22 novembre 2024
Nifedipina EG
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Cos'è Nifedipina EG (nifedipina)
Nifedipina EG è un farmaco a base di nifedipina, appartenente al gruppo terapeutico Calcioantagonisti. E' commercializzato in Italia da EG S.p.A. - Società del Gruppo STADA Arzmeimittel AG
Confezioni e formulazioni di Nifedipina EG disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Nifedipina EG disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
- nifedipina eg 20 mg 50 capsule rigide a rilascio prolungato
- nifedipina eg 30 mg 14 compresse a rilascio prolungato
- nifedipina eg 60 mg 14 compresse a rilascio prolungato
A cosa serve Nifedipina EG e perchè si usa
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo);
Trattamento dell'ipertensione arteriosa.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Nifedipina EG
NIFEDIPINA EG non deve essere assunto nei casi di nota ipersensibilità alla nifedipina o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4 e 6.1).
Gravidanza accertata o presunta ed in corso di allattamento.
NIFEDIPINA EG non deve essere assunto nei casi di shock cardiovascolare.
NIFEDIPINA EG non deve essere usato in pazienti con tasca di Kock (ileostomia dopo proctocolectomia).
La nifedipina non deve essere usata in combinazione con rifampicina poiché a causa dell'induzione enzimatica non vengono raggiunti livelli plasmatici efficaci di nifedipina (vedere paragrafo 4.5).
Nifedipina EG può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
La nifedipina è controindicata in corso di gravidanza, accertata o presunta.
La nifedipina non deve essere somministrata in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. L'uso della nifedipina deve essere limitato a donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard (vedere paragrafo 4.4).
Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.
Le informazioni disponibili sono insufficienti per poter escludere effetti avversi a carico del nascituro e del neonato.
Negli studi sugli animali la nifedipina ha dimostrato di provocare embriotossicità, fetotossicità e teratogenicità (vedere paragrafo 5.3).
La nifedipina si è dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese le anomalie digitali. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino.
La somministrazione del principio attivo ha comportato una varietà di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto, non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l'impiego umano.
L'evidenza clinica attualmente disponibile non ha permesso di identificare uno specifico rischio prenatale. Questo, nonostante sia stato segnalato un aumento dei casi di asfissia perinatale, parto cesareo, prematurità e ritardo di crescita intrauterina. Non è chiaro se questi riscontri siano dovuti all'ipertensione stessa, al suo trattamento o ad uno specifico effetto del farmaco.
È stato osservato edema polmonare acuto con la somministrazione di farmaci calcio-antagonisti, tra cui nifedipina, come agenti tocolitici durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.8), soprattutto in casi di gravidanza multipla (gemellare o plurigemellare), per via endovenosa e/o in associazione a beta-2 agonisti.
Allattamento
La nifedipina è escreta nel latte materno. Poiché non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo l'allattamento dovrebbe essere interrotto. La concentrazione di nifedipina nel latte è quasi comparabile alla concentrazione sierica della madre. Per le formulazioni a rilascio immediato, si consiglia di ritardare l'allattamento o il tiraggio del latte di 3 o 4 ore dopo l'assunzione del farmaco in modo da diminuire l'esposizione del lattante alla nifedipina (vedere paragrafo 4.4).
Fertilità
In casi singoli di fecondazione in vitro, i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma.
Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina devono essere considerati come possibile causa.
Patologie correlate:
Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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