Poliomielite

20 novembre 2024

Poliomielite: cause, sintomi e cure



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Indice


Definizione


Poliomielite: definizione e generalità


La polio, o poliomielite, è una malattia infettiva causata da poliovirus, virus a Rna appartenenti al genere Enterovirus. Le cellule umane sono provviste di specifici recettori ai quali i poliovirus possono aderire e quindi penetrare nelle cellule. Il virus infetta l'orofaringe, le tonsille, i linfonodi del collo e l'intestino tenue e può colpire il sistema nervoso provocando paralisi flaccida acuta (Pfa). Non esistono farmaci in grado di curare questa malattia; l'unica possibilità è rappresentata dalla prevenzione attraverso vaccinazione.
Nel 90% dei casi l'infezione è asintomatica, ma in 1 infetto su 200 (1 su 1000 nei bambini sotto i 5 anni) si verifica il quadro clinico tipico della malattia e cioè la paralisi flaccida acuta causata dalla distruzione dei neuroni motori ad opera del poliovirus.

Cause


Poliomielite: cause principali


Il virus della polio si trasmette da persona a persona, principalmente per via oro-fecale, in quanto i soggetti contagiati lo eliminano per alcune settimane con le feci. All'inizio, per un periodo limitato, la trasmissione del virus può anche avvenire per via orale, tramite le goccioline di saliva, per esempio con un colpo di tosse o degli starnuti. Anche chi non manifesta i sintomi della poliomielite può trasmettere il virus. Il periodo di incubazione varia da 4 a 35 giorni, tipicamente 7-14 giorni.


Sintomi

Poliomielite: sintomi più comuni


La maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico (forme inapparenti), mentre in altri casi si manifestano sintomi aspecifici, di tipo influenzale, febbre, affaticamento, mal di testa, vomito, costipazione (o meno comunemente diarrea), indolenzimento del collo e dolore agli arti. Tutte queste forme regrediscono completamente lasciando una immunità stabile. In alcuni casi invece la moltiplicazione virale distrugge i neuroni motori che non rigenerano, portando inabilità funzionale dei muscoli interessati, anche se in alcuni casi è possibile recuperare la funzionalità muscolare in modo completo. Una minima parte delle infezioni, circa 1 su 200 secondo i dati Oms, porta a una paralisi irreversibile, mentre il 5-10% dei malati muore a causa della paralisi dei muscoli dell'apparato respiratorio. La paralisi è la manifestazione più evidente della malattia, ma solo l'1% dei malati presenta questo sintomo.


Diagnosi

Poliomielite: come efftuare la diagnosi


Spesso la diagnosi non è agevole, soprattutto quando i sintomi sono pochi e aspecifici. Può essere sospettata in presenza di rigidità della nuca e della schiena con difficoltà di flessione del collo, difficoltà a sollevare le gambe o in caso di riflessi anomali. Per la conferma diagnostica è necessario il prelievo di un campione biologico, l'analisi dell'espettorato o del liquido cerebro-spinale, che rilevano la presenza del virus. Anche un campione di feci può essere un'indagine diagnostica possibile per il rilevamento del poliovirus.


Cure

Poliomielite: cure e rimedi


Non esistono cure per la poliomielite, se non trattamenti sintomatici, che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia.


Campagne di immunizzazione

Il vaccino antipolio in uso in Italia dal 2002 (quando l'Oms ha certificato l'eradicazione del virus nella regione europea) è quello definito "inattivato" (Ipv, Inactivated polio vaccine), basato cioè su un procedimento chimico in grado di uccidere il virus senza fargli perdere la capacità di stimolare il sistema immunitario.
Il virus della poliomielite venne isolato per la prima volta nel 1909.
I vaccini a disposizione per la lotta alla poliomielite sono di due tipi, quello inattivato di Salk (IPV) agisce inducendo la produzione di anticorpi che si trovano nel torrente circolatorio e che, in caso di infezione, impediscono al virus di raggiungere il sistema nervoso centrale. Il vaccino di Sabin, costituito da virus vivi e attenuati oltre all'immunità circolante, garantisce l'immunità anche a livello della mucosa intestinale che è la prima sede di replicazione del virus. In questo modo il vaccinato è protetto non solo dalla malattia, ma anche dall'infezione.
La trasmissione del poliovirus selvaggio dal 2004 è stata interrotta in tutto il mondo, tranne sei paesi: in Nigeria, Niger, Pakistan e Afghanistan per mancata immunizzazione, ma anche in Egitto e alcune zone dell'India.
Gli obiettivi del programma di immunizzazione sono la scomparsa di casi di polio da virus selvaggio e la totale eliminazione dell'agente patogeno dal pianeta tramite alti livelli di immunizzazione della popolazione.

Cure complementari

L'igiene costituisce un'ottima forma di prevenzione limitatamente alla trasmissione oro-fecale, ma la trasmissione mediante secrezioni respiratorie può assumere una notevole rilevanza, nei Paesi industrializzati, per le migliori condizioni igieniche realizzate. L'unica arma di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione antipolio.
Il vaccino antipolio in uso in Italia dal 2002 (quando l'Oms ha certificato l'eradicazione del virus nella regione europea) è quello definito "inattivato" (Ipv, Inactivated polio vaccine), basato cioè su un procedimento chimico in grado di uccidere il virus senza fargli perdere la capacità di stimolare il sistema immunitario.




Patologie e sintomi:

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