vedere paragrafo 4.8). I casi si sono generalmente verificati nelle prime due settimane dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec. La TMA è una condizione acuta e pericolosa per la vita, caratterizzata da trombocitopenia e anemia emolitica microangiopatica. Sono stati riportati casi con esito fatale. È stata anche osservata una lesione renale acuta. In alcuni casi, è stata segnalata l'attivazione concomitante del sistema immunitario (es. infezioni, vaccinazioni) (vedere paragrafi 4.2 e 4.5 per informazioni sulla somministrazione di vaccini).

La trombocitopenia è una caratteristica chiave della TMA, pertanto la conta piastrinica deve essere monitorata attentamente entro le prime tre settimane successive all'infusione e a seguire regolarmente (vedere il sotto-paragrafo ‘Trombocitopenia '). In caso di trombocitopenia, devono essere effettuate prontamente ulteriori valutazioni inclusi test diagnostici per l'anemia emolitica e la disfunzione renale. Se i pazienti mostrano segni, sintomi o risultati di laboratorio compatibili con la TMA, è necessario consultare immediatamente uno specialista per gestire la TMA secondo indicazione clinica. Gli assistenti devono essere informati sui segni e sintomi di TMA e devono essere istruiti a chiedere assistenza medica urgente se si verificano tali sintomi.

Troponina I elevata

A seguito dell'infusione di onasemnogene abeparvovec sono stati osservati aumenti dei livelli di troponina I cardiaca (vedere paragrafo 4.8). I livelli elevati di troponina I riscontrati in alcuni pazienti possono indicare una potenziale lesione tissutale del miocardio. Sulla base di questi reperti e della tossicità cardiaca osservata nei topi, i livelli di troponina I devono essere determinati prima dell'infusione di onasemnogene abeparvovec e monitorati per almeno 3 mesi dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec o fino a quando rientrano nel normale range di riferimento per i pazienti con SMA. Prendere in considerazione un consulto con un cardiologo, se necessario.

Risposta immunitaria sistemica

A causa dell'aumentato rischio di grave risposta immunitaria sistemica, si raccomanda che i pazienti siano clinicamente stabili nel loro stato di salute generale (ad es. idratazione e stato nutrizionale, assenza di infezione) prima dell'infusione di onasemnogene abeparvovec. Il trattamento non deve essere iniziato se sono presenti infezioni concomitanti attive, siano esse acute (come infezioni respiratorie acute o epatite acuta) o croniche non controllate (come l'epatite B attiva cronica), fino alla risoluzione dell'infezione e alla stabilizzazione clinica del paziente (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Il regime immunomodulante (vedere paragrafo 4.2) potrebbe inoltre avere un impatto sulla risposta immunitaria a infezioni (per es. respiratorie), che potrebbero potenzialmente portare a decorsi clinici più gravi dell'infezione. I pazienti con infezione sono stati esclusi dalla partecipazione agli studi clinici con onasemnogene abeparvovec. Si raccomanda di aumentare la vigilanza nella prevenzione, nel monitoraggio e nella gestione dell'infezione prima e dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec. I trattamenti profilattici stagionali che prevengono le infezioni respiratorie da virus sinciziale (RSV) sono raccomandati e devono essere mantenuti aggiornati. Laddove possibile, la schedula vaccinale del paziente deve essere aggiustata in funzione della somministrazione concomitante di corticosteroidi prima e dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec (vedere paragrafo 4.5).

Se la durata del trattamento con corticosteroidi viene prolungata o se la dose viene aumentata, il medico curante deve essere consapevole della possibilità di insufficienza surrenalica.

Rischio di tumorigenicità a seguito dell'integrazione del vettore

Esiste un rischio teorico di tumorigenicità dovuto all'integrazione del DNA del vettore AAV nel genoma.

Onasemnogene abeparvovec è composto da un vettore AAV9 non replicante il cui DNA persiste in gran parte in forma episomiale. Rari casi di integrazione casuale di vettori nel DNA umano sono possibili con AAV ricombinante. La rilevanza clinica dei singoli eventi di integrazione non è nota, ma è riconosciuto che i singoli eventi di integrazione potrebbero potenzialmente contribuire a un rischio di tumorigenicità.

Ad oggi non sono stati segnalati casi di tumori maligni associati al trattamento con onasemnogene abeparvovec. In caso di tumore, si deve contattare il titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio per ricevere indicazioni sulla raccolta dei campioni del paziente per i test.

