Pertosse

19 dicembre 2024
Speciale Tosse nel bambino

Pertosse: cause, sintomi e cure



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Indice


Definizione


Pertosse: definizione e generalità


È una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. La pertosse è caratterizzata da una tosse violenta e persistente. Viene annoverata fra le malattie infantili, come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite, e colpisce prevalentemente bambini sotto i 5 anni.

Cause


Pertosse: cause principali


La trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani. Il contagio avviene per via aerea, probabilmente attraverso goccioline di saliva diffuse nell'aria quando il malato tossisce. Un adeguato trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni. A differenza delle altre malattie infantili, l'immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina col tempo. Persone che hanno avuto la pertosse da bambini possono, in età adulta o avanzata, andare incontro nuovamente alla malattia, anche se in forma più attenuata e/o atipica; inoltre, anche senza presentare alcun sintomo, esse possono trasmettere l'infezione ad altri soggetti suscettibili. I bambini sono suscettibili alla pertosse fin dalla nascita. Gli anticorpi materni, anche se presenti, non sembrano in grado di proteggere i neonati dall'infezione.
La pertosse è diffusa in tutto il mondo, ma è diventata assai rara, specialmente nei Paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione generalizzata nell'infanzia. Oggi il 90% dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione, e in questi casi la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini.

Sintomi

Visualizza le schede dei sintomi più comuni per questa patologia:

Pertosse: sintomi più comuni


La pertosse si caratterizza per una tosse persistente, per più di tre settimane. All'inizio la malattia si manifesta con una tosse lieve, accompagnata da qualche linea di febbre e copiose secrezioni nasali: è la fase catarrale, che dura da 1 a 2 settimane. Progressivamente la tosse diventa parossistica e si associa a difficoltà respiratorie: la fase può durare più di 2 mesi in assenza di trattamento. In seguito a parossismi, si possono verificare anche casi di apnea, cianosi e vomito.
Nei bambini piccoli, le complicazioni più gravi sono costituite da sovrainfezioni batteriche, che possono portare a otiti, polmonite, bronchiti o addirittura affezioni neurologiche (crisi convulsive, encefaliti). I colpi di tosse possono anche provocare delle emorragie sottocongiuntivali e nel naso. Nel neonato e nei bambini al di sotto di 1 anno, la pertosse può essere molto grave.

Diagnosi

Pertosse: come efftuare la diagnosi


La conferma della diagnosi si ha principalmente isolando il batterio responsabile, a partire da un'aspirazione nasofaringea.

Incubazione

Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni. La pertosse è altamente contagiosa, soprattutto nel periodo iniziale, prima dell'insorgenza della tosse parossistica. Dopo tre settimane dall'inizio della fase parossistica, nei pazienti non trattati il contagio si considera trascurabile. Se il paziente è trattato con antibiotici il periodo di infettività è ridotto a circa 5 giorni dall'inizio della terapia.

Terapia

La terapia consiste nella somministrazione di antibiotici. Se preso prima della fase parossistica, l'antibiotico abbrevia il tempo di contagiosità e la durata della malattia, ma i sintomi non sempre vengono ridotti. Per alleviare i sintomi, vengono prescritti anche antitussivi, sedativi, antispasmodici.

Prevenzione

La prevenzione avviene tramite vaccino. Il vaccino si basa su batteri interi inattivati dal calore. In Italia la vaccinazione è obbligatoria e il vaccino viene somministrato con la cosiddetta esavalente (difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B), nei bambini a partire dal compimento dell'ottava settimana di vita.

Farmaci

Di seguito è riportato l'elenco dei principi attivi maggiormente utilizzati nella cura di questa patologia. E' sempre necessario consultare il proprio medico per la scelta di un farmaco, del principio attivo e della posologia più indicati per il paziente.



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