29 marzo 2021
Artrite reumatoide: diagnosi e terapia
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L'artrite reumatoide è una patologia cronica e invalidante, di origine autoimmune, che determina erosione della cartilagine e progressiva deformazione delle articolazioni sinoviali con conseguente perdita di mobilità e autonomia. Colpisce una persona su cento, in prevalenza donne tra i 35 ai 50 anni. Comporta sofferenza fisica, peggioramento della qualità di vita, disagio psicologico e disabilità con alti costi in termini di perdita di produttività.
La patogenesi dell'artrite reumatoide non è ancora del tutto nota, nelle forme più aggressive sono però riconoscibili profili genetici tipici di una predisposizione ereditaria. All'origine del processo infiammatorio acuto potrebbe esserci l'attivazione del sistema immunitario, infatti in molti pazienti si riscontra la presenza di auto-anticorpi anti-immunoglobuline di classe IgG (fattori reumatoidi).
Sono piuttosto generici e comuni ad altre forme di artrosi. Quelli specifici includono:
Diagnosi
Per intervenire sull'evoluzione dei sintomi e rallentare la perdita di autonomia provocati dall'artrite reumatoide è molto importante puntare sulla diagnosi precoce e differenziale. L'errore più comune è confondere i sintomi con quelli dell'artrosi che, però, è un processo degenerativo che colpisce soprattutto gli anziani e si localizza su singole articolazioni. Nella gotta, che può presentare sintomi analoghi all'artrite reumatoide, diventa elemento dirimente il riscontro dei cristalli di urato nel liquido articolare. I test consigliati sono:
Trattamenti
Oltre all'impiego di antinfiammatori non steroidei per controllare il dolore, da diversi anni le terapie per l'artrite reumatoide sono anche in grado di modificare l'andamento della malattia, evitando la comparsa dei danni anatomici ancor prima che siano radiologicamente evidenti. In particolare, l'approccio alla malattia è diventato più preciso e mirato grazie agli immunosoppressori (metotressato, ciclosporina) e ai farmaci biologi che bloccano l'azione delle citochine infiammatorie. Il loro impiego in fase precoce (dalle 12 alle 16 settimane dall'esordio dei sintomi) ha ricadute positive a lungo termine sulla funzionalità e sulla qualità di vita.
Domande essenziali
Fonte: Farmacista33
Patologie e sintomi:
...e inoltre su Dica33:
Fattori di rischio
La patogenesi dell'artrite reumatoide non è ancora del tutto nota, nelle forme più aggressive sono però riconoscibili profili genetici tipici di una predisposizione ereditaria. All'origine del processo infiammatorio acuto potrebbe esserci l'attivazione del sistema immunitario, infatti in molti pazienti si riscontra la presenza di auto-anticorpi anti-immunoglobuline di classe IgG (fattori reumatoidi).
Sintomi
Sono piuttosto generici e comuni ad altre forme di artrosi. Quelli specifici includono:
- gonfiore e deformità di almeno tre o più articolazioni
- rigidità al risveglio che perdura per almeno un'ora e per sei settimane
- debolezza, dolore, malessere, febbricola
- perdita di peso, depressione
Diagnosi
Per intervenire sull'evoluzione dei sintomi e rallentare la perdita di autonomia provocati dall'artrite reumatoide è molto importante puntare sulla diagnosi precoce e differenziale. L'errore più comune è confondere i sintomi con quelli dell'artrosi che, però, è un processo degenerativo che colpisce soprattutto gli anziani e si localizza su singole articolazioni. Nella gotta, che può presentare sintomi analoghi all'artrite reumatoide, diventa elemento dirimente il riscontro dei cristalli di urato nel liquido articolare. I test consigliati sono:
- valutazione dei marcatori dell'infiammazione (Ves, proteina C reattiva) e dell'auto-immunità (fattore reumatoide, anticorpi anticitrullina) nel sangue
- radiografia delle articolazioni dolenti. Va però segnalato che gli esiti possono permanere negativi anche per diversi mesi dalla comparsa dei sintomi
Trattamenti
Oltre all'impiego di antinfiammatori non steroidei per controllare il dolore, da diversi anni le terapie per l'artrite reumatoide sono anche in grado di modificare l'andamento della malattia, evitando la comparsa dei danni anatomici ancor prima che siano radiologicamente evidenti. In particolare, l'approccio alla malattia è diventato più preciso e mirato grazie agli immunosoppressori (metotressato, ciclosporina) e ai farmaci biologi che bloccano l'azione delle citochine infiammatorie. Il loro impiego in fase precoce (dalle 12 alle 16 settimane dall'esordio dei sintomi) ha ricadute positive a lungo termine sulla funzionalità e sulla qualità di vita.
Domande essenziali
- A quale età si sono presentati i sintomi?
- Ha notato un gonfiore diffuso a livello articolare?
- L'artrosi è localizzata o bilaterale?
Fonte: Farmacista33
Patologie e sintomi:
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