Disseminazione

Si verifica disseminazione temporanea di onasemnogene abeparvovec, principalmente mediante rifiuti corporei. Occorre informare l'assistente e i familiari dei pazienti in merito alle seguenti istruzioni per la corretta gestione delle feci dei pazienti:


  • è necessaria una buona igiene delle mani quando si entra a contatto diretto con i rifiuti corporei dei pazienti per almeno 1 mese dopo il trattamento con onasemnogene abeparvovec;
  • i pannolini usa-e-getta possono essere sigillati in doppie buste di plastica e smaltiti nei rifiuti domestici.

Donazione di sangue, organi, tessuti e cellule

I pazienti trattati con Zolgensma non devono donare sangue, organi, tessuti o cellule per il trapianto.

Contenuto di sodio

Questo medicinale contiene 14,6 mg di sodio per mL, equivalente allo 0,23% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto. Ogni flaconcino da 5,5 mL contiene 25,3 mg di sodio e ogni flaconcino da 8,3 mL contiene 38,2 mg di sodio.


INTERAZIONI


Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Zolgensma?


Non sono stati effettuati studi d'interazione.

L'esperienza con l'uso di onasemnogene abeparvovec in pazienti che ricevono medicinali epatotossici o che usano sostanze epatotossiche è limitata. La sicurezza di onasemnogene abeparvovec in questi pazienti non è stata stabilita.

L'esperienza con l'uso di agenti diretti contro SMA 5q somministrati in concomitanza è limitata.

Vaccinazioni

Laddove possibile, la schedula vaccinale del paziente deve essere aggiustata in funzione della concomitante somministrazione di corticosteroidi prima e dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). Si raccomanda la profilassi stagionale per il RSV (vedere paragrafo 4.4). I vaccini vivi, come il vaccino MMR e il vaccino della varicella, non devono essere somministrati a pazienti in terapia con steroidi a dosi immunosoppressive (ovvero 20 mg o 2 mg/kg di peso corporeo di prednisolone o equivalente su base giornaliera per ≥ 2 settimane).


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Zolgensma?


Non sono disponibili dati di studi clinici sul sovradosaggio di onasemnogene abeparvovec. Si consigliano l'aggiustamento della dose di prednisolone, un'attenta osservazione clinica e uno stretto monitoraggio dei parametri di laboratorio (compresi i parametri ematochimici ed ematologici) per la risposta immunitaria sistemica (vedere paragrafo 4.4).


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Zolgensma durante la gravidanza e l'allattamento?


Non sono disponibili dati relativi all'uomo sull'uso durante la gravidanza o l'allattamento e non sono stati effettuati studi sulla fertilità o sulla riproduzione negli animali.


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Zolgensma sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


Onasemnogene abeparvovec non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.


PRINCIPIO ATTIVO


2.1 Descrizione generale

Onasemnogene abeparvovec è un medicinale per terapia genica che esprime la proteina umana di sopravvivenza dei motoneuroni (SMN). È un vettore basato su un virus adeno-associato di sierotipo 9 (AAV9) ricombinante, incompetente per la replicazione, contenente il cDNA per il gene umano SMN posto sotto il controllo di un promotore ibrido tra l'enhancer del citomegalovirus e il promotore della β-actina di pollo.

Onasemnogene abeparvovec è prodotto in cellule di rene embrionale umano mediante tecnologia del DNA ricombinante.

2.2 Composizione qualitativa e quantitativa

Ogni mL contiene onasemnogene abeparvovec con una concentrazione nominale di 2 × 1013 genomi vettoriali (vg). I flaconcini conterranno un volume estraibile non inferiore a 5,5 mL o 8,3 mL. Il numero totale di flaconcini e la combinazione di volumi di riempimento in ogni confezione finita saranno personalizzati in base alle necessità posologiche dei singoli pazienti in funzione del peso corporeo (vedere paragrafi 4.2 e 6.5).

Eccipiente con effetti noti

Questo medicinale contiene 0,2 mmol di sodio per mL.

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Trometamina

Cloruro di magnesio

Cloruro di sodio

Poloxamer 188

Acido cloridrico (per la regolazione del pH)

Acqua per preparazioni iniettabili


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 24 mesi

Conservare e trasportare in congelatore (≤-60°C).

Conservare in frigorifero (2°C – 8°C) immediatamente al ricevimento.

Conservare nella scatola originale.

Per le condizioni di conservazione dopo lo scongelamento vedere paragrafo 6.3.

Annotare sulla scatola originale la data del ricevimento prima di conservare il prodotto in frigorifero.

Data ultimo aggiornamento: 09/04/2024

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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