22 febbraio 2005
Ernia inguinale destra
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07 febbraio 2005
Ernia inguinale destra
salve, sono stato operato circa otto mesi fa'di ernia inguinale destra con anestesia peridurale. Dopo l'intervento era tutto a posto. dopo circa 15 giorni ho iniziato a camminare ed avevo la gamba destra perennemente indolenzita. Sono passati otto mesi e la ferita continua a darmi fastidio tipo un prurito che non riesco a grattarmi o addiritura a seconda la posizione che assumo sento delle fitte come se mi traffiggessero con un pugnale. Puo' essere dovuto ad un operazione malriuscita? puo' essere dovuto a qualche sforzo fatto prima del tempo? puo' essere che il mio corpo si deve ancora assestare all'operazione? Che devo fare?Risposta del 11 febbraio 2005
Risposta a cura di:
Dott. ANGELO FORTI
La tecnica chirurgica nel trattamento delle ernie inguinali si avvale da diversi anni dell'impianto di efficaci materiali protesici non riassorbibili e biologicamente ben tollerati (le cosiddette reti o mesh) sia negli interventi eseguiti con accesso tradizionale che in quelli con accesso laparoscopico (interventi effettuati attraverso piccole ferite addominali e con l'ausilio di un sistema videottico). In entrambe le procedure si utilizzano protesi collaudate di diversa fattura e dimensioni. Può purtroppo accadere di rilevare la comparsa, nell'immediato periodo postoperatorio, di una fastidiosa dolenzia in corrispondenza od in prossimità della ferita (nella regione pubica e/o inguino-crurale) che con il passare dei giorni e con l'attenuarsi del dolore lascia il campo a disturbi altrettanto spiacevoli che vengono identificati con il termine di "parestesie" (sensazione bruciore, di puntura, ipersensibilità, insensibilità, formicolii). In una piccola percentuale di casi questi disturbi non si attenuano con il tempo diventando motivo di ripetute visite di controllo presso gli ambulatori. La causa di questa patologia post-operatoria viene spesso attribuita all'irritazione di piccoli nervi che attraversano la regione inguinale (parestesia temporanea), al loro intrappolamento nella reazione cicatriziale sollecitata dalla protesi (parestesia cronica) o dai mezzi di fissazione della stessa. In altri casi è la tensione della rete a determinare fastidi nei movimenti (specie nel passaggio dalla posizione distesa a quella eretta). Allorchè i disturbi diventino duraturi e non accennino ad attenuarsi si può ricorrere alla revisione della ferita ed al riposizionamento della protesi. Valuti con il suo medico se il suo caso possa annoverarsi tra quelli che Le ho descritto. Saluti.
Dott. Angelo Forti
Specialista in Chirurgia generale
Medico Ospedaliero
CIVITAVECCHIA (RM)
Risposta del 21 febbraio 2005
Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI PETRACCA
Ho letto la risposta data dal collega di civitavecchi e ne convengo pienamente. In bocca al lupo!"
Dott. Giovanni Petracca
Specialista in Chirurgia apparato digerente
Medico Ospedaliero
Risposta del 22 febbraio 2005
Risposta a cura di:
Dott. CARLO FILIPPI
CONCORDO CON LE RISPOSTE DEI COLLEGHI E PROCEDERIE AD UNA REVISIONE CHIRURGICA DELLA FERITA
Dott. Carlo Filippi
Specialista in Chirurgia apparato digerente
Casa di cura convenzionata
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