17 gennaio 2021
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Covid-19, un anno fa il primo decesso in Cina. E adesso?
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Era il gennaio del 2020 e la Cina confermava ufficialmente il primo decesso a Wuhan
Era il gennaio del 2020 e la Cina confermava ufficialmente il primo decesso a Wuhan mentre gli occhi del mondo erano puntati sul gigante asiatico per quello che era un virus "misterioso". E sulla megalopoli che divenne la città del primo lockdown (totale) al mondo per arginare la diffusione del nuovo coronavirus. Undici milioni di abitanti isolati per 76 giorni. Da allora per il gigante asiatico non sono mancate accuse di poca trasparenza, sia sulla tempestività con cui sono state comunicate le informazioni che sui dati. Tutte accuse sempre respinte da Pechino.
Passati 12 mesi da quel giorno, secondo i dati della Johns Hopkins University, nel mondo si contano più di 1,9 milioni di decessi legati alla pandemia. E più di 90 milioni di contagi. Un anno fa i riflettori erano sul mercato di Wuhan. La Cina comunicava il decesso di un paziente con altre condizioni mediche concomitanti, un uomo di 61 anni, descritto come un cliente abituale del mercato "incriminato". "È stato confermato a Wuhan il decesso di un paziente con polmonite virale", scriveva l'agenzia ufficiale Xinhua. Il 6 febbraio veniva confermata la morte di Li Wenliang, il 34enne medico eroe che per primo lanciò l'allarme sulla diffusione del coronavirus. Un anno dopo la conferma del primo decesso, la Commissione sanitaria nazionale ha annunciato che arriverà giovedì nel gigante asiatico il team dell'Organizzazione mondiale della sanità che indaga sulle origini della pandemia di coronavirus. Tutto dopo la "delusione" dei vertici dell'Oms per quelli che erano sembrati ostacoli da parte di Pechino.
Intanto i dati ufficiali cinesi parlano di 103 nuovi casi di Covid-19, 85 di trasmissione locale (82 dei quali nella provincia di Hebei, dove da giorni preoccupa un nuovo focolaio) e i restanti "importati", oltre a 76 casi relativi a pazienti asintomatici (15 in arrivo dall'estero). I media della regione sottolineano come dallo scorso luglio la Cina non segnalasse più di 100 casi registrati nell'arco di 24 ore. E nel mezzo della corsa ai vaccini, secondo il Global Times, voce all'estero del governo cinese, sono più di un milione le persone "vaccinate" a Pechino contro il Covid-19. Il Dragone punterebbe a vaccinare (con prima e seconda dose) 50 milioni di lavoratori prima del Capodanno lunare, che cade il 12 febbraio, festività durante la quale si riuniscono tradizionalmente le famiglie, con grandi spostamenti di persone in tutto il Paese.
Come ricordava di recente il Washington Post, in occasione del Capodanno cinese 2020 si registrarono un miliardo e mezzo di spostamenti, la metà rispetto all'anno precedente, mentre Wuhan e molte altre parti del Paese erano in lockdown. Per quest'anno l'invito sarebbe a evitare "viaggi non necessari" tra il 28 gennaio e l'8 marzo dopo i titoli dei media ufficiali con "quasi mezza Cina in movimento durante la "Settimana d'oro'", iniziata il primo ottobre, con l'anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese in coincidenza con la Festa di Metà Autunno.
Fonte: Doctor33
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