11 febbraio 2022
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Covid-19, smart working: migliora la vita?
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Bilancio a luci e ombre dello smartworking
Più tempo libero grazie a quello risparmiato per gli spostamenti. Minore esposizione all'inquinamento, con benefici per l'intera comunità visto il minore utilizzo di mezzi di trasporto. Però anche più rischi di depressione, di cattivi stili di vita e di sedentarietà. È il bilancio a luci e ombre dello smartworking contenuto in un rapporto pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil).
L'emergenza Covid-19 ha portato a un'impennata di lavoratori da remoto. In Europa la quota è passata dall'11% del periodo pre-pandemia all'attuale 48%, con circa il 40% dell'orario di lavoro retribuito svolto da remoto. Se il telelavoro porta dei vantaggi (a partire dalla riduzione del rischio contagio durante l'emergenza), tuttavia Oms e Oil ritengono importante anche mettere in guardia dai rischi per la salute fisica e mentale.
Tra i vantaggi, il rapporto cita il migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, l'opportunità di orari flessibili e di tempo libero. A tale proposito, un vantaggio è anche la minore esposizione al traffico. Senza dimenticare che il telelavoro rappresenta anche un'opportunità per molte aziende di ridurre alcune voci di spesa.
Dall'altra parte, però, ci sono i rischi: quello di isolamento sociale e depressione, innanzitutto. Lavorare da casa, avvertono ancora Oms e Oil, favorisce il fumo e il consumo di alcol. Conduce a una vita più sedentaria. Rappresenta un rischio anche per l'apparato muscolo-scheletrico e per gli occhi, a causa del prolungato tempo passato seduti davanti a uno schermo. L'eccesso di tempo davanti allo schermo e l'orario di lavoro irregolare, inoltre, può avere effetti negativi sul sonno.
«Nei due anni di pandemia è diventato chiaro che il telelavoro può portare benefici, ma può anche avere un impatto terribile sulle persone. Il modo in cui oscilla il pendolo dipende dal modo in cui governi, datori di lavoro e lavoratori collaborano per realizzare politiche e azioni pratiche a beneficio sia dei lavoratori che del lavoro», ha commentato Maria Neira, direttore del dipartimento Ambiente, cambiamenti climatici e salute dell'Oms.
Tra le responsabilità dei datori, Oms e Oil citano, ad esempio, la definizione di orari di lavoro precisi per garantire ai lavoratori il "diritto alla disconnessione" e giorni di riposo sufficienti.
Fonte: Doctor33
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